La Serie A scopre Rudi Voeller il 13 settembre 1987. Quel giorno di 33 anni fa la Roma debutta in campionato contro l'Ascoli. Non è un esordio scintillante: i giallorossi di Liedholm pareggiano 1-1, con un gol di Manfredonia. Non è scintillante per la Roma e non lo è neppure per Rudi, definito da un giornale "un corpo estraneo".
Dopo un avvio reso complicato da un infortunio e dalla necessità di adattarsi al calcio italiano, quel corpo estraneo diverrà invece il cuore pulsante della Roma per 5 stagioni.
Ecco 10 cose che forse non sapete di uno dei centravanti più amati dai romanisti: Voeller, il "Tedesco volante".
In Germania il soprannome di Voeller è Tante Kathe (“Zia Kathy”) affibbiatogli dal compagno di nazionale Thomas Berthold che, come Rudi, proveniva dalla zona di Francoforte, dove le vecchie signore che erano solite portare i capelli grigi acconciati in una permanente venivano chiamate dai bambini “Zia Kathy”. Quando gli inconfondibili capelli di Voeller hanno cominciato a ingrigirsi, Berthold gli ha dato questo soprannome, che ha avuto subito moltissimo successo, soprattutto quando è arrivato alle orecchie dei giornalisti tedeschi.
Voeller non sarebbe mai dovuto diventare l’allenatore della nazionale tedesca. Nel 2000, la Federazione voleva infatti nominare il tecnico del Bayer Leverkusen Cristoph Daum, che però era ancora legato al club da un altro anno di contratto. Voeller, all’epoca direttore sportivo a Leverkusen, ricevette quindi l’incarico in quanto conoscitore del sistema di Daum, cosa che gli avrebbe consentito di iniziare a metterlo in pratica mentre il primo portava a termine i suoi compiti come allenatore del Bayer.
Com’è noto, Daum non guiderà mai la nazionale tedesca e Voeller finì quindi per rimanere sulla panchina della selezione teutonica, con la quale raggiunse la finale della Coppa del Mondo del 2002.
Voeller è una delle tre persone – assieme a Mario Zagallo e a Franz Beckenbauer – ad aver raggiunto la finale di un Mondiale sia da giocatore (nel 1986 e nel 1990) sia da allenatore.
Con la maglia della Roma, Voeller ha collezionato 143 presenze in campionato, segnando 45 gol. Uno di questo lo realizza "in sinergia" con Ruggiero Rizzitelli: è quello al Broendby, nella memorabile semifinale di ritorno di Coppa Uefa. Il 24 aprile 1991 Roma si trova sull'1-1 all'Olimpico, dopo lo 0-0 dell'andata. Un risultato che qualificherebbe i danesi.
Ma a 3 minuti dalla fine della partita Schmeichel respinge corto una conclusione violenta di Desideri. Sulla palla si avventano Rizzitelli e Voeller. Il sinistro di Rudi arriva prima del piede di Ruggiero. Il tedesco insacca per il gol del 2-1, che vale l'accesso a una storica finale con l'Inter.
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In totale, Voeller ha vestito la maglia giallorossa in 198 occasioni, realizzando 68 reti, abbastanza da classificarsi tredicesimo nella classifica dei giocatori romanisti più prolifici di sempre. È inoltre il terzo miglior realizzatore straniero del Club dopo Edin Dzeko e Abel Balbo.
Nel 1990, Voeller ha sollevato la Coppa del Mondo al cielo dello Stadio Olimpico – affermando più tardi “era come un sogno diventato realtà” riferendosi alla vittoria del Mondiale nello stadio che già lo vedeva protagonista con la maglia giallorossa.
Voeller vive un’altra esperienza indimenticabile 15 anni più tardi quando, assieme agli altri membri del comitato organizzatore dei Mondiali tedeschi del 2006, si reca in udienza da Papa Benedetto XVI, che dà la sua benedizione all’imminente torneo.
Voeller è stato introdotto nella Hall of Fame della Roma nel 2014, sebbene al suo arrivo in giallorosso il suo futuro in Italia sembrasse tutt’altro che promettente. Alla sua prima stagione con la Roma gli infortuni lo tormentano e Voeller realizza solamente tre reti, a cui se ne aggiunge soltanto un’altra prima della pausa natalizia del suo secondo anno nella Capitale. Ma Voeller non si arrende e la sua etica del lavoro comincia presto a dare i suoi frutti – al punto che la Curva Sud inizia a intonare il coro (“vola, tedesco, vola!”) a riconoscimento degli sforzi del “Tedesco volante”.
Voeller è sposato con la romana e romanista Sabrina Adducci. Si conobbero a Roma nel 1990. Come ha confessato in un’intervista alla Bild, Sabrina è rimasta legatissima alla Capitale. Lo scorso Natale ha mantenuto la promessa fatta a un amico fioraio di Campo de’ Fiori e gli ha presentato il marito. Il tedesco volante. L’uomo è scoppiato a piangere per l’emozione.
Voeller è nato ad Hanau, vicino a Francoforte, e il complesso sportivo della città è stato rinominato in suo onore all’inizio del nuovo millennio. Voeller è infatti uno degli sportivi più noti e rispettati della città. Gli altri figli famosi? I fratelli Grimm.
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