Nella giornata di lunedi ci ha lasciato Victor Benitez, centrocampista della Roma nella seconda metà degli Anni 60 e unico calciatore peruviano della nostra storia.
Un regista che si rimbocca le maniche. Così veniva definito Victor Benitez, per sintetizzarne le doti in fatto sia di geometrie sia di predisposizione al sacrificio e al gioco di squadra. Doti che avevano consentito di imporsi all’attenzione generale con la maglia del Boca Juniors. Peruviano, le sue prestazioni vengono segnalate al Milan, che lo porta in Italia e lo schiera in campo nella finale di Coppa dei Campioni vinta col Benfica.
Prestito al Messina, ritorno a Milano e poi, a trent’anni, eccolo a Roma. In campo dà sempre tutto anche se le energie non sono più quelle di una volta. Il suo momento di gloria arriva quasi subito: il 26 settembre 1965 la Roma riceve l’Inter di Herrera che ha appena vinto la Coppa Intercontinentale. E, in un Olimpico in festa, vince per 2-0.
È proprio lui a sbloccare la situazione al 17’ del secondo tempo: lancia Barison, che crossa al centro, dove Leonardi anticipa Facchetti e Picchi. Nel frattempo lui, che aveva iniziato l'azione, arriva da dietro pronto a concluderla e tocca il pallone che batte Sarti. Nel resto della stagione darà un buon contributo anche se andrà in calando, come tutta la squadra.
Sarà quindi ceduto al Venezia, dove disputerà la sua migliore stagione italiana, al punto da meritarsi una chiamata dall’Inter e poi, nel 1968, il ritorno alla Roma. Non gioca moltissimo, ma mette insieme due presenze nella Coppa Italia vinta nel 1969, dove è titolare nella gara di ritorno dei quarti di finale vinta 3-0 col Brescia.
Gioca anche lo spareggio della semifinale di Coppa delle Coppe contro il Gornik Zabrze l’anno successivo poi, a 35 anni, lascia la capitale per concludere la carriera in Perù.
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