C'è una data precisa nella storia del Lupetto, iconico marchio della storia della Roma, simbolo distintivo che ha fatto innamorare intere generazioni di tifosi giallorossi. Quella data è il 30 giugno 1978.
Disegnato dal leggendario (e indimenticato) Piero Gratton, registrato all’Ufficio Centrale Brevetti Roma con il protocollo 34216C/78, quel giorno il Lupetto viene descritto così sul verbale di deposito presso il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato: "Due centri concentrici scuri racchiudenti la rappresentazione schematica di una testa di lupo a bocca semi-aperta e presentante un grosso occhio ovale chiaro".
Assieme al Lupetto, con numero di protocollo 34217C/78, viene depositato anche il marchio costituito "da una grossa “R” maiuscola scura, piena, un po’ fantasiosa e bordata da una doppia cornice che ne segue il profilo, il tutto apparendo simile a una freccia diretta in alto a sinistra".
Sono l'eredità più visibile di uno straordinario professionista, di un uomo che sarebbe riduttivo definire un grafico. Perché come testimonia la sua eredità, oggi conservata dalla Roma, Piero Gratton fu molto di più. Fu un luminare della creatività. E per i tifosi della Roma, sarà il papà del Lupetto. Lo sarà per sempre.
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