Conquistato lo Scudetto nel 2001, Anselmo Luciani ha lasciato Roma per lavorare in una catena di souvenir a Dublino. È romanista grazie a papà Valentino.
"Nel mio primo Roma-Juventus perdemmo 3-0. Ero piccolo, i biglietti erano introvabili, ma mio padre riuscì a rimediarli. Lo ricordo con affetto, nonostante la sconfitta. Ma non dimenticherò soprattutto quello della grande rimonta sulla Juventus, nella stagione 1985-86. Battemmo 3-0 i bianconeri. La coreografia fu incredibile: tutto lo stadio era colorato di giallorosso. Fu la partita perfetta".
Claudio ha 62 anni e tifa Roma da 62 anni. Condivideva l'amore per i colori giallorossi con il figlio Alessandro, scomparso tragicamente su un campo di calcio il 2 febbraio 2008.
"Il 16 marzo 1986 provai un'emozione grandissima, anche se quella vittoria per 3-0 sulla Juventus non servì a nulla. Lo Scudetto ci sfuggì di mano. Ricordo l'Olimpico tutto esaurito e una coreografia da urlo. Sono legato a quel Roma-Juve perché i bianconeri erano i nostri rivali di quegli anni. Ce n'è però anche un altro che non dimentico: 1982-83, andammo in vantaggio ma poi segnarono Platini e Brio. Perdemmo, ma ben venga una sconfitta con la Juventus se poi vinci il tricolore".
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Meccanico appassionato di due ruote, 44 anni, Roberto Benedetti ricorda un Roma-Juventus giocato il 28 febbraio 1993.
"Per la prima volta andavo a vedere una partita di cartello. Avevo 17 anni. Temevo che la sconfitta fosse in agguato, e infatti nel primo tempo ci segnò contro Baggio. Nell'intervallo ero molto abbattuto, ma Haessler e Giannini ribaltarono la situazione. Non era una grande Roma, ma aveva un cuore immenso. È un ricordo indelebile".
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Per Federico Ligotti, funzionario di Roma Capitale, 34 anni, il Roma-Juventus per antonomasia è quello del 28 maggio 1995: Roma-Juventus 3-0, reti di Aldair, Fonseca e Balbo.
"La seconda Roma di Carletto Mazzone aveva preso, all'andata, una scoppola per 3-0 al Delle Alpi, con la famosa spallata del guardalinee Manfredini ad Aldair che aveva dato il via alla débacle giallorossa. Quel 28 maggio - ricorda - era arrivato il momento della rivincita. Seguii quella partita con il mio amico del cuore Alessandro, gobbo sfrenato diventato poi mio testimone di nozze, passeggiando per le viuzze alberate del nostro condominio di infanzia al Nuovo Salario. La Roma vinse 3 a 0 e rese alla Juventus pan per focaccia. Questa la formazione di allora: Cervone, Lanna, Aldair, Petruzzi, Carboni, Statuto, Piacentini, Giannini, Moriero, Balbo, Fonseca. La recitai a memoria per molti anni a venire".
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Luca, 40 anni, non ha dubbi. "Uno dei Roma-Juventus a cui sono più affezionato è quello del 15 novembre 1998. Era la Roma del primo Zeman. Una Roma che tutti noi abbiamo amato. Prima del match, la Juventus era seconda in classifica con tre punti di vantaggio su di noi. Nel primo tempo, dopo aver subito diverse occasioni da gol, Totti sorprende tutti e scodella al centro un pallone sul quale Paulo Sergio si avventa al volo. Gol! Nel secondo tempo, Candela ci regala uno dei suoi gol più belli: discesa dalla sinistra dell’area di rigore, doppio dribbling, doppio passo e palla sotto la traversa. 2-0! Che emozione. Avevo 18 anni e la passione per la nostra Roma straripava. Il giorno dopo, a scuola avevano tutti la sciarpetta giallorossa. Cosa poteva esserci di più bello?".
