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    Mourinho: "Abbiamo vinto con uno spirito di gruppo e di sacrificio incredibili"


    La Roma piega il Verona e torna al terzo posto, in coabitazione con il Milan. Mister Mourinho ha commentato così la prestazione dei giallorossi

    A fine partita, l’abbiamo intravista parlare alla squadra: cosa ha detto ai ragazzi?

    “Complimenti a tutti quelli che hanno vinto. E hanno vinto tutti. Tutti loro. Penso che mancassero solo Dybala e Darboe, e Tammy che è andato in ospedale. Tutti quelli che hanno vinto erano lì. Hanno vinto con uno spirito di gruppo e di sacrificio incredibili, giocando molto bene contro una squadra come il Verona, che ha uno stile di gioco molto difficile da costruire.

    È stata una vittoria meritata da parte dei ragazzi, che hanno fatto un grandissimo sacrificio. Cinque o sei avevano giocato in Austria, Karsdorp non giocava da più di due mesi, Spinazzola veniva da un infortunio, Bove giocava l’anno scorso su un campo in sintetico, Belotti non giocava da tanto tempo - aveva fatto solo degli spezzoni di alcune partite - Solbakken sta imparando a conoscere tatticamente la nostra squadra ed era anche lui in una situazione fisicamente difficile, El Shaarawy che prima non disputava due partite di fila adesso ne gioca quattro, cinque, fino al limite delle sue forze, Zalewski che gioca da quinto di destra, da quinto di sinistra e oggi da attaccante di destra: è una squadra che non riceve dalla gente quello che merita”.

    Queste seconde linee, chiamiamole così, l’hanno soddisfatta? Belotti ha fatto una grande partita.

    “Grandissima partita. Una grandissima partita. Per tutto il lavoro che ha fatto, meritava di fare quel gol (su colpo di testa, nella ripresa, ndr)”.

    Lo meritava anche con il Salisburgo.

    “Sì, però oggi Montipò ha fatto una parata incredibile e il 2-0 avrebbe segnato la fine della partita. Ma non potevo essere più felice dei ragazzi, del gruppo. Mi dispiace solo che la gente non dia loro merito, per il lavoro che stiamo facendo, in circostanze molto, molto difficili: o la gente non capisce, o non vuole capire. Per questo, sono ultra grato ai ragazzi”.

    Si riferisce ai tifosi allo stadio? Perché oggi siamo arrivati a 23 sold out all’Olimpico.

    “Dipende dal sold out. Con un sold out come quello con il Bodo, lo stadio vince da solo. Un sold out come quello di oggi… è veramente un peccato che quando un ragazzo perde il pallone, dopo avere fatto una partita straordinaria, si prenda tre, quattro fischi.

    La gente non capisce la dimensione di quello che stiamo facendo. Dicevo alla nostra tv che, quando la gente guarda il nostro terzino destro, non c’è mica Maicon. Se sono un tifoso della Roma, Bove lo porto in braccio ogni giorno, perché è più tifoso di loro. Quando sono arrivato, era a un passo dal trasferimento a una squadra di Serie C e oggi è un titolare nella Roma. Ovviamente voi media non aiutate, perché tutti gli altri sono fenomeni e noi o vinciamo perché abbiamo fortuna, o perché segniamo da palla inattiva. Io sono vecchietto, ho già 60 anni e non ho bisogno di parole belle. Ma i ragazzi sì. E oggi hanno vinto loro. Loro, con un po’ di Curva.

    Tutti gli altri vanno a casa soddisfatti. Io non sono nessuno per criticare, sono loro che devono criticare me, perché sono l’allenatore. Io mi scuso per la mia posizione, perché non è quella di un allenatore, ma mi dispiace: devo proteggere i miei ragazzi, che meritano di più”.

    La Roma è in piena corsa per la Champions e ha dimostrato di essere forte anche in Europa: la squadra sta avendo un rendimento migliore di quanto si aspettasse a inizio stagione?

    “Ne parliamo a fine stagione, perché ho tanto da dire. Questo non è il momento di parlare. In un anno e mezzo che sto qui non ho concesso un’intervista. Parlo solo con voi prima e dopo le partite, e in conferenza stampa, perché sono obbligato, altrimenti verrei multato io o il Club. Per le interviste, magari devo aspettare alla fine”.

    Lei sta difendendo il gruppo, lo ha riunito a bordo campo per fare un discorso. Lei durante il corso della stagione ha dato però la possibilità ai tifosi di dividere la rosa tra i più forti e i meno forti, tra i titolari e i panchinari. Anche lei ha fatto una certa divisione, poi è giusto quello che lei dice perché vuole difendere il gruppo, però lo stadio sold out 23 volte…

    “Magari ho sbagliato io nel corso della stagione. Se ho sbagliato me ne scuso. Se tu pensi che io ho esagerato con Karsdorp a Sassuolo, per esempio, se pensi che io abbia esagerato con la dimensione della mia critica e che questo ha dato la possibilità di pensare al giocatore in un altro modo, faccio mea culpa. Se ci sono altri esempi, se pensi che ho sbagliato dicendo “i bambini giocavano in campi di plastica lo scorso anno”, intendendo però che c’è un percorso da fare e che hanno un percorso da fare, già non sono d’accordo con te perché ricordare il percorso da fare è una cosa diversa. Qual è stato l’ultimo allenatore della Roma che ha avuto bisogno di far crescere i bambini? Molti molti anni fa. Con quel gigante di Capello mi pare non ci fossero, tanti anni fa. Salah e Dzeko negli ultimi anni. I bambini hanno bisogno di crescere. Il giocatore che viene in prestito è una difficoltà per me e per loro, arrivano tardi e magari hanno poca possibilità di crescere. Per esempio il ragazzo Solbakken non è arrivato prima del ritiro in Portogallo, è arrivato pochi giorni prima della prima partita di gennaio. I ragazzi meritano rispetto, totale. Io, per il mio modo di essere e la mia leadership, apro le porte alle critiche, se pensi che io abbia delle responsabilità, chiedo scusa”.