Ecco le parole del tecnico giallorosso.
Quali sono le sue sensazioni alla vigilia del match?
“Intanto, per essere diretto e pragmatico non sembra un playoff di Conference League. Quando la Conference League è iniziata come progetto si temeva non ci fossero club top. Sembra una gara di Europa League o anche di Champions League. Roma e Trabzonspor giocavano la Champions. Sarà un peccato che giovedì prossimo una delle due sarà fuori dalla competizione. Sono squadre di qualità”.
Lei ha allenato in carriera grandi attaccanti. Abraham, Mayoral e Eldor possono diventare con il suo lavoro giocatori top?
“Paragonare è sempre sbagliato e pericoloso. Mette una pressione extra ai giocatori. I nostri attaccanti sono diversi tra di loro, ma sono giocatori bravi. Possono giocare anche due insieme. Non nascondo che quando abbiamo preso Shomurodov ero felice. Poi quando si è parlato di Dzeko in uscita non ho avuto paura, ma un pizzico di preoccupazione sì. Poi Tiago e la società hanno risolto la situazione in un modo fantastico. Tammy ha vinto tutto nel Chelsea, è un ragazzo giovane e di grande potenziale. I nostri tre attaccanti non hanno l’esperienza di giocatori come Ibrahimovic, Giroud che sanno tutto di calcio, ma siamo assolutamente fiduciosi con questi tre giocatori”.
Smalling non ci sarà per infortunio: giocherà Ibanez o Kumbulla?
“Posso dirlo perché i giocatori lo sanno, non mi piace quando altre persone sanno prima dei giocatori. Con me non è possibile. Giocherà Ibanez e Mancini. La situazione di Chris: ha lavorato tutti i minuti di pre stagione, dal primo giorno fino all’altro ieri. Ha lavorato ogni minuto benissimo, pieno di fiducia e nell’ultima partita con il Raja è scivolato nell’ultima azione prima del cambio e ha sentito un fastidio. Stiamo lavorando tutti insieme a livello preventivo”.
“La squadra ha avuto negli ultimi anni un record negativo di infortuni e stiamo lavorando su questo. Ci sono delle cose che possiamo migliorare, tutti insieme: allenatore, preparatore atletico e i giocatori sono super disponibili per questo lavoro invisibile che facciamo. Pensiamo che può dare risultati per noi. Per questo piccolo problema di Chris magari è un dejà-vu, ma posso dire che ha lavorato benissimo. Mi fido di lui come progetto di stagione. Non gioca domani, magari non lo farà nemmeno domenica, ma non è un grosso problema”.
La sua missione è costruire una mentalità vincente. Ha visto delle cose nuove in proposito? E cosa l’ha colpita di più?
“La voglia di lavorare e di migliorare della gente. E quando dico gente non faccio riferimento solo ai giocatori, ma di tutti quelli che lavorano all’interno dei dipartimenti del club. I giocatori lo sentono, che intorno a loro c’è lavoro e voglia e professionalità. Così è più facile capire che questa è la direzione. Per fare un esempio che magari non significa molto per la gente, ma significa molto per me, domani dopo la partita non andiamo a casa, rimaniamo a Trigoria perché dobbiamo riposare, arriveremo alle 4-5 del mattino. Ci potrebbe essere un’ora in macchina per arrivare a casa”.
“Ci sono dei sacrifici da fare se vuoi seguire una linea di professionalità. E mi ha colpito vedere le braccia aperte di tutti. Ma posso dare mille esempi di quello che qui sono disponibili a fare. Tempo è una parola chiave quando ho iniziato a parlare con la proprietà. È una parola che sarà qui fino a che non siamo davvero un club ad alta professionalità. Qualche volta una squadra vince qualcosa isolatamente da un contesto. La proprietà non vuole questo, vuole costruire. Tempo e filosofia sono i concetti più importanti ora. Evoluzione senza risultati è difficile da capire per la gente ed è difficile conviverci per uno come me. Il tempo sarà sempre un ingrediente del nostro lavoro, ma vogliamo fare le cose bene. Vogliamo migliorare e fare risultati. Se voi mi dite che non avremo un miglioramento di risultati, io sarei veramente frustato. Per me si può migliorare come club e migliorare i risultati sportivi degli ultimi anni”.
Che opinione ha del Trabzonspor?
“Prima di tutto vedo la storia del club, vedo l’impatto nel campionato turco e l’esperienza europea. Dopo inizio ad analizzare la squadra. Per questa partita vedo una squadra organizzata e quando vedo questo vuol ire che l’allenatore è bravo. Giocatori di esperienza, al contrario di noi loro basano la propria qualità sull’esperienza di tanti giocatori. Abbiamo due tempi, uno domani e uno giovedì. Noi faremo di tutto per vincere, non solo l’eliminatoria ma anche le due partite. Il nostro approccio domani non sarà pensare che è una partita con una soluzione all’Olimpico. Vogliamo vincere anche domani, ma con rispetto totale per una squadra di qualità ed esperienza”.
Cosa pensa degli ultimi risultati del Trabzonspor e di giocatori come Hamsik, Gervinho e Bruno Peres?
“Tutto il nostro club conosce perfettamente Bruno Peres, conoscono le sue qualità e il suo essere professionista. Può giocare in diverse posizioni ed è un plus valore per loro. Gervinho e Hamsik sembra che non hanno 34 anni, sembra che abbiano il passaporto sbagliato, sembrano ragazzini. Gervinho gioca con libertà e può esprimere talento individuale, Hamsik è fondamentale a centrocampo, può essere pericoloso e può gestire ritmi e gioco. Sono giocatori importanti, ma ci sono anche altri giocatori di qualità. È una buona squadra. È bello così, nessuno così può dire che la Conference sia facile da giocare”.
Sarà la sua prima partita ufficiale come allenatore della Roma. C’è un giocatore che la preoccupa del Trabzonspor?
“Difficile in una partita così. L’unico dubbio che possiamo avere è se gioca o non gioca Cornelius in attacco. Nel caso non giocasse, sappiamo chi sarà in campo e i loro posizionamenti. Ma non solo l’attacco. Anche in difesa ci sono buoni elementi. Vitor Hugo e Edgar sono giocatori di pallone, non solo difensori centrali. I terzini, il portiere. È una squadra equilibrata, che cercherà di vincere anche in Turchia. Non possiamo guardare un solo giocatore, ma tutta la squadra”.
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