Oggi si è concesso veramente poco a una squadra complicata come il Torino, è lì che la Roma l’ha vinta?
“Le partite si vincono quando fai un gol in più dell’avversario. Se vinci 1-0 o 5-4, l’obiettivo è lo stesso e il pragmatismo dei numeri è quello lì: chi segna un gol in più, vince la partita. E questo è l’obiettivo non solo nel calcio, ma nello sport: vincere il più possibile con le tue qualità, con i tuoi problemi. Cercando di nascondere i problemi e cercando di sfruttare le tue qualità”.
La Roma è terza da sola, non ci può più nascondere per la Champions.
“Ma sei sicuro che la Juventus non abbia 59 punti?”.
In quel caso sarebbe quarta.
“Certo. Certo. Siamo in Italia”.
Guardando la corsa Champions, qual è l’avversario che la preoccupa di più?
“Noi stessi: il fatto che vogliamo pensare come una grande squadra, e una grande squadra non butta via nessuna competizione. Una grande squadra non perde una partita per avere più possibilità di vincere quella successiva. E questo è il nostro problema. Abbiamo una rosa con dei limiti, siamo ai quarti di una competizione europea che sembra più una Champions che un’Europa League e abbiamo di nuovo tre partite in una settimana. E questa è cosa è dura per noi.
Ma non sono capace di pensare da piccolino, non sono capace di dire che la gara con l’Udinese è più importante di quella con il Feyenoord. E non capace di dire il contrario. Andiamo avanti partita dopo partita e vediamo quali sono i nostri limiti. Qualche settimana fa abbiamo perso Karsdorp per tutta la stagione e forse oggi abbiamo perso Solbakken fino a fine stagione. È uno dei nostri limiti.
Però abbiamo anche delle nostre forze e una delle cose che sto cercando di fare, da quando sono arrivato, è pensare da grande: abbiamo perso in Coppa Italia, ma solo perché nel calcio puoi perdere, e non quindi perché abbiamo buttata via la partita. In Europa League accadrà la stessa cosa: o andremo in semifinale o il Feyenoord si sarà rivelato più forte di noi tra le due gare”.
Oggi è stato interessante vedere chi ha scelto sotto Dybala: due giocatori veloci. Ha fatto apposta questa scelta o ha deciso così per far riposare Abraham e Belotti? E come ha visto un attacco così, con Dybala che viene a giocare, e con Solbakken ed El Shaarawy che attaccano la profondità? A me è piaciuto molto.
“Grazie mille. Penso che ogni tanto merito anche un commento positivo. Ci sono un po’ di contraddizioni e di difficoltà nella scelta. Da un lato, io e miei ragazzi, che abbiamo preparato la partita, sentivamo che c’era bisogno di gente nell’uno contro uno e i più veloci che abbiamo sono Solbakken ed El Shaarawy. E allo stesso tempo abbiamo giocato contro mister Juric, che è molto bravo nella sua proposta di gioco: tante volte, quando un difensore centrale gioca contro un attaccante fisso, il difensore se lo mette in tasca. Con Paulo abbiamo cercato di creare superiorità, di avere più palla e di attaccare la profondità.
La contraddizione è che mi mancava un po’ di personalità: Matic, Lorenzo e Ibanez erano in panchina, Solbakken e Diego (Llorente, ndr) erano alla seconda da titolare.
Però, abbiamo pensato che questa fosse la strategia giusta. Penso che ci sia mancato il secondo gol, perché con il 2-0 sarebbe stata una gara diversa. Lasciatemi poi dire che abbiamo avuto un arbitro giovane, che ha usato lo stesso metro di giudizio per loro e per noi. Ha cercato di lasciare giocare. Questo ragazzo mi è piaciuto tanto”.
Ha voluto evitare a Belotti una partita per lui emotivamente difficile? E poi: guarderà Lazio-Juve?
“No, non la vedrò perché saremo in aereo, torniamo a Roma. Ho spiegato a Belotti la mia scelta e la risposta che ho ricevuto è stata da Belotti. Gli ho detto perché non ha giocato e la sua risposta è l’unica cosa che mi interessa: L’importante è che la Roma abbia vinto. Questa è una risposta da Belotti. La mia spiegazione resta tra me e lui”.
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