Il 20 ottobre del 2005, la Roma scende in campo a Tromsoe, in Norvegia.
Si tratta della prima gara del raggruppamento di Coppa UEFA, dopo aver superato il doppio turno iniziale della competizione contro i greci dell’Aris Salonicco. I giallorossi di Spalletti sono in un momento interlocutorio della stagione. Al primo anno con il tecnico toscano in panchina, il rendimento è altalenante, con qualche punto interrogativo di troppo ancora da chiarire. La partita europea è l’occasione ideale per ripartire. Ma non è semplice. Non tanto per il lignaggio dell’avversario, quanto per le condizioni ambientali in cui viene dirottato il gruppo romanista.
È veramente un viaggio in capo al mondo, in quel momento storico si tratta della trasferta più lontana sostenuta dalla squadra. 4180 chilometri è la distanza tra il Colosseo e la località dei fiordi. La forbice siderale tra i due punti non spaventa i tifosi della Roma. Un gruppetto di almeno 500 unità si imbarca, macinando chilometri e superando gli ostacoli. Nel vero senso delle parole.
L’impianto dove si disputa l’incontro è l’Alfheim Stadion. Contiene 7500 spettatori, non è certo tra gli stadi più popolosi e popolati del pianeta. Tanto che i sostenitori ospiti sono praticamente a bordo campo, a due passi dal terreno di gioco. Vengono spesso ripresi dalle telecamere della Rai, goliardici e rumorosi come difficilmente avevano provato da quelle parti.
Espongono pure uno striscione canzonatorio: “Ao’, state a trema’?”. Alcuni portano un cappello con le corna da vichingo per ripararsi dal freddo. I 90 minuti si confermano complicati, anche per il terreno di gioco fangoso ai limiti della praticabilità, ma alla fine la Roma – in maglia bianca con maniche gialle e rosse – vince 2-1.
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Segnano Kuffour e Cufrè, entrambi per festeggiare si mischiano alla folla di tifosi amica lì a pochi passi. Il difensore ghanese va anche a baciare lo storico massaggiatore, Giorgio Rossi. È uno dei primi vagiti della Roma spettacolare di Spalletti, che poi arriverà a fare 11 vittorie consecutive in campionato. In quest’occasione si vede per la prima volta Perrotta agire da trequartista atipico tra le linee. Una delle mosse vincenti del 4-2-3-1 con Totti centravanti e tanti giocatori pronti a inserirsi senza dare punti di riferimento.
I giallorossi hanno affrontato in tre occasioni lo Shakhtar, la prima nella fase a gironi della Champions League del 2006-07, rimediando una sconfitta per 1-0 nel vecchio stadio Shakhtar. La seconda nel ritorno degli ottavi di Champions del 2010-11 nella nuova Dombass Arena. Un'altra sconfitta, per 3-0. Negli ottavi del 2017-18 la sfida in Ucraina si disputò nella più 'vicina' Kharkiv. Un 2-1 per i padroni di casa, ribaltato al'Olimpico.
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Qui i giallorossi hanno disputato l'andata degli ottavi di finale di Coppa delle Coppe del 1991-92 ottenendo un pareggio per 1-1, per poi vincere 5-2 al ritorno.
La Roma si recò a Gaziantep, città poco distante dal confine con la Siria, per giocare l'andata dei sedicesimi di Coppa UEFA del 2003-04. Vinsero i turchi per 1-0. Il risultato venne poi ribaltato con il 2-0 del ritorno, in una delle 10 rimonte europee riuscite alla Roma nella sua storia.
Tromsoe conta poco meno di 70mila abitanti (circa la capienza dello stadio Olimpico) e ista 300 chilometri dal circolo polare artico. Viene considerata la capitale della Lapponia, in alcuni momenti dell’anno il sole stenta a sorgere, mentre in altri ancora è presente fino a mezzanotte.
I giallorossi hanno giocato nella capitale azera nella seconda giornata della fase a gironi della Champions League 2017-18, ottenendo una vittoria che avrebbe lanciato la corsa al primo posto nel raggruppamento composto anche da Chelsea e Atletico Madrid. I gol Kostas Manolas e Edin Dzeko furono decisivi nel 2-1 finale ottenuto nella trasferta europea più lontana della nostra storia.
Nulla a che vedere con Berna, in Svizzera, dove la Roma sfiderà giovedì lo Young Boys per il debutto in Europa League. “Appena” 924 chilometri.
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