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    Da Chivu a Kluivert, i 9 giocatori tra Roma e Ajax


    Sul campo sono due i precedenti ufficiali, nella Champions League 2002-03. Anche se la gara più famosa tra Roma e Ajax – almeno da queste parti – fu un’amichevole del 9 febbraio 1997.

    Torneo città di Roma, partite da 45 minuti ciascuna, triangolare che vide protagonista anche il Borussia Moenchengladbach. La vetrina che consegnò definitivamente alla Roma la classe infinita di Francesco Totti e che rinviò – di fatto – il primo affare tra il club giallorosso e quello dei lancieri.

    Erano i tempi in cui si parlava con sempre maggiore insistenza di Jari Litmanen, futuro giocatore romanista. Grande calciatore, il finlandese. Classe cristallina, maglia numero 10 nel proprio club e tanta esperienza internazionale. Non se ne fece più nulla perché l’allora 17 dimostrò la sua pasta in quella rassegna invernale, incastonata in mezzo ad una pausa per le nazionali, facendo saltare anche il banco del suo possibile trasferimento alla Sampdoria.

    Successivamente, sempre a proposito di amichevoli, ne seguì un’altra 4 anni dopo. Estate 2001, a Berlino. Altra partita non da almanacco, stavolta di 90 minuti. La Roma di Capello con lo scudetto sul petto appena conquistato affronta l’Ajax il 12 agosto, a nemmeno due settimane dall’inizio del campionato. Per la cronaca, vincerà la Roma 2-1 con Assuncao e Cassano (rete di Shota Arveladze per gli altri). La formazione olandese è formata da tanti talenti che di lì a poco faranno ingolosire diversi club. Trabelsi, Van der Vaart, Maxwell, Ibrahimovic e Chivu. E sarà proprio il difensore romeno il primo giocatore di matrice Ajax a vestire il giallorosso.

    CRISTIAN CHIVU

    Approda nella Capitale nell’estate 2003. Dopo aver affrontato l’Italia con la Romania prima a Euro2000 e poi in una partita valevole per le qualificazioni al Mondiale 2002, subendo in entrambe le occasioni un gol da Totti, con lo stesso Francesco che gli procurerà la frattura del setto nasale in uno scontro fortuito, Chivu viene ingaggiato dal club giallorosso dopo un blitz da oltre 18 milioni di euro.

    Acquisto caldeggiato da Capello, che se l’era ritrovato di fronte in Champions League nell’edizione 2002-03, dove era rimasto impressionato dalla sua personalità e leadership (era il capitano dei lancieri a 23 anni). Lo stesso tecnico di Pieris lo preferì a Lucio del Bayer Leverkusen, in ballottaggio fino alla fine con il romeno. Difensore centrale che poteva ricoprire anche il ruolo di terzino sinistro, saltò la prima partita di campionato con l’Udinese perché l’affare con gli olandesi tornò in discussione per motivi economici. Ma fu solo un momento, Chivu vestirà la maglia giallorossa per 4 stagioni.

    AHMED HOSSAM MIDO

    Oltre che il concorrente di Zlatan Ibrahimovic nell’Ajax nel ruolo di punta centrale nei primissimi anni 2000, era stato anche il partner d’attacco di Didier Drogba nel Marsiglia. E proprio dal club francese l’attaccante egiziano arrivò in giallorosso, nel mercato estivo del 2004. La Roma lo acquistò comunque dall’Ajax, il club proprietario del cartellino che lo aveva mandato in Francia in prestito dove aveva realizzato 9 gol tra Ligue 1 e coppe.

    Nell’estate in cui si rincorsero a lungo le voci di un possibile approdo di una punta centrale di livello internazionale: il nome più gettonato era Gilardino, ma girarono anche le candidature di Luis Fabiano, Julio Cruz, lo stesso Ibrahimovic, alla fine dal cilindro spuntò proprio Mido, mentre Ibrahimovic si accasò alla Juventus. Mido fu presentato insieme a Mexes, esponendo la sua 99. Due volte 9. Tuttavia, non lasciò mai il segno. La casella dei gol segnati rimase a zero.

    SAMUEL KUFFOUR

    Doveva rappresentare un fiore all’occhiello del complicato mercato dell’estate 2005, condizionato dalla vicenda Mexes-Jouanneaux. Kuffour vinse la Champions con il Bayern Monaco da punto fermo della squadra tedesca. La Roma lo prese a 29 anni a parametro zero, svincolato proprio dal club bavarese. L’impatto con la realtà giallorossa fu impressionante, solido in difesa e determinante anche in zona gol (rete a Tromsoe).

    Poi, la chiamata per la Coppa d’Africa e un gol subito in un Roma-Juventus con un duello perso con Ibra, gli tolsero alcune certezze. Intanto, esplose proprio Mexes, diventando il leader del reparto insieme a Chivu. Così l’esperienza del centrale ghanese si esaurì nella sola stagione 2005-06. Il cartellino restò comunque di proprietà della Roma, che lo girò prima a Livorno, poi nel gennaio 2008 proprio all’Ajax. È l’unico calciatore ad aver fatto il percorso inverso e diretto, Roma-Amsterdam.

