Queste sono state le parole del fantasista giallorosso.
Quanto è complicata per voi questa quarta partita con il Bodo/Glimt?
“Quello che abbiamo fatto in passato è la storia. Domani sarà una gara diversa e dovremo mostrare che siamo capaci di battere il Bodo. Non dobbiamo pensare a quante partite abbiamo disputato in campo internazionale o che abbiamo ha vinto l’Europa League.
Quella di domani è una partita che si gioca con la testa. A nessuno interessa cosa hai vinto o cosa hai fatto in passato. Domani dobbiamo giocare, dobbiamo dimostrare che siamo forti. Dobbiamo vincere la partita. È l’unica cosa che ci interessa”.
Quando sei arrivato alla Roma, dicesti che non te ne saresti voluto andare senza avere prima vinto qualcosa. Visto che stai in scadenza di contratto, questa è una grande occasione. Al di là della battuta sulla scadenza, state progettando insieme alla società il futuro?
“La prima cosa è che è vero: ovunque io sia andato, ho voluto vincere un trofeo, ho voluto lasciare il mio nome. È un’ambizione che ho avuto sempre, quella di vincere qualcosa, perché non gioco a pallone solo per giocare, per divertirmi. Per me giocare a pallone significa vincere, perché alla fine della tua carriera calcistica quella è l’unica cosa che rimane.
Del contratto non voglio parlare. Verrà il momento per farlo. C’è ancora tempo per discutere, per vedere cosa accadrà, perché adesso i miei pensieri sono rivolti solo alle prossime partite della Roma”.
Se vincete la Conference, hai onorato la tua promessa.
“Spero. Ma ora è più importante vincere domani. A questo dobbiamo pensare, per il momento”.
Vedi questa stagione come un’evoluzione del tuo percorso, avendo cambiato diverse posizioni?
“Ovviamente, mi piacerebbe segnare di più e fare più assist, però è il calcio e dobbiamo giocare con la squadra. Per me la cosa più importante è giocare, e non importa se a sinistra, a destra, come trequartista o centrocampista. Conta giocare e aiutare la squadra a vincere le partite, perché il calcio è uno sport di gruppo e non individuale”.
Ti sei fatto un’idea sul perché a Roma sia difficile vincere? Questo rende più bello riuscirci?
“Da quando sono a Roma, avverto la passione di gente che parla sempre di vincere qualcosa e di cosa hanno vinto. Per me è sempre stato chiaro che sono qui per vincere qualcosa. Ovviamente è difficile, ma se ci riusciremo sarà una cosa pazzesca per la città, per il Club.
Non so perché non arriviamo a vincere, ma sono fiducioso, stiamo facendo i passi giusti per riuscirci. Siamo una squadra giovane, anche quest’anno abbiamo avuto cambiato tanto rispetto al passato, ma non è una scusa: dobbiamo giocare insieme e vincere insieme e tutti crederci e pensarla allo stesso modo, per vincere qualcosa. Penso che nei prossimi anni ci riusciremo. O anche quest’anno, ma dipende dalla partita di domani”.
Un anno fa, questi tempi, avevate tantissimi infortunati, ora sono tutti a disposizione: questa è la cosa che è cambiata di più rispetto alla scorsa stagione? E con questo staff e con questo allenatore vi sentite tutelati?
“Questa una cosa positiva. Intendo, il fatto che tutti sono a disposizione, che tutti sono pronti a giocare domani. L’anno scorso abbiamo avuto tanti infortuni lo scorso anno. Hanno fatto una ricerca e non so perché avvenissero: l’anno scorso ne abbiamo avuto tanti e quest’anno un po’ di meno. La cosa più importante è che tutti sono pronti per domani. E dobbiamo lottare insieme. Non solo quelli che giocheranno ma anche la panchina”.
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