Ecco le parole del tecnico giallorosso.
La partita di Verona ha confermato che questa squadra soffre le partite molto fisiche, in cui si fanno duelli uno contro uno. Questa problematica come si può risolvere? Andando a prendere un giocatore a centrocampo, che abbia tempi di regia e qualità? Oppure con delle nuove sicurezze che la squadra può raggiungere?
“Il mercato è chiuso, voi volete mettermi già in condizioni di parlare di mercato. Non lo faccio, non parlo di mercato. Ovviamente analizzo la questione, ma non posso condividere con voi tutto quello che analizzo. Capisco la tua domanda, però non ti rispondo. Neanche sulla prima parte della domanda, che la squadra soffre in determinate condizioni. Io non voglio entrare in questa dinamica. Nello stesso modo in cui abbiamo vinto tre partite di fila di campionato, più altre tre d’Europa, non sono entrato in questa dinamica di euforia e non entro adesso in una dinamica di problemi grossi”.
“Abbiamo perso una partita, non abbiamo giocato bene. E per me, con voi, non ho niente più da dire. Ai miei giocatori ovviamente sì, abbiamo analizzato la partita nei dettagli, però anche quella partita lì l’abbiamo analizzata guardando al futuro, non alla partita stessa che abbiamo già perso e nella quale abbiamo lasciato tre punti”.
Un allenatore come lei, che ha allenato dappertutto e che ha vinto tutto, dopo un passo falso come quello di Verona, una sconfitta che pochi si aspettano, di quanto tempo ha bisogno per capire il problema?
“Perché in pochi si aspettano? Perché ne abbiamo vinte tre prima? Perché qui è troppo facile entrare nella dinamica dell’euforia ed è troppo facile entrare in quella della depressione. Io non entro in questo. Voi mi avete visto celebrare come una pazzo una vittoria speciale, in un momento speciale, in un minuto speciale, in una partita speciale per me, ma solo mi avete visto euforico un minuto in due mesi. Solo una volta. Mi avete visto sempre tranquillo, equilibrato, mai euforico, mai a dire che una squadra finita a 29 punti dallo scudetto poteva vincerlo. Non mi avete mai visto così”.
“E adesso non mi vedrai nella dinamica opposta perché abbiamo perso una partita. Magari io sono troppo onesto, se io devo essere troppo onesto, altrimenti dopo quella partita lì avrei dovuto dire l’arbitro non doveva dare il cartellino giallo a Veretout, Veretout è rimasto condizionato nel corso della partita. Oppure, la pioggia, il campo. Io magari sono troppo onesto quando ho detto “non abbiamo giocato bene, abbiamo commesso degli errori”. Magari un pareggino andava anche bene, però abbiamo perso, siamo tristi, ma siamo ancora equilibrati”.
“E voi non è che con un risultato mi mettete di là o di qua. Io sono equilibrato. So perfettamente perché sono venuto qui. Io sono venuto qui esattamente per il mio livello di esperienza, maturità e equilibrio. Per non lasciare andare questa gente andare in euforia dopo tre partite, non trenta. Parole mie. Tre, non trenta. E non lasciare questa gente andare ora in depressione. Abbiamo tanto da fare, tanto da fare. Voi cercate di metterci punto nello stesso gruppo di squadre che negli ultimi due anni hanno finito con quindici, venti o venticinque punti di più. Lasciateci tranquilli. Nel buono e nel negativo. Nel buono non dire che siamo candidati a qualcosa perché non siamo candidati a niente. Ancora parole mie: siamo solo candidati a vincere la prossima partita. Solo questo”.
“Abbiamo perso, voi volete analizzare con me la partita di Verona. Non posso. Lunedì, giorno libero, non per me e per il mio staff. Alle 10 di mattina eravamo qui. Lavoriamo tutto il giorno. Analizzare, preparare. Il giorno dopo, arrivano i giocatori. Analizzare, riunioni individuali, riunione collettiva. Lavorare. E adesso candidati a vincere una partita molto difficile contro l’Udinese. Però siamo candidati a vincere questa partita. Noi e loro. Però noi vogliamo vincere questa partita”.
“Equilibrati, tranquilli. Io sono equilibrato. Poi, sono meno felice? Normale, è la natura quando si perde. Ma anche in questo abbiamo parlato. Trasformare la tristezza in motivazione. Non trasformare tristezza in depressione. Se noi abbiamo un problema grosso dopo aver perso una partita, immagino le altre squadre che hanno perso due o tre o pareggiate altre tre. Noi tranquilli. Noi facciamo la nostra strada che è una strada di tranquillità e ambizione. Però ambizione con base in tranquillità. Ed è così. Tranquilli. Noi tranquilli”.
Che insidie si aspetta dalla partita di domani? Anche l’Udinese arriva a questa gara dopo uno schiaffo subito in casa.
