La Fiorentina aveva un’altra gamba. È solo questa la spiegazione della sconfitta?
“La spiegazione… La spiegazione l’aspettiamo noi da tante partite e non ce l’abbiamo. Oggi ce ne sono due, di spiegazioni. Una è che dopo la partita di giovedì mancavano energie fisiche e mentali. Sapevamo che ci sarebbe stata una differenza contro una squadra che si stava preparando da una settimana.
Però una spiegazione la vorrei dal signor Banti di Livorno, che non è lontano da qua. (Rivedendo le immagini del rigore assegnato alla Fiorentina, ndr) È un tocco, non è un fallo, e l’arbitro era vicino e non aveva dato il rigore: non è da Var, ma il signor Banti interviene. Se parliamo dei tre punti di oggi, finiamola così. E dico pure che, al di là di questo rigore del signor Banti, la Fiorentina è stata più forte, ha giocato con un motore differente, con una velocità differente, con una concentrazione differente. Ha meritato di vincere.
Ma il problema è che non stiamo parlando dei tre punti di oggi: parliamo di Venezia, di Bologna, di tanti, tanti, tanti episodi per i quali non ci sono spiegazioni. Il signor Banti ora dov’è? A Coverciano? A Milano? Non so dove sia il Var, ma perché ha chiamato alla review un arbitro come Guida, che era a dieci metri e che aveva visto che non era rigore? Perché? Sono queste le spiegazioni che vogliamo e che non abbiamo.
Sì, abbiamo una finale che assorbe emozioni ed energie, e non è facile da dimenticare in una città come Roma, in un Club come la Roma, però abbiamo un campionato da giocare ed è veramente troppo quello che succede a questa squadra”.
(Ospite di DAZN, interviene Carlo Verdone, ndr) Dico grazie a José, perché ha saputo portare tanta gente all’Olimpico. Gli dobbiamo tanto per la personalità, per il modo di giocare, per l’energia che trasmette alla squadra. Ti chiedo: l’episodio del rigore è stata una botta psicologica, ma come mai oggi la squadra è sembrata intimorita, mentre la Fiorentina è scesa in campo a mille, giocando in verticale al contrario di noi, che siamo andati in orizzontale. E soprattutto, Zalewski si è sentito poco.
“È molto semplice. Zalewski, che è l'ultimo nome che lei ha fatto, dodici mesi fa sarebbe stato possibilmente in panchina con la Primavera. Dodici mesi dopo, ha giocato sette, otto, nove partite di fila, ha giocato i quarti e le semifinali di una competizione europea. La differenza tra verticalità e orizzontalità è la differenza di quattordici partite moltiplicate per novanta minuti. Quattordici partite in più che questa squadra ha fatto rispetto alla Fiorentina, che durante la stagione si è preparata per disputare una sola gara.
Se consideriamo dieci chilometri a partita, che sono più di dieci, per quattordici partite sono tanti. La differenza tra verticalità e orizzontalità è la differenza tra intensità e minore intensità, tra concentrazione e minore concentrazione. È molto semplice. E la ringrazio per le sue parole iniziali: sappiamo di avere il rispetto dei romanisti, però vogliamo anche il rispetto dei Banti di questa vita, che seduti sulla loro sedia ci hanno tolto tanti, tanti punti degli sforzi di questi ragazzi”.
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