"C'è solo un capitano", la prima volta del coro per Totti

Sabato 5 ottobre 2002, minuto 90 di Roma-Udinese. Lo stadio Olimpico è infiammato, la Roma ha vinto. Dalle tribune si avverte distintamente – per la prima volta dai tempi di Agostino Di Bartolomei – il coro “Un capitano, c’è solo un capitano”.

Destinatario, Francesco Totti. Sessanta secondi prima, il fantasista di Porta Metronia aveva realizzato il gol del 4-1 per la squadra giallorossa guidata da Capello. Doppietta per il capitano.

La rete che mette il timbro definitivo al successo romanista è un’autentica perla del 10. Da un lancio in area di Gabriel Batistuta, il fuoriclasse controlla il pallone di testa resistendo alla carica di Sensini e, di controbalzo, di destro, spedisce sotto il sette ad incrociare non lasciando scampo a Morgan De Sanctis. Forza, potenza e qualità. Una giocata che mostra gran parte del potenziale del protagonista in questione.

“Un capitano, c’è solo un capitano, un capitano, c’è solo un capitano”. Il motivo evoca dolci ricordi ai presenti sugli spalti.

Quella era una canzone che dopo “Ago” nessuno aveva avuto il privilegio di avere in dedica personale. Non era stato riservato nemmeno a gente come Bruno Conti e Giuseppe Giannini, per dire, che la fascia al braccio l’avevano portata e che avevano pure versato lacrime per questa maglia.

Un ideale passaggio di testimone dal capitano del secondo scudetto al capitano del terzo tricolore. “C’è solo un capitano”. Da Di Bartolomei a Totti.

"Un capitano, c'è solo un capitano, un capitano, c'è solo un capitano"

- I tifosi della Roma