Simone De Marinis, 39 anni, è un commerciante. Ma è soprattutto un romanista. Anche per lui il Roma-Juve del cuore è quello del secondo anno di Zeman: 2-0, reti di Paulo Sergio e Candela.
"È stato il mio primo Roma-Juventus - racconta -, anzi il mio primo mezzo Roma-Juve. All'epoca infatti, a un certo minuto del secondo tempo - credo al 60' - aprivano i cancelli e chiunque, sprovvisto di biglietto, poteva entrare allo stadio. Ero con mio cugino e con un amico juventino che era più divertito di noi, tanto che nei giorni successivi mimò continuamente l'esultanza di Paulo Sergio (che finse di pilotare un aereo, ndr). Ce la perdemmo live, ma ci consolammo con il secondo gol di Candela, che chiuse la partita".
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Massimo, 40 anni, è un impiegato in una multinazionale.
"Un Roma-Juve che resterá nella storia è quello dell'8 febbraio 2004. L'Olimpico è strapieno come nelle occasioni piú belle e succede di tutto, un rigore per la Roma (segnato), uno per la Juve (parato), una traversa di Totti che ancora rimbomba, calcio spettacolo e soprattutto il 4-0. Ricordo l'Olimpico impazzito di gioia, l'urlo incessante della Sud, i nostri a festeggare in campo e i rivali di sempre travolti. E poi quel "4 e a casa" di Totti a Tudor é indimenticabile. Come questo Roma-Juventus".
Oltre alla passione per le auto - lavora in una grande concessionaria - Alessandro Memmi coltiva quella per la Roma. In 40 anni di vita ha assistito a tantissime sfide con la Juventus.
"A tantissime sfide e a molte sconfitte. Le nostre vittorie sui bianconeri, però, sono state bellissime. Ricordo i gol di Giannini ed Haessler, quelli di Balbo e Muzzi, quelli di Paulo Sergio e Candela, fino alla sventola del Capitano sotto la Surva Sud. In quel tiro confluì la rabbia di noi tifosi per tutti i torti subiti nel corso dei decenni contro la Juventus. Ma, inevitabilmente, il Roma-Juventus per eccellenza è quello dell'8 febbraio 2004. Loro avevano Conte, Nedved, Tudor, Montero e Lippi in panchina. Noi li annientammo: 4-0 e tutti a casa".
Impiegata, 39 anni, Sara Cianfarani non scorderà mai l'8 febbraio 2004. "Ero allo stadio, quella sera. Purtroppo mi trovavo in tribuna: io sono abituata a vedere le partite in Curva. Ricordo che mi trovavo con mio cugino, uno juventino sfegatato che mi prendeva in giro già dal giorno prima. Ma dove andate contro la squadra più forte d’Italia?!, mi diceva. Così, a ogni gol mi gustavo la sua faccia e a fine partita gli ho detto, fiera: Dove andiamo? Annamo a vince'!. Ancora oggi lo saluto con quel gesto del capitano: 4 e tutti a casa!".
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Nicole è giovane, ha 22 anni. Eppure è già riuscita a togliersi la soddisfazione di gustarsi un grande successo romanista sulla Juventus.
"Il mio Roma-Juventus del cuore - dice - è quello della stagione 2016-17, 36a giornata: a loro servivano i punti per assicurarsi aitmeticamente lo Scudetto, mentre noi dovevamo vincere per qualificarci direttamente in Champions League. La Juventus va in vantaggio con Lemina. Ricordo che a quel punti tutti noi pensavamo che sarebbe andata a finire come sempre. Invece ci pensò De Rossi a pareggiare. Rimontammo con il colpo da biliardo del Faraone El Shaarawy e con lo schiaffo verso il settore ospiti del Ninja Nainggolan. Dopo anni di festeggiamenti bianconeri all'Olimpico, la Roma finalmente si fece valere e portò a casa tre punti fondamentali per la qualificazione diretta in Champions. Fu una partita indimenticabile".
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