Zigoni oggi vive a Oderzo, nel trevigiano. È un tranquillo signore di 76 anni. Eppure cinquant'anni fa segnò un'epoca. Ala sinistra, maglia numero 11, Zigoni cresce nella Juventus e con i bianconeri vince lo Scudetto nel 1967. Tre anni dopo passa alla Roma, collezionando 12 gol in 57 presenze in due stagioni. Viene ceduto nel 1972 al Verona e veste la maglia gialloblù fino al 1978.
Alla Roma incide poco, o meno di quanto avrebbe voluto. Conquista però il Torneo Anglo-Italiano nel 1972. Con il Verona compie un'impresa divenuta leggendaria. Il 20 maggio 1973, ultima di campionato, al Bentegodi arriva il Milan di Nereo Rocco. Deve battere l'Hellas, già aritmeticamente salvo, per mantenere a un punto di distanza la Juventus, impegnata all'Olimpico con la Roma, e la Lazio, che gioca a Napoli.
Cucirsi sul petto il decimo Scudetto, quello della stella, sembra una formalità per il Milan. Invece il Verona, trascinato dalle serpentine di uno Zigoni imprendibile, vince 5-3 e consente alla Juventus di conquistare il titolo, visto che anche la Lazio va ko. La "fatal Verona" entra così nella storia della Serie A.
Zigoni lascia il calcio nel 1980, ma non abbandona la leggenda. Gli aneddoti su di lui si sprecano. Un giorno il tecnico del Verona, Ferruccio Valcareggi, lo estromette dai titolari. E lui, quindi, va in panchina indossando una pelliccia di volpe e un cappello da cowboy.
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Nonostante sia rimasto in giallorosso appena due stagioni, ogni intervista di Zigoni pulsa di Roma. In un intervento a Roma Radio ha descritto così il suo rapporto con i colori giallorossi: “La Roma per me è un grande popolo. Io mi sono identificato in loro. Ho giocato solo due stagioni con la Roma, ma è come avessi vissuto lì cento anni”.
È nato calciatore nella Juventus, ma non si è mai sentito juventino: “Oggi i calciatori litigano per la maglia numero 7, 9 o 11. A me sarebbe piaciuto giocare senza numero, ma con la maglia giallorossa addosso. Alla Juve ero un numero, alla Roma ero un uomo”.
Gianfranco Zigoni ha amato la Roma e Roma, con la sua luce: “Il momento più bello della giornata era quando mi svegliavo al mattino e vedevo Roma”.
Si avvicina adesso la partita che più sente: Verona-Roma. Ci racconta Zigoni: “Vorrei morire con la maglia della Roma e con la sciarpa del Verona. Sono due squadre alle quali ho dato meno di quello che ho ricevuto. Non voglio essere seppellito, voglio andare in cielo per aiutarle entrambe. Da lassù”.
Ma Zigoni si sente più romanista o più veronese? “Quando nasci, hai una mamma e un papà. Il Verona e la Roma sono la mia mamma e il mio papà”.
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