Ecco le parole del tecnico giallorosso.
La Roma tra le prime 15 nel ranking UEFA. Come mai questa differenza di rendimento tra Serie A e Europa League nelle ultime gare?
“Sono due competizioni diverse. Come ho detto prima della partita con l’Ajax, siamo stati per tutta la stagione tra i primi quattro della classifica. Il nostro obiettivo in campionato. Ma c’è da dire pure che ci sono state assenze importanti. Inoltre, la Serie A è una competizione lunga, con tante partite. L’Europa League ha la fase a gruppi, poi match a eliminazione diretta. Credo sia questa la differenza. Quando la competizione è più lunga, si può fare qualche passo falso”.
Ha mai pensato ad un collaboratore italiano?
“Mai pensato. Mai”.
In Europa League la Roma sembra avere una testa diversa, più libera. Come si fa a far capire di pensare domani con il Bologna e non al ritorno con l’Ajax?
“Pensando partita dopo partita. Oggi è importante pensare solo alla partita con il Bologna”.
Sabatini, dirigente del Bologna, in un’intervista ha detto che lei meriterebbe la conferma.
“Non ho visto l’intervista. Lo ringrazio per le parole, ma non voglio commentare ciò che non ho visto”.
È vero che sul suo futuro una decisione è già stata presa?
“Il mio futuro non è importante. Sono focalizzato sul presente. E la cosa più importante è la Roma in questo momento”.
Come gestirà Veretout e Mkhitaryan? E Smalling ci sarà con l’Ajax?
“Sarà difficile avere Smalling con l’Ajax. Mkhi si è allenato con noi da oggi, ma domani non partirà dall’inizio. Veretout vediamo domani”.
Ci può essere spazio per Pastore?
“Pastore è stato fermo tanto tempo. Io penso che deve tornare a giocare al tempo giusto, nel contesto giusto. Ma lui sa quello che penso”.
Vi siete dati una spiegazione per i tanti infortuni al flessore?
“Non è un problema solo della Roma, ma di tutte le squadre per tutte le partite che vengono giocate tra campionati, coppe e nazionali. Il calendario è sempre fitto di impegni, con tante gare. In questo momento si vede di più perché i match da affrontare sono tanti. E questo è un problema di cui si dovrebbe parlare. Guardiola lo dice sempre, i giocatori non sono macchine”.
A questo punto può avere un senso puntare su una competizione?
“No, dobbiamo pensare che la prossima partita è la più importante per noi. Pensiamo al Bologna”.
Cosa manca al calcio italiano per affidarsi completamente ai giovani?
“Penso che è un problema culturale e di atleticità. La Serie A è uno dei campionati più importanti del mondo. In Olanda, ad esempio, sono obbligati a formare giocatori giovani. Qui in Italia è un po’ diverso. A Roma abbiamo diversi giovani. Kumbulla, Calafiori, Ibanez, Mancini, Villar”.
Affronterete la squadra che tira di più verso la porta insieme alla Roma.
“Sarà una partita difficile, ma siamo focalizzati su tutta la squadra avversaria. Sappiamo che è una formazione aggressiva, con giocatori di qualità”.
Come stanno Santon e Reynolds?
“Sono convocati, pronti per giocare. Vediamo domani”.
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