“Se il Sassuolo fosse una monoposto di Formula 1, sarebbe la Racing Point. Una pole, un paio di podi”. Leo Turrini è uno dei giornalisti più autorevoli del Circus. Voce dell'Emilia più profonda - è nato a Sassuolo 60 anni fa e ha appena pubblicato “Panini-Storia di una famiglia” (Minerva) - Turrini non è sorpreso dai neroverdi.
Al nostro sito, lo scrittore spiega quali sono i segreti di questo Sassuolo, che domenica alle 15 affronterà la Roma allo Stadio Olimpico.
Cosa c'è dietro alla partenza lanciata degli uomini di De Zerbi?
"Nel Sassuolo c'è un progetto a medio termine. È una società organizzata benissimo. Il suo centro sportivo è un gioiello paragonabile a quelli di Roma, Milan, Inter e Juventus. I figli di Giorgio Squinzi stanno portando avanti la sua idea. I risultati non sono altro che la conseguenza di una programmazione precisa".
"Per intenderci, il Sassuolo non vende più i suoi calciatori, se non ritiene adeguata l'offerta. Un esempio è Locatelli: lo voleva la Juventus e la società non glielo ha ceduto. Stesso discorso per Boga".
"Loro dicono: noi siamo ormai una realtà consolidata. Se i grandi club metropolitani vogliono i nostri giocatori, devono pagarli il giusto. Per questo non sono stupito dalla posizione in classifica del Sassuolo".
"A tutto questo va poi aggiunto che De Zerbi è uno degli allenatori più moderni della nostra Serie A. Sa trasmettere il suo pensiero calcistico a tutto il gruppo, prescindendo dalla forza dei singoli. Sapete chi lo raccomandò a Squinzi?".
Chi fu?
"Arrigo Sacchi. Quando nel 2018 il Sassuolo si salvò a fatica con Iachini, Giorgio Squinzi volle un diverso modo di giocare a pallone: più propositivo. E questo richiedeva la presenza di un altro tecnico. Il nome glielo fece Sacchi: Prenda questo De Zerbi, ha un'idea di calcio che crescerà con il tempo. Vedrete che prima o poi arriverà su qualche panchina metropolitana".
La pesante sconfitta con l'Inter ha ridimensionato le ambizioni di chi pensava che potesse ripetersi una favola Leicester?
"Lo Scudetto al Sassuolo sarebbe meraviglioso, ma siamo un Comune di 40 mila abitanti. Per quanto questa squadra sia bellissima, bisogna avere il senso della misura. Il Sassuolo ha come punto di riferimento l'Atalanta delle ultime stagioni, arrivando dunque a collocarsi nella fascia alta della classifica".
"Quindi no, non ci sarà alcun contraccolpo psicologico. Il Sassuolo verrà a Roma a giocarsela, alla solita maniera. Questa squadra ha sempre lo stesso spirito. Non scende mai in campo in attesa dell'aggressione avversaria".
Se dovesse paragonare il Sassuolo a una monoposto della Formula 1, quale sarebbe?
"Intanto possiamo tranquillamente sostenere che sia più competitivo di questa povera Ferrari, tanto per restare su un simbolo della nostra terra. Il Sassuolo di oggi è la Racing Point della Serie A, che ha ottenuto una pole position e che ha mandato i suoi piloti sul podio".
Qual è il giocatore più importante di questo Sassuolo?
"Berardi è quello di maggiore talento, tanto da essere nel giro della Nazionale ormai da qualche anno. Non è mai andato via perché il club, come dicevo prima, non ha bisogno di fare cassa e vende solo se reputa adeguata un'offerta. Poi, direi Caputo. È stata la sorpresa più bella. Anche lui è arrivato in azzurro".
E qual è invece il calciatore della Roma che Leo Turrini vorrebbe al Sassuolo?
"A me la Roma piace molto. A parte la gara con il Napoli, la squadra ha sempre dimostrato un'identità di gioco e una crescita costante. Per quanto riguarda i singoli, mi piace tantissimo Mkhitaryan. Lo seguivo già in Premier. A una straordinaria qualità, somma la quantità: corre tantissimo, partecipa allo sforzo collettivo. Comunque, non so come la vediate voi, ma questa è davvero una bella Roma".
Qual è il suo pronostico per Roma-Sassuolo?
"La Roma è più forte. Ha delle individualità superiori al Sassuolo. Però non mi sorprenderei se venisse fuori un pareggio. Per battere il Sassuolo, devi sudartela. E poi non c'è più il fattore campo. Chiaramente, io preferirei giocare con 40 mila spettatori. Ma per una realtà come il Sassuolo, l'assenza della pressione di un grande stadio è un vantaggio".
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