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    Mourinho: "Otto partite senza sconfitte non sono male"


    L'analisi del tecnico portoghese dopo il pareggio dei giallorossi in casa dell'Udinese

    La Roma pareggia Udine, Pellegrini realizza in pieno recupero il rigore dell'1-1. Mister Mourinho ha commentato così la prestazione dei giallorossi.


    Cosa ha pensato quando Pellegrini ha pareggiato?

    “Che c’erano altri due, tre minuti da giocare. Purtroppo, non è stato così. La partita non è stata diversa da come me l’aspettavo, sapevo che questo era lo stile di gioco dell’Udinese. Dopo un paio di minuti ho capito che non avevo sbagliato nell’analisi prepartita.

    Siamo entrati in partita con i cambi, con energia, principalmente con energia. Ho visto da parte di qualche giocatore una grande difficoltà ad entrare nel ritmo della partita. Anche parlando con il mio assistente Foti - per lui è la prima volta nelle competizioni europee - lui come allenatore commentava che non è facile, per chi non l'ha mai fatto, capire la difficoltà nel giocare contro una squadra che per una settimana prepara solo questo match.

    Partita difficile. Rimango con la sensazione che, se avessimo fatto gol prima, avremmo avuto più tempo per giocare. Purtroppo, abbiamo segnato alla fine. Però, sono otto partite di fila in Serie A senza sconfitte: quattro vittorie e quattro pareggi. E se qualche pareggio principalmente a casa… sono stati 2 punti persi. Quando pareggi nel finale della partita, alla fine non è una sconfitta”.

    Il fatto che i giocatori fossero poco carichi, fisicamente e mentalmente, è dipeso dalla partita con il Vitesse o dal fatto che l’Udinese ha messo la gara su un piano fisico molto alto?

    “Un po’ di tutto. Basta guardare uno, due, tre minuti il linguaggio del corpo di qualche calciatore e capisci subito. Purtroppo, nella mia squadra c’erano due, tre giocatori con questo linguaggio del corpo, e ho capito subito che non c’erano la giusta intensità, la giusta forza mentale. Dal canto suo, l'Udinese ha messo la partita sul piano fisico e ha fatto in modo di giocare pochissimo. Se si pensa che in futuro davvero le partite dovranno avere trenta minuti utili di gioco reale, magari a mezzanotte saremmo stati ancora qui, perché loro sono davvero molto forti in questa gestione dei tempi di gioco”.

    Si vedeva che mancava ritmo alla squadra, ma anche la ricerca delle seconde palle: l’Udinese arrivava sempre prima…

    “Certo. Anche il ritmo della palla: i passaggi semplici, la palla lenta, davano il tempo agli avversari di organizzarsi. Non ho qui i dati, ma sicuramente abbiamo avuto più possesso palla, ma un possesso palla senza aggressione, senza intensità… Era veramente una partita tra una partita al massimo delle proprie potenzialità contro un'altra in difficoltà.

    Ho parlato diverse volte con i giocatori, non possiamo scegliere le partite, non possiamo dire che una è più importante dell'altra. Adesso, c’è la sfida giovedì, ed è importante. Poi ci sarà quella di domenica e sarà importante. Non possiamo scegliere le partite, dobbiamo avere forza mentale, dobbiamo migliorare questo aspetto.

    La verità è che sappiamo che non è facile giocare di giovedì e di domenica, specialmente di domenica fuori casa: abbiamo perso a Verona, abbiamo perso a Venezia, abbiamo pareggiato oggi. Dobbiamo fare meglio, dobbiamo avere uno spirito diverso. Anche io sono un po’ stanco, ma la stanchezza la sento dopo la partita, mentre qualche mio giocatore ha avvertito la stanchezza prima della partita e questo atteggiamento veramente non mi è piaciuto”.

    Come ha visto Zaniolo?

    “L’ho visto molto bene. L'ho visto molto bene dal punto di vista emotivo. Gli avevo detto che l'Udinese ti fa prendere gialli e che doveva essere molto intelligente, molto controllato perché per come loro giocano, cercando di destabilizzare, è molto difficile.

    E devo anche dire che, dopo la sua esperienza di Zaniolo con il signor Di Bello, quando ha preso due gialli con l’Inter, mi faceva paura, e per questo penso che non si sia potuto esprimere in modo libero e abbia giocato in modo condizionato e con questo condizionamento ha fatto bene. Non sono dispiaciuto”.

    L’ha convinta la prestazione di Pellegrini?

    “Mi ha convinto, ma mi è mancato davanti, questo è il problema. Avevo bisogno di un po’ più di creazione bassa e di un terzo attaccante per non lasciare superiorità numerica ai tre difensori dell’Udinese. Ma ho avvertito un po’ la mancanza di Pellegrini.

    Dopo abbiamo rischiato tutto: facendo entrare Veretout e Perez per costruire da dietro senza avere la necessità di avere Lorenzo lì, Pellegrini ha giocato dietro gli attaccanti, e perdere per 1-0 o per 2-0 non avrebbe fatto alcuna differenza, mentre pareggiare 1-1 ci dà un punto e ci dà la sensazione di otto partite di fila senza sconfitta. Magari, sarebbe stato meglio cinque vittorie e tre pareggi, ma quattro vittorie e quattro pareggi non è male”.