È il 15 marzo 1931, si gioca Roma-Juventus. È un evento, oltre che una sfida per il primato in classifica. A un anno e mezzo dall’inaugurazione dell’impianto edificato nel popolare rione al centro della Capitale, la formazione giallorossa conta 27 partite ufficiali disputate a Campo Testaccio. Vinte 21, pareggiate 4, perse 2.
Il primo dei ko era arrivato poco più di un anno prima proprio contro i bianconeri. In cinque tentativi precedenti, la Roma con la Juve aveva rimediato un pareggio e 4 sconfitte. Un tabù. Fino al 15 marzo 1931.
Stavolta la musica è diversa. E una musica nascerà. La “canzona” di Testaccio. Il gruppo di uomini allenato da Burgess vince 5-0. Segnano Lombardo, Volk, due volte Bernardini e Fasanelli. Non c’è storia. Ma è storia quella che la Roma scrive sul campo.
Questo contenuto è fornito da una terza parte. A causa delle tue scelte riguardo la policy dei cookie
sul nostro sito, questo contenuto esterno non può essere visualizzato.
Se vuoi vederlo modifica le tue impostazioni sui cookie premendo uno dei due tasti seguenti.
Una storia talmente bella da meritare la trama di un film. “5-0” di Mario Bonnard. La prima pellicola cinematografica italiana di sempre a parlare di calcio. Della Roma.
È la ventiduesima giornata del campionato di Serie A. E la ventiduesima giornata di gloria vissuta a Campo Testaccio. “Nessuna squadra, ce passerà. Ogni partita è ‘na vittoria”. Roma 5, Juventus 0.
Ecco la nostra formazione di quella leggendaria sfida di 90 anni fa. Rigorosamente nell'ordine con cui i nomi dei giallorossi sono declamati nella “canzona” di Testaccio.
Guido Masetti: portiere della Roma del primo scudetto nel 1942. Allenatore giallorosso in stagioni successive. Campione del mondo con la Nazionale in due edizioni (1934, 1938). Nato a Verona, ma romano nella totalità. 364 presenze.
Mario De Micheli: soprannominato “Er faciolaro” per via di un’impresa familiare dedita alla vendita dei legumi, lui era un difensore arcigno e tosto. “Scrucchia che è ‘n piacere”. Nel derby nemmeno a dirlo… 75 presenze.
Renato Bodini: “Poi ce sta er torello de Bodini - cor gran Furvio Bernardini - che dà scòla all'argentini”. Terzino di sostanza, arriva giovane nella Capitale dalla Cremonese. Ma si impone subito come un punto di forza della squadra di Campo Testaccio. 143 partite, 3 gol.
Fulvio Bernardini: calciatore fortissimo a centrocampo, talento vero, ma allo stesso modo simbolo di romanismo. Non a caso il suo volto fu tra i 16 ritratti dalla Curva Sud nella coreografia del 2015, prima di un Roma-Lazio: “Figli di Roma, capitani e bandiere”. 303 presenze, 47 gol.
Attilio Ferraris: il primo di tutti. Il primo capitano della Roma. Il primo romanista in Nazionale. Non a caso, “bravo nazionale e capitano”. Mediano generoso, anche versatile. L’epitaffio sulla sua tomba al Verano è: “Attilio Ferraris, campione del mondo”. Nel 1934. Nella Roma, 231 presenze, 4 gol.
Arturo Chini Luduena: pure lui detiene un primato inattaccabile nel corso del tempo. È il primo calciatore straniero nella storia della Roma a vestire il giallorosso. Attaccante veloce, con qualità nei piedi. 181 presenze, 63 gol.
Cesare Augusto Fasanelli: il secondo giocatore giallorosso ad essere entrato nel tabellino dei marcatori della prima partita ufficiale della storia della Roma. Lui e Ziroli, meglio, Ziroli e lui, decisero la gara al Motovelodromo Appio, Roma-Livorno 2-0. Poi, tante altre cose. 184 gare, 69 gol.
Raffaele Costantino: ala destra di spiccata qualità tecnica unita a concretezza. Preso dal Bari, contribuisce anche ad accrescere le qualità realizzatrici di un cannoniere come Volk grazie a diversi assist utili. 161 presenze, 43 gol.
Nicolas Italo Lombardo: giocatore di centrocampo. In compagnia di fuoriclasse come Bernardini e Ferraris, il suo gioco arriva a livelli molto alti e apprezzati dalla tifoseria. Mezzala, abile nella costruzione del gioco, sapeva far girare il pallone “a mestiere”. 46 partite, 9 gol.
Raffaele D’Aquino: arrivato dal Novara per volere di Renato Sacerdoti, in giallorosso si afferma come un mediano di spessore, giocando sulla fascia opposta a quella di Ferraris IV. E nello spogliatoio si fa ben volere. 119 partite, 2 gol.
Rodolfo Volk: il primo grande bomber della storia della Roma. Il primo 9 a far sognare i romanisti con i gol. “Io non penso, io tiro” era la sua idea di calcio. Decise anche il primo derby della storia nel 1929. Lazio 0, Roma 1 gol di Volk. “Volk è ‘n mago pe’ segna’”. 161 presenze, 106 reti.
Confermo di aver preso visione della privacy policy.
© 2018/2024 Soccer S.r.l. – P.IVA 09305501000 - tutti i diritti riservati. I nomi AS Roma, i loghi e le immagini sono marchi registrati o non registrati di Soccer S.r.l. Tutti gli altri marchi possono essere di proprietà dei rispettivi titolari.