La Roma espugna il Castellani, battendo 4-2 l'Empoli e portandosi così a -5 dall'Atalanta quarta in classifica.
Queste sono state le parole di Mourinho al termine del match.
Si aspettava che la Roma avrebbe controllato meglio il vantaggio?
“Sì, però è un grande risultato. Vincere a Empoli non è mai facile e vincere 4-2 è un grande risultato. Prima di questa partita, sapevamo del pareggio tra Lazio e Atalanta e del pareggio della Fiorentina, quindi era molto importante per noi vincere e ci siamo riusciti.
Penso che per voi sia stato fantastico un secondo tempo così, perché se fossimo andati sul 5-0 la gente avrebbe spento la tv. Così, l’audience è rimasta alta. Complimenti ai miei e complimenti all’Empoli, perché quando perdi 4-0 al riposo e tieni la partita viva, credendo che sia tutto ancora possibile, meriti i complimenti”.
Volevo sottolineare la mossa di Mkhitaryan su Ricci. Lì la Roma ha vinto parte della gara. L’Empoli non se l’aspettava questa pressione su Ricci, che di solito è quello che gestisce la partita per l’Empoli.
“Penso di sì. Quando hai la liberà di giocare in quella posizione di campo, e hai qualità come il ragazzo (Ricci, ndr)… abbiamo analizzato bene l’avversario e abbiamo preparato molto bene la partita. Miki ha fatto molto bene. Nel secondo tempo, abbiamo abbassato questa intensità nel pressing e anche Miki ha sentito chiaramente che anche i due attaccanti abbassavano la pressione.
Solo quando abbiamo noi cambiato i tre in linea con Sergio e Veretout a chiudere gli spazi interni e poi la palla arrivava sulla fascia: abbiamo controllato meglio lì. Però, all’inizio del secondo tempo e fino al 4-2, abbiamo avvertito qualche difficoltà. Però in queste situazioni non mi piace parlare dei problemi nostri, ma della qualità dell’avversario: l’avversario ha giocato bene. Se qualcuno prima della partita ci avesse detto che avremmo vinto 1-0 con un gol al 90′, me lo sarei preso”.
Cosa le ha dato Sergio Oliveira?
“È diverso dagli altri, però non è il regista di cui la gente parla: non abbiamo quella qualità di giocatori. Lui non è questo e io lo sapevo perfettamente, perché il calcio portoghese è casa mia. Conoscevo perfettamente Sergio, sapevo che avrebbe dato questa differenza dal punto di vista fisico, della decisione. Senza essere un fenomeno tecnicamente, però molto difficilmente prende una decisione sbagliata e poi ha personalità, sa gestire i tempi, sa prendere un fallo, sa come fermare la partita.
È uno che ha non dico che abbia un’esperienza diversa, ma quando sei in una squadra che gioca sempre per vincere il campionato, come il Porto, impari determinati tipi di comportamenti, acquisisci un certo tipo di mentalità di cui noi abbiamo bisogno”.
Ha chiesto scusa all’Empoli per essere rientrati tardi?
“Non ricordo se è stato contro il Cagliari o con il Lecce che il nostro avversario è rientrato in ritardo. C’è un orario, è una questione di rispetto: devi rientrare al momento giusto. È stata colpa mia, ho perso tempo ad analizzare la partita. Mi sono preso troppo tempo. Non mi piace. Mi sono scusato con la panchina dell’Empoli e con il quarto uomo”.
Da allenatore, di quanti gol ha bisogno da parte di Abraham?
“Ogni partita. Deve provare, deve avere questo tipo di pressione. Da un attaccante io voglio tanti gol in più. Se non puoi fare gol e fai tante altre cose, io sono soddisfatto”.
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