“Uno schiaffo nel risultato, è vero, non nel gioco. Hanno giocato contro una squadra bravissima, però sono arrivate gol da palle inattive, primo gol un po’ strano, però l’organizzazione di gioco – quello che hanno fatto dalla prima partita con la Juventus all’ultima contro il Napoli – ha dimostrato che è una squadra solida che sa come gioca, sa come difendere, sa come fare danno all’avversario. Per me è una squadra difficile. Se loro giocano di nuovo con 5 dietro è un modo diverso del 5 del Verona, è un modo diverso di giocare, ma hanno stabilità nel loro gioco. Hanno fisicità, gente di qualità e creatività. Una squadra di livello. Sarà una partita difficile per noi”.
L’equilibrio difensivo dell’inizio stagione si è un po’ smarrito?
“Se non avessimo dovuto lavorare tanto, invece di tre anni di contratto, i Friedkin mi avrebbero fatto tre mesi di contratto per risolvere tutti i problemi. Non tre anni. E in tre mesi io avrei potuto risolvere tutto. Quando dico io, non sono solo io, è noi. Intendo io, i giocatori e il mio staff. In tre mesi è molto difficile. In tre mesi puoi sviluppare una squadra che è già squadra. In quel caso puoi sviluppare veramente, puoi dare qualcosa di personale ad una squadra già fatta”.
“Quando una squadra non è una squadra non è in tre mesi che sviluppi tutto. Se le occasioni subite con il Sassuolo sono conseguenza di ambizione nostra, non è un problema per me. Non è un problema per me. Ovvero, se io perdo una partita per troppa ambizione e voglia di vincere. Anche io mi sono preso dei rischi con alcuni cambi, ma sapevo perfettamente quello che facevo. Magari vincevi o perdevi o magari finiva 1-1 come stava per finire. Questo per me non è un problema. Mentre, un problema è subire tre gol subiti in una partita”.
“Sono troppi. E se ne segni due fuori casa, devi vincere. Non pareggiare, vincere. In quella partita sì, dal punto di vista difensivo abbiamo avuto dei problemi. Non vado nei dettagli perché magari Gotti è interessato a saperli. È normale. Però io posso dire che quella partita lì abbiamo giocato male. Poteva finire in pareggio, sì. Faraoni ha fatto gol della vita in un momento della partita in cui potevamo tornare, sì. Non voglio alibi. L’arbitro è stato bravo. Non dirò il campo, la pioggia. Abbiamo perso. Domani ce n’è un’altra per giocare”.
Come sta Vina? L’idea di Calafiori al suo posto è sempre valida? Oppure opterà per un terzino di stabilità?
“Vina domani non gioca. Calafiori è valido. Però valido con 19 anni, con pochissime partite di Serie A alle spalle. Valido per noi. Se tu fai questa domanda a 4/5 squadre di Serie A più forti magari ti dicono che non è valido, avendo loro due giocatori di esperienza per ruolo. Ma per noi sì, per noi è valido. Ha fatto una partita timida, però una partita equilibrata. Quando parliamo di problemi difensivi, posso anche dire che io mi aspetto dai miei terzini un po’ di più di fiducia per giocare. E andiamo in questa direzione. È un ragazzo di 19 anni, con qualità, senza tanta esperienza, ha bisogno di tempo per diventare un giocatore con più maturità”.
Cristante e Veretout continuerà a gestirli con i 5 cambi, viste anche le partite ravvicinate?
“Ci sono delle squadre che hanno possibilità di pensare così. Per noi è più difficile. In qualche posizione è più facile, perché ci sono diversi giocatori allo stesso livello di qualità, esperienza, intensità, ritmo, ci sono altre posizioni dove per noi è un po’ più difficile fare questo. Di solito non dico chi gioca, ma domani giocano Cristante e Veretout”.
Per la sua esperienza, il discorso dell’euforia e della depressione, è un rischio che riguarda anche i giocatori? A maggior ragione nell’epoca dei social?
“Io solo posso controllare i giocatori, non posso controllare voi giornalisti o i tifosi. Posso cercare di influenzare quelli vicini a me, naturalmente i giocatori. Mi è piaciuto lo spogliatoio dopo le vittorie, mi è piaciuto, in tutti i successi ho visto uno spogliatoio equilibrato. Abbiamo celebrato un po’ di più con il Sassuolo, ma è normale. Dopo la sconfitta ho visto uno spogliatoio triste, come piace a me, ma un triste equilibrato. Siamo tornati, lavoriamo”.
“Dobbiamo trasformare tristezza in motivazione. Ma con questo livello di stabilità che è molto importante. Io ho già detto che è una stagione non è un’autostrada. È una stagione con curve, in cui devi guidare sempre con concentrazione, visione, tranquillità. Non è un’autostrada. L’autostrada magari è per una squadra “toppissima”, di quelle squadre che vincono, vincono, vincono ogni partita. Magari Bayern, PSG. Ripeto, non non è un’autostrada. Tranquillo. Piano, piano”.