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    Mourinho: "Il derby è sempre un derby, ha un qualcosa in più"


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Lazio, trentesima giornata di campionato.

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.

    Perché il derby resta una partita unica rispetto alle altre? E sul campo è riuscito a recuperare tutti?

    “Tutti recuperati, fuori solo Spinazzola. Gli altri tutti per giocare. Le emozioni? È un derby. Non è mai una partita come tutte le altre. Ha qualcosa in più. Tutta la vita, 20 anni con derby. Il primo è il derby di Lisbona, l’ultimo quello di Roma. Ma le emozioni sono un déjà-vu, qualcosa a cui siamo più abituati”.

    Questo derby sarà il primo con lo stadio praticamente pieno dopo la pandemia. Avrà qualcosa in più per l’ambiente?

    “L’ambiente è più bello. Sono stati giocati alcuni derby a porte chiuse, che sicuramente non sono stati dei tifosi in quanto erano a casa. Ora torna una quasi normalità, dove si confonde una squadra che gioca in casa e l’altra che gioca fuori. Perché lo stadio è lo stadio delle due squadre. È più bello. Calcio senza tifosi non è calcio. Derby senza tifosi non è derby. E per questa ragione è senza dubbio migliore”.

    Zeman ha detto in un’intervista che la Lazio è favorita e che la Roma e Mourinho hanno deluso. Può replicare?

    “Il mio commento magari non te lo aspetti, ma il mio commento è che un allenatore con 25 titoli va a rispondere con due campionati di Serie B, che è il suo curriculum. Non posso rispondere. Se mi avessi fatto una domanda in relazione a Trapattoni o Capello, avrei potuto rispondere. Su Zeman non posso rispondere”.

    Dopo Vitesse ha parlato di una squadra che sa resistere. Quanto sarà importante questa caratteristica nel derby?

    “È importante in tutte le partite, non solo nel derby. Quando dico saper resistere è in funzione delle ultime partite. È stato tutto lì. È successo contro l’Atalanta, il Vitesse, l’Udinese, il Sassuolo. Tutte le partite sono state partite in bilico, dove se tu vinci devi avere la forza di mantenere quel risultato, se tu perdi devi trovare la forza per riequilibrare il risultato. Lo abbiamo fatto anche all’andata nel derby, 3-2 per loro, lottando fino all’ultimo per un risultato migliore”.

    “La nostra squadra con le sue caratteristiche, le sue limitazioni, ma ha una cosa che non posso rimproverae. Anche in quella partita più iconica da un punto di vista negativo, contro la Juventus, potevamo pareggiarla sul risultato di 4-3 per loro. Dicevo, se questa squadra ha una caratteristica, è quella di starci fino alla fine e di farmi sperare sempre in un risultato migliore”.

    Secondo una statistica, lei ha giocato 98 derby. Qual è il derby più passionale che ha vissuto?

    “98? Mamma mia. Per me sono tutti importanti. Io quando lo gioco, non lo gioco pensando a me stesso, ma penso a quelli che storicamente, da quando sono nati, vivono un derby come tifosi, con il sangue. Ho giocato Benfica-Sporting come allenatore del Benfica e Benfica-Porto come allenatore del Porto. Non posso dire che uno è diverso dall’altro”.

    “Il derby è il derby. Non bisogna mettersi nella posizione di allenatore, di giocatore, ma nella prospettiva degli altri. E gli altri sono le persone più importanti per un club di calcio, che sono i tifosi. In questo senso non posso mai scegliere qual è il derby più emozionante per me. Ora è questo, io gioco per i tifosi della Roma”.

    Pedro ha segnato 9 gol in stagione. Tornando indietro, lo terrebbe? E se può raccontare la sua versione della storia con la Roma.

    “Non voglio raccontare la storia, se c’è uno che la può raccontare è il direttore Tiago Pinto. Se ha fatto 9 gol benissimo per lui e per la Lazio”.

    Lei è a Roma da nove mesi. C’è qualcosa di Roma e della Roma che l’ha colpita e non si aspettava?

    “La prima cosa che mi ha colpito è l’affetto nei miei confronti anche prima di arrivare. Di solito quando una persona arriva in un club, l’affetto se lo guadagna. Devi dare tutto per meritare questo affetto. In questo caso l’affetto è stato prima di arrivare, prima di sudare nel primo allenamento. È gente con un cuore molto speciale, per dare affetto senza ricevere nulla in cambio”.

    Qual è la Roma che preferisce da un punto di vista tattico?

    “La Roma che mi piace di più è la Roma che vince e domani voglio la Roma che vince”.

    Può dirci qualcosa in più sulle condizioni di Pellegrini?

    “Perfetto. È stato a casa un giorno con febbre, non voglio dire che sta al 200%, ma oggi si è allenato senza problemi. Nella sua testa è disponibile per giocare. Non c’è nessun bluff, nessuna storia che gioca non gioca. Gioca”.