Ecco le sue parole.
Hai giocato in un campionato diverso da quello italiano, oltre che aver contratto il Covid. Quando sarai pronto per tornare ad essere titolare in Serie A?
“Sono stato fermo qualche mese dopo la Nazionale. Mi sono allenato da solo, ho fatto il massimo per arrivare ad una buona condizione. Ora mi serve ancora tempo per tornare al top, abbiamo fatto un programma con i preparatori, ogni giorno lo aggiorniamo in base alle mie sensazioni, ma ho tanta voglia di ripartire. Tanto entusiasmo di ricominciare con questa maglia”.
Hai parlato con l’allenatore per una tua collocazione tattica nel tridente offensivo?
“Sì, abbiamo avuto modo di parlare con lui il primo giorno quando sono arrivato. L’attacco non è stato stravolto. Si parte larghi per poi accentrarsi. Il sistema di gioco che era simile già con Di Francesco. Gli ho fatto presente che sono a piena disposizione per ricoprire tutti i ruoli dell’attacco”.
Nel tuo ruolo c’è tanta concorrenza e di qualità. È uno stimolo o un timore?
“Non è mai un timore, soprattutto quando giochi ad alti livelli. È uno stimolo per fare sempre meglio. Sono entrato nel calcio da piccolo, mi sono sempre confrontato con grandi giocatori. Più concorrenza c’è, significa che c’è più qualità e più possibilità di vincere”.
Hai visto la gara con il Verona vicino a Dzeko, lo hai trovato sereno?
“Sì, l’ho ritrovato sereno, con il sorriso, felice di aver rivisto lui, gli altri e di aver conosciuto i nuovi”.
Qual è la strada migliore per riavere al top Dzeko?
“Sappiamo quali sono le sue qualità. È un giocatore di grande personalità. Troverà la strada per tornare ad essere un giocatore importante per la Roma”.
Tralasciando il lato economico, l’esperienza in Cina ha avuto più pregi o difetti?
“È stata un’esperienza molto particolare, condizionata dalla pandemia. I primi sei mesi mi alternavo tra club e Nazionale. Nonostante questo ho vinto un trofeo, il mio primo trofeo da protagonista in campo. Resta una soddisfazione e un rigore. Poi dopo la fine del campionato siamo stati fermi quasi sette mesi, solo allenandoci. A livello calcistico non è stato semplice. Ma sono tornato nella squadra in cui volevo tornare, con l’Europeo alle porte. Sono contento”.
Cosa hai trovato di diverso nella squadra e nella società?
“Sono molto contento di ritrovare questa società. È stata un’accoglienza molto positiva. Già l’ho detto, è come se non me ne fossi mai andato. Ho instaurato tanti rapporti qui, ho costruito più che un semplice percorso calcistico. Ho ritrovato tante persone qui a Trigoria. Mi ha fatto piacere ricevere la fiducia del presidente, del direttore Tiago, del mister. Hanno dimostrato interesse nei miei confronti sin da subito e fiducia. Ora sta a me ripagare questa fiducia. E mi auguro di farlo il prima possibile”.
Dalla tua ultima partita con la Roma sono cambiate tante cose. Lo stadio è vuoto e anche tatticamente in campo c’è un altro assetto tattico.
“Il sistema di gioco non penso sia cambiato tantissimo. Giochiamo sempre con due attacchi larghi, che vengono a giocare dentro con Edin. Ovviamente, i tifosi allo stadio mancano. Mi auguro possano tornare quanto prima”.
Quanto conta per te avere la proprietà qui a Trigoria?
“Conta tanto per la squadra e per l’ambiente, sentire la vicinanza del presidente. È una spinta maggiore per tutti noi. Ho notato grandissima disponibilità da parte di tutti. Dal direttore al presidente. È una cosa positiva. Sta a noi fare il nostro lavoro con professionalità e diligenza”.
Perché nel mercato estivo la trattativa per farti tornare non è andata a buon fine?
“È stata una situazione un po’ particolare, di attesa, a volte i tempi non coincidono. Però ora è andata a buon fine e sono entusiasta di essere di nuovo qui, non vedo l’ora di poter scrivere un altro capitolo importante con questa maglia”.
Come collochi la Roma in questo campionato?
“Questa è una squadra che negli anni si è sempre posta l’obiettivo della Champions e anche di più. Ha sempre avuto potenzialità per arrivare in alto. Il campionato è competitivo, avvincente, tante squadre si sono rinforzate, ma qui ho trovato un ambiente positivo, una squadra che si aiuta. E questo è fondamentale per uscire dalle difficoltà quando ci sono. Con l’aiuto reciproco è più facile. Noi dobbiamo pensare di partita in partita, solo così si possono raggiungere risultati importanti. Abbiamo l’obiettivo della Champions. E, personalmente, mi auguro di iniziare bene e guadagnarmi un posto per l’Europeo”.
Cosa ti è mancato di Roma e della Roma?
“Aver ritrovato tutte le persone con cui ho instaurato un rapporto. Nei vari momenti in cui sono tornato, ho sempre sentito tanto affetto nei miei confronti, la gente mi vuole bene. L’ho capito pure quando sono venuto a febbraio a vedere una partita di Europa League della Roma. Questo è uno stimolo in più per ricominciare alla grande”.
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