Non l’hanno fatto in molti, in generale, nella storia di questo sport. Lui sì, però. “Pluto” fece eccezione. E la fece per la Roma. Difensore tra i più completi di sempre, legò praticamente tutta la carriera ai colori giallorossi. Arrivato dal Benfica nell’estate del 1990 con una folta e riccioluta chioma, ha accompagnato la Roma in una fase di ricostruzione, passando per tre presidenti diversi, arrivando fino allo Scudetto del 2001.
Il 2 giugno 2003 – a quasi 38 anni compiuti – Aldair dà l’addio alla Roma, in un evento ad hoc organizzato allo stadio Olimpico. Addio alla Roma, non al calcio. Perché nella stagione successiva il 6 sarebbe passato al Genoa, in Serie B per poi continuare in patria, fino a concludere a San Marino, nel Murata.
Già, il 6. Da quella sera e nei dieci anni successivi quel numero non sarebbe finito sulle spalle di altri calciatori, fino a quando Kevin Strootman – centrocampista preso dal PSV Eindhoven – nel 2013 non ne fece espressa richiesta. E lo stesso Alda si dichiarò ben felice che l’olandese ereditasse la sua maglia.
“Per 13 anni la nostra maglia hai onorato... Nel nostro cuore un posto ti sei conquistato!". È lo striscione che la Curva Sud dedica la sera dell’Aldair Day, nella parte bassa del settore. Una delle tante testimonianze d’affetto per il brasiliano in quella serata.
La rassegna inizia nel tardo pomeriggio con la passerella riservata ai giocatori presenti, oltre che per il protagonista principale. Sul campo si confrontano una mista Roma della stagione 1990-91 e di inizi Anni 2000.
21 giallorossi: Peruzzi, Cafu, Zago, Candela, Samuel, Conti, Giannini, Balbo, Totti, Emerson, Konsel, Cufrè, Lima, Nela, Annoni, Tempestilli, Carboni, Di Francesco, Rizzitelli, Zebina, Guigou.
16 brasiliani, molti di loro campioni del mondo a USA 94: Marco Aurelio, Jorginho, Goncalves, Marcio Santos, Serginho, Dunga, Junior, Rai, Romario, Elber, Leonardo, Julio Cesar, Mauro Silva, Alberto, Elson, Assunçao.
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E pensare che quel congedo sarebbe potuto consumarsi un anno prima, al termine della Serie A 2001-02. Nell’ultima partita interna contro il Chievo, Aldair viene sollevato dai compagni e portato in trionfo davanti ai tifosi, che gli scrivono: “Aldair eroe senza tramonto”. Tutto fa pensare ad un saluto, ad un addio. In realtà, poi, durante l’estate lo scenario cambia. E quel presunto addio diventa un arrivederci.
Nella giornata della presentazione della squadra all’Olimpico, si materializza la sorpresa. Poche ore prima della partita amichevole contro il Kashima Antlers di Toninho Cerezo (accolto come un idolo sotto la Sud), Aldair firma il rinnovo per un’altra annata. Per tutta la stagione 2002-03. L’ultima, stavolta. Aldair saluta la Roma nella serata dell’addio con un giro di campo emozionante, luci spente nell’impianto e fuochi d’artificio a illuminare la scena.
Il “timido bahiano” si scioglie davanti la sua gente. “Aldair, Aldair, Aldair…”, inneggia la gente di Roma. E i presenti, amici e compagni di squadra, gli riservano parole di stima e riconoscenza.
Leo Junior: “Ha avuto una festa degna di tutto quello che ha fatto con la Roma in tredici anni. Qualsiasi parola non basterebbe. Pochi giocatori brasiliani hanno giocato così tanto in un club europeo così grande”.
Marcos Cafu: “Non ci sono parole per descriverlo. È nel cuore dei tifosi e di noi compagni di squadra. Il miglior momento vissuto con lui? Una volta si presentò vestito da astronauta…”.
Marcos Assunçao: “Onorato di aver partecipato a questa festa, non lo dimenticherò mai. La Roma sarà per sempre nel mio cuore”.
Antonio Tempestilli: “Uno straordinario personaggio, calciatore e uomo. Con lui ho instaurato un rapporto che conserverò per sempre”.
Amedeo Carboni: “Aldair merita solo elogi. Del calciatore è inutile parlare. Il suo modo di fare, di giocare, è una delle cose migliori passate per Roma. Come persona che dire? L’ho conosciuto per sette anni qui a Roma, è un grande amico”.
Zdenek Zeman: “Ha dato tanto al calcio. Ha militato in due squadre importanti come Brasile e Roma”.
Antonio Carlos Zago: “Un onore aver giocato al fianco di Aldair nella mia carriera. La Roma è rimasta nel mio cuore”.
Come nel cuore di Aldair. Uno dei 31 famers dell'AS Roma.
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