    BOGDAN LOBONT

    Quando Lobont passò alla Roma, nell’estate 2009, aveva già affrontato i giallorossi con due diverse maglie. In Champions, nel 2003, con l’Ajax nell’incontro dell’Olimpico. Poi con la maglia della Fiorentina nell’arco del campionato 2005-06. In particolare, in questa seconda occasione, il portiere romeno impressionò contro la Roma di Spalletti in una sfida disputata al Franchi, una sorta di spareggio Champions.

    Nonostante l’attacco giallorosso fosse abbastanza spuntato, per l’assenza di Totti e di altri calciatori offensivi, il sistema romanista creò comunque diverse occasioni da gol, praticamente tutte sventate da Lobont con grandi interventi. Salvo poi doversi arrendere alla fine a Leandro Cufrè, per l’1-1 finale.

    Nella Roma arrivò dalla Steaua Bucarest più per ricoprire il ruolo di secondo o terzo, raramente è stato il primo per un medio-lungo periodo. Nonostante non abbia giocato moltissimo, è sempre stato riconosciuto come uno dei leader positivi dello spogliatoio. E nella Roma c’è stato fino al 2018, per 9 anni.

    MARTEEN STEKELENBURG

    Uno dei primi acquisti della società americana sotto la presidenza di Thomas Di Benedetto, oltre che il primo olandese della storia della Roma. Dopo diversi anni con Doni primo portiere e poi la parentesi da Superman di Julio Sergio nel 2009-10, si andò a cercare un altro numero 1 affidabile. Si puntò forte su Stekelenburg dell’Ajax. Tra le tante credenziali che si portava appresso, la più prestigiosa era quella di essere il portiere titolare dell’Olanda vice campione del mondo nel Mondiale 2010.

    Anche lui la Roma l’aveva affrontata nell’edizione 2002-03 della Champions, proprio da estremo difensore dei lancieri, nel match di andata vinto 2-1 dagli olandesi (gol di Ibrahimovic e Litmanen). Nella Capitale scelse il numero 24 per lasciare la 1 all’amico Lobont, che si ritrovò in giallorosso dopo gli anni condivisi all’Ajax. Marteen non fu fortunatissimo, rimase per due stagioni. Oggi è di nuovo all’Ajax e sarà un avversario

    BOJAN KRKIC

    Bojan Krkic e Giovani dos Santos nella Masia del Barcellona rappresentavano la replica – almeno visivamente – di Messi e Ronaldinho. Lo spagnolo faceva le veci del fuoriclasse argentino, il messicano quelle dell’asso brasiliano. Nelle categorie giovanili fecero insieme valanghe di gol e il futuro del Barça sembrava garantito per un altro decennio. Nonostante un ottimo avvio di carriera anche a livello professionistico, alla lunga i due non mantennero le promesse.

    Bojan fu giallorosso nella sola stagione 2011-12, preso proprio dal Barcellona. Il suo rendimento non fu malvagio in termini numerici, 7 gol in campionato, ma non bastò per la conferma. L’estate successiva sarebbe passato al Milan e l’anno dopo – 2013-14 – proprio all’Ajax dove pure lì restò una sola stagione. Oggi è svincolato.

    URBY EMANUELSON

    Nell’Ajax si impose come uno degli esterni bassi di sinistra con più talento del continente tra il 2004 e il 2011. Olandese con origini del Suriname, via via con il corso del tempo la sua parabola calcistica ha conosciuto una discesa poco giustificabile, considerando mezzi tecnici e fisici non indifferenti. Nella Roma arrivò nell’estate del 2014 a parametro zero dopo essersi svincolato dal Milan. Ma concluse l’esperienza nella Capitale dopo appena sei mesi, collezionando due presenze.

    THOMAS VERMAELEN

    La Roma lo prese in prestito dal Barcellona nel mercato estivo del 2016. Doveva essere il centrale di esperienza e tecnica da affiancare a Kostas Manolas, quello deputato a far iniziare l’azione con qualità. Ma questo ruolo, alla lunga, verrà affidato a Federico Fazio, anche lui ingaggiato nella stessa campagna di trasferimenti, pure lui in prestito, ma dal Tottenham. Vermaelen arrivò con tante voci di prestigio sul curriculum: Ajax, Arsenal, Barcellona, capitano della nazionale belga. Non riuscì ad imporsi a causa di qualche problema fisico che ne condizionò il rendimento.

    JUSTIN KLUIVERT

    Figlio di Patrick, colui che fu attaccante di Ajax, Milan e Barcellona, Justin viene ingaggiato nell’estate del 2019 dall’Ajax. Lui meno uomo d’area di rigore rispetto al padre, ma più esterno offensivo in grado di cambiare passo e ribaltare l’azione con rapidità e fantasia. All’arrivo a Ciampino, di sera, viene accolto da una folla di romanisti entusiasti. Classe 1999, nella Roma trascorre due stagioni. Oggi è un giocatore del Lipsia di Nagelsmann, ma il cartellino è ancora di proprietà dei giallorossi.