Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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    Le parole di Guido Fienga durante il Premio Calabrese


    Il CEO della Roma Guido Fienga ha ricevuto nella serata di lunedì il premio Castagna d’Oro, alla nona edizione del premio Pietro Calabrese

    All’evento, che si è tenuto a Soriano nel Cimino, erano presenti anche Daniele De Rossi e Federico Balzaretti, anche loro tra i premiati.

    Ecco le risposte del dirigente giallorosso alle domande ricevute sul palco della manifestazione.

    Riesce a descriverci questo passaggio di Società: forse la company è stata sostituita dalla family?

    “Credo sia un passaggio naturale lo sviluppo vissuto dalla Roma quando è stata acquistata da Pallotta, che ha trasformato una realtà, in quel momento più locale, in un progetto internazionale, che doveva essere consolidato e che oggi, con il passaggio di proprietà, è guidata da un gruppo con un taglio meno finanziario e più industriale. Sono appena arrivati i nuovi proprietari e il timing del passaggio di proprietà è caduto esattamente a metà tra la fine di una stagione e l'inizio di un’altra, stagioni che in sostanza non si sono mai interrotte, dopo le quali ci sono state solo tre settimane di pausa, con un mercato di mezzo. Bisogna dare tempo ai nuovi proprietari per cercare di organizzarsi e di rendersi conto. L'approccio è quello che state percependo, è di estrema serietà nell'affrontare i problemi e una serie di scadenze che ci sono ora. Senza voler illudere nessuno, mettendoci il massimo impegno per cercare di risolvere e sistemare il prima possibile le cose in essere e per iniziare a sviluppare un progetto con le ambizioni che un progetto come quello della Roma deve avere. Il tutto cercando di agire con la massima serietà, senza fare grandi promesse, con l’obiettivo di far crescere la Roma, che l'anno scorso è arrivata quinta e deve provare a fare di più”.

    Lei è un manager dal passato internazionale: qual è la prima caratteristica della quale dovrà fare tesoro per far crescere questo Club?

    “È un mix di tutto. La Roma è un progetto che ha una visione internazionale ma che ha un radicamento locale estremamente forte. Credo non ci sia un club, tra quelli conosciuti finora, con una simbiosi così profonda con lo stato d’animo della città che rappresenta. Questa probabilmente è esattamente la molla che fa scatenare la passione anche di un americano che viene e compra la Roma. Proprio perché capisce che la Roma è parte di Roma. Bisogna mixare la conoscenza delle esigenze di una città, della quale bisogna sempre far parte con un ruolo centrale, con una prospettiva internazionale: è un motivo di sfida e motivazione per chi, come me che sono romano, vuole che Roma e la Roma siano percepite sempre come simbolo positivo dell’Italia. E a maggior ragione per la Roma che rappresenta questa città”.

    Guido Fienga sogna un ritorno di De Rossi?

    “Io do per scontata la relazione e la passione che Daniele (De Rossi, ndr), Francesco (Totti, ndr) e Federico (Balzaretti, ndr) hanno per la Roma. Ma credo sia anche sbagliato continuare a mettere su di loro tutta questa pressione, parlando del loro rientro. Hanno avviato dei percorsi, per i quali si stanno specializzando e stanno acquisendo competenze. Sono parte della storia della Roma e lo saranno”.

    Intanto facciamo giocare Dzeko e ripartiamo con lui come capitano?

    “Certo. Edin è il capitano della Roma e fintanto che lo vorrà rimarrà il capitano della Roma”.

    Lei è CEO, ma sta facendo anche il mercato: quanto è complicato questo ruolo e quanto lo sente suo? Arriverà con la nuova proprietà un regalo dai Friedkin in questa stagione?

    “Sto facendo un mestiere che non è il mio e non sentirete mai da me parole che inducano una pretesa di capire di calcio. Io aiuto la Società nelle trattative, riuscendo a farle quadrare con i conti. Ritengo che la Roma abbia già una squadra forte e un allenatore molto bravo. Noi dobbiamo, come accade in ogni mercato, sistemare alcune aree in cui abbiamo posizioni più scoperte e ci concentriamo su quelle. Stiamo facendo un grande sforzo, già dallo scorso anno, nel mantenere i giocatori che si sono distinti come i più bravi della stagione e non dar via esattamente quelli. È quello il colpo migliore, che credo ci sia riconosciuto: il fatto di impostare la nostra campagna non per scoprire dei ruoli in cui siamo già forti, ma per coprire dei ruoli in cui siamo scoperti”.

    Per molti anni si è quindi ragionato in maniera più commerciale, per fare più cassa con delle operazioni di mercato…

    “Speriamo di poter commentare a fine mercato che la politica è totalmente diversa e quindi ci orientiamo su questo. Colpi di mercato? Noi li abbiamo già nella nostra squadra quelli forti. Se arriverà qualcuno vuol dire che sarà giudicato in grado di portare qualità e valore aggiunto a un progetto che riteniamo già ben impostato”.

    Siamo in attesa che Totti prenda un caffè con Friedkin e anche uno con Fienga?

    “Abbiamo un rapporto molto bello e sereno, sia con Francesco sia con Daniele. Non serve la contrapposizione, perché non ci serve, non ci fa bene e soprattutto non è vera”.