La Roma aveva un solo risultato. Dopo il primo tempo, sembrava una partita in salita. Come ha cambiato la squadra tra il primo e il secondo tempo?
“Partita veramente difficile. Loro sanno giocare e hanno gente con creatività e velocità che può fare quello che hanno fatto nel primo gol, che può fare quello che hanno fatto là, in casa loro, quando abbiamo perso. Non è una squadra facile. Però, nel secondo tempo abbiamo rischiato tutto, siamo entrati con un atteggiamento diverso, con una intensità diversa.
Le caratteristiche di Zaniolo ovviamente ci hanno aiutato tanto, perché una cosa è giocare con due attaccanti come Tammy e Belotti e un’altra è farlo con uno dei due e con Nicolò. Il gol è arrivato e dopo è stata l’emozione che ha fatto il resto.
Ma dobbiamo giocare meglio, dobbiamo gestire meglio. Le squadre che giocheranno i playoff sono di Champions, sono di un livello superiore. Per noi era importante superare questo girone, era una questione di orgoglio, di evoluzione. Ora arrivano gli squali”.
C’è piaciuto Volpato quando entrato, e Pellegrini è stato glaciale sui due rigori: lei spesso parla di atteggiamento.
“Dal punto di vista dell’atteggiamento, sono tutti intoccabili. Devo dire una cosa che un po’ mi dispiace e che mi sembra un po’ ingiusta: devono rispettare di più Vina. Perché fuori casa, Vina è un giocatore diverso. In casa, c’è qualche rumore nello Stadio che non aiuta. E mi dispiace, perché Vina è uno di quei giocatori sempre esemplari come atteggiamento.
Lei ha parlato di Volpato e Pellegrini, di giocatori che hanno grande creatività. Quando entra, il ragazzo ha dinamismo. Il suo prossimo step sarà poter giocare quando la squadra ha anche bisogno di difendere, perché questo non lo ha ancora imparato. Ora gioca più veloce di prima, mantiene la creatività e ha la mia fiducia per eseguire questa creatività, però dopo, senza palla e quando dobbiamo difendere, è dura”.
Tante volte i giovani danno quel qualcosa in più... e lei ha detto che è un programma che portiamo avanti e che le fa piacere far giocare questi ragazzi.
“È vero, mi fa piacere. Ma se mettiamo in campo giocatori che non hanno la qualità o non sono preparati, o se lo facciamo solo per la statistica, per far sì che il mondo dica che abbiamo messo due, tre, quattro, dieci giocatori giovani, non è questo l’obiettivo. L’obiettivo è farli crescere e, quando entrano, entrano preparati.
Solo per curiosità, quando l’anno scontro Volpato è entrato contro il Verona, eravamo sotto 2-0. E quando quest’anno ha fatto il suo ingresso a Verona, stavamo 1-1 e avevamo bisogno di segnare. Quando gioca, crea tanto. È un ragazzo un po’ anarchico, ma crea anarchia anche nell’avversario. Il suo prossimo passo è sapere giocare senza palla, dal punto di vista difensivo.
Quando lui gioca in posizione più offensiva, questo già lo capisce. Ma oggi, dopo il 2-1, avevamo bisogno che lui chiudesse di più a centrocampo, che raddoppiasse, e ‘raddoppio’ è una parola che ancora non esiste nel suo vocabolario. Sono queste le cose che deve imparare per diventare un giocatore completo. Però, è molto vedere quando i giovani arrivano. È un piacere vedere anche quelli della Juve.
Quando noi camminiamo verso i 60 anni, e più di 20 come allenatore, sono queste cose che fanno piacere. Per esempio, per quanto riguarda me: ho fatto esordire Varane, che è diventato campione del mondo, ho fatto debuttare Casemiro, che ha vinto poi 5 Champions. Sono questo tipo di giocatori che ti fanno sorridere quando hai i capelli bianchi”.
Quanta forza dà questa vittoria alla Roma?
“Prima di tutto, continuare in Europa League è una questione di orgoglio. Perché è la competizione dove abbiamo iniziato, e andare in Conference League e diventare una delle squadre più forti, diventare una delle candidate – Fiorentina, Lazio, West Ham, Villarreal, Roma - non era l’obiettivo.
Sappiamo che siamo ancora in Europa League, che siamo ai playoff, che arrivano gli squali e che adesso è tutto più difficile, e magari noi non abbiamo le condizioni, come la dimensione della rosa… Magari, non lo so, vediamo. Magari non ci sono le condizioni per fare la festa dell’anno scorso. Però, dopo la sconfitta con il Napoli abbiamo vinto tre partite di fila, una in campionato e questa che era decisiva, perché se non avessimo vinto saremmo usciti.
Ovviamente siamo stanchi, Pellegrini e Smalling hanno giocato di nuovo 90 minuti. Però, è il mio modo di pensare le cose: la partita più importante è sempre la prossima. E lasciare dei giocatori fuori per essere eliminati… Io non sono stato un giocatore di alto livello, ma penso sempre che una delle cose più importanti per recuperare dalla stanchezza sia la gioia. Sia vincere. Sia la soddisfazione. E in questo senso, andiamo a casa felici. E domenica saremo qua. Una partita grande, ma anche una partita che ci piace giocare”.
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