Ecco i passaggi salienti dell’intervista.
“Contro il Bodo la partita perfetta”
“È stata la partita perfetta. Abbiamo fatto la fase difensiva e la fase offensiva in maniera eccezionale. Per quanto riguarda la tripletta sono molto felice perché ho aiutato la squadra a vincere la partita e passare il turno. Sul primo gol, nello specifico, quando vedi Lorenzo che ti guarda devi soltanto partire perché poi la palla ti arriva…”.
“L’assist di Zalewski? Ha fatto la transizione offensiva perfetta: poi ho visto lo spazio alle spalle del difensore e mi ci sono buttato, devo dire che è stato bravissimo lui a dare la palla e bravo io a concludere. E bravi anche in occasione del quarto gol, sapevamo che loro sarebbero venuti qui con la linea difensiva alta. (…) Azione venuta perfettamente”.
“Il gol non è la mia ossessione”
"Non è mai stato la mia ossessione il gol, anche perché preferisco fare una grandissima prestazione e vincere la partita anche non segnando. Per fortuna sono riuscito a fare tre gol e ad aiutare la squadra, quindi sono ancora di più felice”.
“La mia prima tripletta? L'avevo sognata così! Non l'avevo immaginata. Stadio pieno, 65mila persone e quarti di finale di una coppa europea, partita decisiva dell'anno. Sì, l’avevo sognata così. Dico la verità, a inizio partita era difficile pensarlo, che potesse succedere, però alla fine ci sono riuscito e sono felicissimo”.
“Mourinho sa come vincere”
“Mourinho è uno dei più forti allenatori al mondo! Ha inculcato a tutti l'arte del non mollare mai, dell’essere sempre sul pezzo, dell’unirci l'uno per l'altro per portare a casa i risultati. E speriamo di vincere qualcosa con lui”.
“Dal primo giorno che ci siamo riuniti a Trigoria, abbiamo subito lavorato giorno dopo giorno e tassello dopo tassello per provare a fare qualcosa di importante quest'anno. Con il mister che sa come fare a vincere, penso che abbiamo più possibilità”.
“Il Leicester è forte, ma pure noi lo siamo”
“Giochiamo una semifinale europea. Il Leicester è una squadra forte. Corrono tanto, sono una squadra fisica, la classica squadra inglese. Noi però siamo forti, siamo la Roma, abbiamo dimostrato quest'anno di potercela giocare con tutte: non abbiamo paura, andiamo a giocarci la partita con le nostre carte e con i nostri mezzi”.
"Vincere la Conference League sarebbe motivo di grande orgoglio, sarebbe un punto di partenza e non un punto d'arrivo. Per i tifosi significherebbe tantissimo, come per noi! 14 anni di attesa per un titolo sono un po’ troppo tempo. Quindi noi quest'anno ci proveremo a portarlo a casa”.
“Per quanto riguarda il mio rapporto con i tifosi è sempre stato perfetto, eccezionale: sono sempre stati al mio fianco, anche nei momenti brutti degli infortuni. Forse lì ho ricevuto ancora più affetto rispetto a quando gioco: io i tifosi devo soltanto ringraziarli. Saranno sempre nel mio cuore”.
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