Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
Stadio Giuseppe Sinigaglia
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    Historic XI: Roma-Juventus 5-0


    Ventiduesima giornata. Non solo il turno del campionato di Serie A, ma anche la ventiduesima giornata di gloria che la Roma si appresta a vivere nel tempio, Campo Testaccio.

    È il 15 marzo 1931, si gioca Roma-Juventus. È un evento, oltre che una sfida per il primato in classifica. A un anno e mezzo dall’inaugurazione dell’impianto edificato nel popolare rione al centro della Capitale, la formazione giallorossa conta 27 partite ufficiali disputate a Campo Testaccio. Vinte 21, pareggiate 4, perse 2.

    Il primo dei ko era arrivato poco più di un anno prima proprio contro i bianconeri. In cinque tentativi precedenti, la Roma con la Juve aveva rimediato un pareggio e 4 sconfitte. Un tabù. Fino al 15 marzo 1931.

    Stavolta la musica è diversa. E una musica nascerà. La “canzona” di Testaccio. Il gruppo di uomini allenato da Burgess vince 5-0. Segnano Lombardo, Volk, due volte Bernardini e Fasanelli. Non c’è storia. Ma è storia quella che la Roma scrive sul campo.

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    Una storia talmente bella da meritare la trama di un film. “5-0” di Mario Bonnard. La prima pellicola cinematografica italiana di sempre a parlare di calcio. Della Roma.

    È la ventiduesima giornata del campionato di Serie A. E la ventiduesima giornata di gloria vissuta a Campo Testaccio. “Nessuna squadra, ce passerà. Ogni partita è ‘na vittoria”. Roma 5, Juventus 0.

    Ecco la nostra formazione di quella leggendaria sfida di 90 anni fa. Rigorosamente nell'ordine con cui i nomi dei giallorossi sono declamati nella “canzona” di Testaccio.

    Guido Masetti: portiere della Roma del primo scudetto nel 1942. Allenatore giallorosso in stagioni successive. Campione del mondo con la Nazionale in due edizioni (1934, 1938). Nato a Verona, ma romano nella totalità. 364 presenze.

    Mario De Micheli: soprannominato “Er faciolaro” per via di un’impresa familiare dedita alla vendita dei legumi, lui era un difensore arcigno e tosto. “Scrucchia che è ‘n piacere”. Nel derby nemmeno a dirlo… 75 presenze.

    Renato Bodini: “Poi ce sta er torello de Bodini - cor gran Furvio Bernardini - che dà scòla all'argentini”. Terzino di sostanza, arriva giovane nella Capitale dalla Cremonese. Ma si impone subito come un punto di forza della squadra di Campo Testaccio. 143 partite, 3 gol.

    Fulvio Bernardini: calciatore fortissimo a centrocampo, talento vero, ma allo stesso modo simbolo di romanismo. Non a caso il suo volto fu tra i 16 ritratti dalla Curva Sud nella coreografia del 2015, prima di un Roma-Lazio: “Figli di Roma, capitani e bandiere”. 303 presenze, 47 gol.

    Attilio Ferraris: il primo di tutti. Il primo capitano della Roma. Il primo romanista in Nazionale. Non a caso, “bravo nazionale e capitano”. Mediano generoso, anche versatile. L’epitaffio sulla sua tomba al Verano è: “Attilio Ferraris, campione del mondo”. Nel 1934. Nella Roma, 231 presenze, 4 gol.

    Arturo Chini Luduena: pure lui detiene un primato inattaccabile nel corso del tempo. È il primo calciatore straniero nella storia della Roma a vestire il giallorosso. Attaccante veloce, con qualità nei piedi. 181 presenze, 63 gol.

    Cesare Augusto Fasanelli: il secondo giocatore giallorosso ad essere entrato nel tabellino dei marcatori della prima partita ufficiale della storia della Roma. Lui e Ziroli, meglio, Ziroli e lui, decisero la gara al Motovelodromo Appio, Roma-Livorno 2-0. Poi, tante altre cose. 184 gare, 69 gol.

    Raffaele Costantino: ala destra di spiccata qualità tecnica unita a concretezza. Preso dal Bari, contribuisce anche ad accrescere le qualità realizzatrici di un cannoniere come Volk grazie a diversi assist utili. 161 presenze, 43 gol.

    Nicolas Italo Lombardo: giocatore di centrocampo. In compagnia di fuoriclasse come Bernardini e Ferraris, il suo gioco arriva a livelli molto alti e apprezzati dalla tifoseria. Mezzala, abile nella costruzione del gioco, sapeva far girare il pallone “a mestiere”. 46 partite, 9 gol.

    Raffaele D’Aquino: arrivato dal Novara per volere di Renato Sacerdoti, in giallorosso si afferma come un mediano di spessore, giocando sulla fascia opposta a quella di Ferraris IV. E nello spogliatoio si fa ben volere. 119 partite, 2 gol.

    Rodolfo Volk: il primo grande bomber della storia della Roma. Il primo 9 a far sognare i romanisti con i gol. “Io non penso, io tiro” era la sua idea di calcio. Decise anche il primo derby della storia nel 1929. Lazio 0, Roma 1 gol di Volk. “Volk è ‘n mago pe’ segna’”. 161 presenze, 106 reti.