Non era un atteggiamento troppo attendista della Roma: stavate solo aspettando le palle inattive.
“Sì, sì, abbiamo fatto quello su cui abbiamo lavorato in allenamento. Il mister ci aveva chiesto questo: dobbiamo sempre avere pazienza nel corso delle partite, perché i momenti arriveranno. E il momento è arrivato. Non dobbiamo mollare mai”.
Cosa vi siete detti dopo l’esultanza, dopo una partita che fino al tuo gol sembrava chiusa?
“Sappiamo che il nostro punto di forza sono i calci da fermo: sui palloni che arrivano, dobbiamo sempre andare forti. Dopo il gol, ci crediamo fino all’ultimo sempre: sappiamo che le partite finiscono solo quando l’arbitro fischia”.
Come stava vivendo Tammy queste settimane?
“Sappiamo che lui è bravissimo sia dentro, sia fuori dal campo, come uomo. Dobbiamo avere pazienza e la deve avere anche lui. I gol arrivano, i momenti arrivano. Ora è arrivato e sono contento per lui”.
Come mai abbiamo dovuto aspettare 85 minuti per vedere la Roma spingere in avanti?
“Dall’inizio sapevamo che il Milan è forte con la palla tra i piedi. Abbiamo aspettato un po’… un po’ tanto (Ibanez ride, ndr). Cosa posso dire? Il risultato è stato favorevole, un punto fuori casa è importantissimo per noi, per inseguire il nostro obiettivo. Dobbiamo continuare così, cercando di fare punti in ogni partita”.
Per lunghi tratti, la squadra è stata un po’ passiva. Immagino che, nella preparazione della partita, oltre alla pazienza il vostro tecnico vi abbia chiesto anche qualcosa in più.
“Sì, è stato un po’ difficile per noi giocare con la palla nel primo tempo. Non abbiamo trovato spazi. Nel secondo siamo riusciti ad avere un po’ più di palla e siamo riusciti ad andare un po’ più avanti e a fare un po’ più di pressione su di loro. Alla fine, su due palle inattive siamo arrivati al gol”.
Perché spesso c’è questa difficoltà a costruire con la palla? È una questione tattica o delle caratteristiche dei giocatori?
“Io non ho la risposta. Quello che succede è che ogni partita è diversa dall’altra. In ogni gara ci sono delle tattiche diverse. Ci sono delle partite in cui possiamo avere più palloni, mentre ci sono delle altre nelle quali è più difficile per noi, perché gli avversari marcano diversamente”.
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