Ecco le parole del tecnico giallorosso.
Come arriva la Roma a questa grande sfida con la Juventus? A parte le defezioni di Zaniolo e Wijnaldum, come stanno i giocatori? E se può dare un parere sul sorteggio di Europa League.
“Facciamo le cose facili. La squadra di domani è la stessa, con il cambio di Zaniolo per Matic. Arriviamo con 6 punti in due partite, che è veramente positivo e importante. Ma, come dici tu, arriviamo pure con le situazioni di Zaniolo e Wijnaldum, due giocatori molto importanti per noi e che cambiano anche le prospettive durante la gara. Una cosa è una rosa con più soluzioni, un’altra è una rosa con meno soluzioni”.
“Si tratta di una partita in più di campionato. Si vede che giochiamo contro la Juventus. Prima delle gare con Salernitana e Cremonese non c’erano state domande sulla partita, ora la prima è subito sulla Juve. Ed è vero. È una partita grande, con una grande squadra, è una che vuole vincere lo scudetto, ma è una di 38. Per me giocare domani a Torino o giocare nella gara numero 37 è lo stesso”.
“È una partita buona per giocare. Dipende dalla prospettiva. Affrontare una grande ti dà sempre grandi motivazioni, ma è anche molto difficile. Cerchiamo di prenderla in modo equilibrato. Difficile, sì, ma è bella da giocare e vogliamo giocarla”.
Il sorteggio di Europa League? È sicuramente una competizione difficile, è una competizione dove ci sono squadre che devono vincere la competizione, se non la vincono è un disastro per qualche squadra che ha un tale potenziale economico, sportivo e storico incredibile. Noi andiamo passo passo, parliamo di un gruppo che non è facile. Betis ha vinto la coppa, ha un allenatore top, è una squadra che gioca benissimo, arrivata quinta lo scorso anno in Liga. Squadra di alto livello. Ludogorets ci sono stato qualche anno fa, non è una gara facile. Vince praticamente sempre il campionato in Bulgaria, grazie anche a giocatori stranieri come brasiliani".
"Helsinki non conosco, ma l’evoluzione delle squadre del nord Europa è una cosa molto visibile. Midtjylland, Bodo, Copenaghen. Guarda queste squadre oggi, rispetto a qualche anno fa l’evoluzione è visibile. Per la prima volta vado in Finlandia a giocare. Con piacere, rispetto e curiosità. Purtroppo andremo su un altro campo di plastica, vediamo se riusciremo a giocare lì presto e non a novembre. Sarebbe doppiamente duro”.
È una partita che sente di più delle altre? In passato si era anche lamentato per un’accoglienza particolare dei tifosi avversari.
“È lo sport, non voglio dare a questo aspetto un valore maggiore di quello che è. Per me è una trasferta e non cambia nulla. Stessa vigilia, stessa routine, quello che faccio, quello che non faccio. Non cambia nulla. Giocare contro una squadra top la motivazione è top. Andare a Torino contro la Juventus l’ho fatto tante volte con Inter, Roma, Manchester. Sarà una gara in più. Non avrà connessioni con il passato e nemmeno con il futuro. È una gara isolata”.
Che consiglio si sente di dare a Dybala?
“Nessuno. Dipende dalla personalità dell’individuo. Per qualche giocatore tornare a casa è niente, per altri tornare a casa è difficile, per altri ancora 50 e 50. Io di Paulo non lo so. Ha una faccia da bambino, ma non è un bambino. Ha tanta esperienza”.
“Parliamo sempre di come vogliamo giocare, di quello che vogliamo da lui, da un giocatore del genere, ma il controllo delle sue emozioni dipende da lui. Da un punto di vista esterno – per come ha lavorato questi giorni – non ho visto niente di diverso. Mi aspetto una partita normale da lui, magari con un po’ più di emozione prima o dopo, però mi aspetto una gara normale”.
Su Dybala a che livello di forma è arrivato? La Roma ha una pessima tradizione allo Stadium, c’è un aspetto psicologico che prima di certe partite va curato?
