Nato a Udine 82 anni fa, Bruno Pizzul è un'icona per i moderni telecronisti. Ha insegnato loro a rendere viva una partita, mescolando in ognuna la descrizione delle azioni alle sue sensazioni: "Tutto molto bello", "Finiamo in un clima sconfortante" (Mondiali '94), "Totti ha rischiato l'impossibile" (Euro 2000).
In carriera non ha mai fatto trapelare il suo tifo per il Torino, ma nel suo cuore friulano c'è spazio per l'Udinese, prossimo avversario della Roma, sabato alle 20:45.
Per i romanisti, Bruno Pizzul significa anche Roma-Liverpool. Fu sua la voce della finale di Coppa dei Campioni, il 30 maggio 1984. "L'intera città fu coinvolta. Roma era ammantata di giallorosso. Mi ricordo il clima di fiducia attorno alla squadra. Se non fosse stato per una serie di circostanze negative, quella partita avrebbe potuto avere un esito diverso".
Dal Liverpool all'Udinese. Quali sono i problemi dei bianconeri?
"La situazione è abbastanza preoccupante. La sconfitta con il Verona era stata assorbita sostenendo che l'Udinese aveva offerto una prestazione accettabile. Con lo Spezia, invece, la squadra è venuta a mancare in maniera clamorosa e ha perso meritatamente: non ha esibito quell'attaccamento alla maglia indispensabile per un gruppo di livello medio-basso. Ormai, questa è la dimensione dell'Udinese. I tifosi rimpiangono i tempi nei quali il club si qualificava per le coppe europee. Oltretutto resta in bilico il futuro di alcuni giocatori. Uno su tutti: De Paul, faro dei bianconeri. Se dovesse partire, il quadro per l'Udinese sarebbe davvero grave".
La Roma fa paura?
"Anche se ha un solo punto in classifica, la Roma è nettamente più forte, più determinata e più quadrata di questa Udinese".
Sabato, Gotti potrebbe optare per una variazione rispetto al 3-5-2 visto con lo Spezia?
"Non è una questione di modulo, ma di giocatori. Anche se bisogna riconoscere che c'è un nutrito gruppo di calciatori indisponibili, molti dei quali proprio nel ruolo fondamentale di centrocampista di riferimento. Il volante, come lo chiamano in Sudamerica. Penso a Jajalo e a Wallace".
In attesa che termini il calciomercato, ritiene che questa Roma si sia rafforzata?
"Questa Roma si è già migliorata. Gli innesti di Pedro e Kumbulla hanno alzato il tasso tecnico. E prima o poi tornerà anche Zaniolo. Credo che il modulo di Fonseca sia funzionale alla squadra, con due punte di supporto a Dzeko: Mkhitaryan e appunto Pedro. La Roma è molto, molto pericolosa. A Verona avrebbe meritato ampiamente la vittoria".
Allo stadio Bentegodi e all'Olimpico è stata notata la presenza dei nuovi proprietari, Dan e Ryan Friedkin. La loro vicinanza alla squadra è un valore aggiunto?
"Sicuramente sì. Dobbiamo ancora abituarci alle presidenze straniere, ma rispetto al passato questa nuova proprietà americana dimostra di essere costantemente accanto ai giocatori. Se ne vedranno presto i frutti".
Si giocherà alla Dacia Arena: quanto conta per un club uno stadio di proprietà?
"È di fondamentale importanza sotto tutti i punti di vista, soprattutto quello finanziario. Lo stadio non è solo un impianto dove si gioca a calcio, ma il luogo che ospita tanti altri momenti di aggregazione, che possono determinare un vantaggio economico per una società".
Tornando alla partita di sabato, c'è un giocatore che i tifosi dell’Udinese vorrebbero togliere alla Roma?
"Tutti. Presi uno per uno, i calciatori giallorossi sono tutti più forti. Tutti, a parte De Paul".
Qual è il suo pronostico per la partita?
"Vincerà la Roma 2-1".
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