10 settembre 1935 a Soncino, in Lombardia. 10 settembre 1947 a Rimini, in Emilia Romagna. Tra il pre e il post seconda guerra mondiale, nel quadrante padano del nord Italia, vedono il mondo due uomini che sarebbero diventati calciatori: Giacomo Losi e Sergio Santarini.
Due difensori che avrebbero fatto la storia del calcio italiano, della Roma nella fattispecie. Non solo a parole, ma soprattutto con i fatti. Con i numeri: 455 partite in giallorosso Giacomo Losi di Soncino, 431 Sergio Santarini da Rimini. 886 in due.
Nati lo stesso giorno, avevano un’altra caratteristica comune: essere leader, simboli, carismatici per naturale predisposizione. Non avevano bisogno del pezzo di stoffa sul braccio per trascinare i compagni in campo. Losi è stato il capitano della Roma di una parte degli Anni 60, Santarini il capitano di una parte dei 70.
Ecco la lista completa, secondo quanto ricostruito dall'Archivio Storico del Club.
Cento partite da capitano, 234 con la maglia della Roma. Lui la terza cifra l’ha raggiunta pure per i gol segnati, 111. Era il 9 della squadra del primo scudetto nel 1941-1942.
Centodue gare con la fascia al braccio, 364 presenze in giallorosso. Portiere, “primo”, campione d’Italia nel 1942. È tra i 31 giocatori presenti nella Hall of Fame societaria. L’altro estremo difensore a farne parte è Franco Tancredi, anche lui campione d’Italia (1983).
102 volte capitano come Masetti, 290 apparizioni complessive. Centrocampista generoso, è stato il leader della squadra che nella stagione 1951-52 si ritrovò in B. Grazie anche a lui, la Roma tornò subito nel massimo torneo. “La riportammo dove doveva stare”.
139 partite da capitano, 265 nella Roma. Calciatore di classe, talento indiscusso, spesso numero 10 sulle spalle, segnò anche 17 gol tra il 1967 e il 1976. Peccato per il triennio altrove, 1976-1979. “Ma andai via solo per ripicca”, racconterà anni dopo.
142 volte capitano, 303 presenze nella Roma. Uno dei centrocampisti più forti di sempre del calcio italiano, oltre che tra i personaggi più influenti del sistema. “(…) Cor gran Fulvio Bernardini che dà scola all’argentini”. Il centro tecnico di allenamento della Roma è dedicato a lui.
146 partite con la fascia, 310 in tutto con la Roma. Lui il capitano lo è stato non solo per una distinta federale e nemmeno soltanto per i compagni di squadra del secondo scudetto nel 1983. Trascinava con poche parole, anche solo con uno sguardo. “Ago”, il capitano.
148 volte capitano, 431 apparizioni in giallorosso. Difensore centrale, interprete elegante del ruolo da libero vecchio stampo, con piedi educati. Fece parte di una Roma meno blasonata per gran parte della sua militanza, anche se nel palmares vanta tre Coppa Italia.
207 partite con la fascia al braccio, 616 presenze totali nella storia della Roma. Ha fatto innamorare i tifosi per la vena gonfia sul collo ad ogni gol, per il romanismo camminante sul terreno di gioco. Ma è stato soprattutto un grandissimo calciatore. Centrocampista completo.
282 volte capitano. 437 presenze da giocatore della Roma. Lui, il poster a inizio degli Anni 90. Regista di qualità, visione di gioco e capacità di andare a rete (75 gol). Le lacrime a Foggia. Non meritava una festa rovinata nel giorno dell’addio al calcio, il 17 maggio 2000.
305 gare con la fascia al braccio. 455 con la maglia della Roma dal 1954 al 1969. Arrivato nella Capitale da spaesato ragazzo del nord, la città è diventata sua per sempre. Così come la Roma. “Core de Roma”. Difensore arcigno, prese solo un’ammonizione in carriera.
568 partite da capitano della Roma. 786 complessive dal 1993 al 2017 tra Serie A e coppe varie. L’uomo dei record giallorossi, anche dal punto di vista realizzativo: 307 reti. Capitano. Dieci. Fuoriclasse. Simbolo. Tuttocampista dal centrocampo in su. Tutto. Totti.
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