“Prima di tutto pensare che ogni partita è una partita isolata. Questa Juventus-Roma non ha nessuna connessione con l’ultima e nemmeno con la prossima gara. Quello che è successo nel passato o quello che potrà accadere nel futuro, non ci deve interessare. Dal punto di vista psicologico che possiamo fare? Preparare la squadra il meglio possibile. Cercare di fare una partita normale. Cerco di trasmettere ai giocatori esattamente questo. La normalità”.
“È la normalità. Andiamo lì a giocare contro una squadra di qualità, con la nostra tranquillità, con fiducia, siamo cresciuti da quando siamo insieme. Ci siamo allenati, abbiamo lavorato abbastanza bene in questi giorni, sappiamo che vogliamo fare, i giocatori da due giorni sanno chi gioca, anche voi da due giorni più o meno sapete chi gioca, andiamo lì per cercare di vincere. Non cambia nulla”.
“Dybala? Per me sta molto bene. Non mi aspettavo di più in questo momento. Negli ultimi due anni ha avuto qualche infortunio, non ha avuto tanta continuità, non ha iniziato la pre stagione come tutti, ha lavorato da solo con il personal trainer, è arrivato tardi, per me sta benissimo. Magari non ha ancora 90 minuti, giocare in quella superfice dell’Olimpico è veramente dura, è come correre su una spiaggia portoghese con tanta sabbia. È difficile”.
“Ma lo vedo bene, con buona disposizione, lavora per la squadra, mette le sue qualità a disposizione del gruppo. Non potevo stare più contento e non mi aspettavo niente di più in questo momento”.
Si affrontano due squadre che hanno subito zero gol. È più una partita di grandi attacchi o di grandi difese?
“Il mondo del calcio continua a sbagliare, a sbagliare e a sbagliare in questa cosa. Si dice sempre “un bel gioco difensivo”, invece che “un bel gioco di squadra”. Le squadre che prendono pochi gol non sono squadre che difendono molto bene, ma sono squadre forti. Le più forti. Non facciamo di questo dato una cosa grande, sono due partite e non venti senza gol, non significa che noi e la Juventus siamo perfetti. E che domani saremo entrambi perfetti. Che finirà 0-0. Magari finisce 4-4. Il concetto di una squadra che è stabile, che non prende tanti gol, è sinonimo di una squadra di qualità”.
Lei hai già capito che percorso sta intraprendendo questa Roma?
“Lo scorso anno la mia squadra era andata lì, aveva giocato per vincere, ha perso, la squadra aveva giocato bene. Non ero soddisfatto del risultato, ma soddisfatto dell’atteggiamento. Oggi, praticamente un anno dopo, mi aspetto qualcosa di meglio. Come atteggiamento. Magari perdiamo. Se mi dicono di prendere un punto senza viaggiare, io non voglio. Noi vogliamo andare a giocare, a cercare di vincere. Se perdiamo, perdiamo. Ma andiamo lì a cercare di vincere”.
Se domani dovesse esserci un rigore, chi lo tirerebbe? Felix sarà convocato?
“Per la partita di domani sì, abbiamo già deciso. Per la stagione intera no. Dipende dalla settimana, dipende da come abbiamo lavorato, dalla nostra analisi dei rigoristi per come si sono allenati. Per domani lo sappiamo. Chi tirerò? Non lo dico perché sennò Perin e Szczesny vanno a focalizzarsi su uno, invece i potenziali sono 4 o cinque. Dybala lo conoscono già? Magari lui tira diverso…”.
“Felix non sarà convocato. Esiste una possibilità altissima che possa essere trasferito. In questo senso né noi vogliamo rischiare, né lui sarebbe disponibile mentalmente per prendere qualche rischio. Per questa ragione, Felix domani no”.
Domani arbitra Irrati. Lei ha parlato molto degli arbitri, vuole dire qualcosa?
“Dopo ogni gara sento la libertà di commentare l’arbitraggio. Prima della partita è una cosa che non mi piace fare. Il mio principio è che tutti gli altri arbitri sono bravi e vanno ad arbitrare per fare il loro meglio. Questo è il mio principio. Non mi piace dare giudizi in anticipo rispetto al passato. Prima della partita sono positivo con tutti. Poi a fine gara dirò con piacere “bravissimo” o con meno piacere “scarso””.
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