“Per me è difficile capire perché possiamo andare a correre in un parco dove ci sono molte persone e perché non ci si possa allenare a Trigoria, dove abbiamo tutte le condizioni per fare un lavoro individuale".
Paulo Fonseca ha commentato così la possibilità di ripresa delle attività dei calciatori, in un'intervista rilasciata giovedì a Tele Radio Stereo.
"Ci sono tre campi per dividere i giocatori. È più sicuro lì rispetto a un luogo con molte persone. È difficile comprenderlo per me. Noi siamo preparati per seguire tutte le regole. Nel nostro centro sportivo ci sono le condizioni migliori”, ha proseguito il tecnico portoghese.
Quanto sarebbe importante, anche dal punto di vista sociale, ricominciare a giocare?
“In questo momento sarebbe molto importante. Viviamo una situazione difficile e la Roma potrebbe aiutare a dimenticare questo problema sociale. Penso che con una squadra che farà sognare tutti i tifosi romanisti questa città potrebbe essere più allegra, dimenticando per un momento il problema che c’è ora. Qui è diverso rispetto ad altri posti in cui ho allenato. Qui la gente è veramente appassionata per questa squadra. E in questo momento sono ancora più orgoglioso di essere qui, perché la Roma ha fatto un grande lavoro a livello sociale in questo momento. Questo dimostra che c’è un legame vero tra le persone e il Club. Questo è ancora più importante dei risultati”.
Quando parla della Roma lei sembra molto legato a questa squadra, è così?
“Sono innamorato della Roma e non solo del Club, ma anche della città. Per me è un sentimento unico. Questa città mi piace tanto, non ne posso parlare molto perché sanno tutti che è la più bella del mondo. E devo dire che quello che vivo qui con i tifosi è unico. La nostra, poi, è una società molto organizzata, c’è un’atmosfera molto positiva, con persone molto competenti che lavorano in tanti settori. Non è semplice trovare cose simili per un allenatore. Per tutto questo a me piacciono sia la Roma, sia la Città. E poi qui le persone sono fantastiche con me e con la mia famiglia. Sono orgoglioso di essere l’allenatore di questo Club.”
Quanto è difficile conquistare la credibilità dei calciatori quando si arriva come nuovo allenatore?
“Quando si arriva in un altro paese bisogna sempre tener conto della mentalità e della cultura. Io ho un vantaggio: siamo tutti latini e gli italiani sono molto simili ai portoghesi. Per questo per me è stato più facile. La forma di comunicare è importante con i giocatori, per poterli motivare, al fine di renderli partecipi, di far credere ai ragazzi nelle nostre parole. Qui ho sentito la fiducia di tutti i calciatori e delle persone che lavorano nel Club”.
Il suo agente è un suo amico fraterno, questo significa che per lei valgono altri valori nella vita?
Il mio agente ora è Marco Abreu, un amico quando ho iniziato a lavorare come professionista. Era il direttore sportivo dell’Aves. È lui che mi ha scelto. Da è iniziata una grande amicizia con lui. Prima ero in un’agenzia di fama mondiale come procura, ma io ho bisogno di sentire la fiducia di una persona che lavora al mio fianco e lui più che un agente è un amico. Ho bisogno di sentire che ci siano cose più importanti dei soldi o altre cose. Lui non è un agente, è un amico”.
L’ambiente attorno alla Roma influenza molto l’andamento di questa squadra?
"Delle volte questa è una scusa. Tutti i club devono avere ambienti così. Questo è un ambiente da club grande, se fossimo stati piccoli non avrebbe parlato nessuno di noi. L’attenzione attorno a noi è la dimostrazione che la Roma è grandissima. Se vogliamo vincere c’è bisogno di creare le condizioni per farlo. E penso che sia importante stare tutti insieme in questo momento. La Roma è ancora più grande rispetto alle altre squadre, perché ha questa grande forza: i tifosi. Se io sono l’allenatore voglio sentirlo tutto questo. È vero, ci sono critiche, a volte non è tutto perfetto, ma questa è la dimostrazione che la Roma è grandissima. Tutti la viviamo con grande intensità. Poi ci sono tante cose da valutare. In questo momento è difficile arrivare agli investimenti che fanno i grandi club. Ma una cosa è certa: questa Società sta creando le basi sicure per poter lottare con chi fa grandi investimenti. Credo che in poco tempo qui ci saranno le condizioni per poter vincere qualcosa”.
Quando ha pensato la prima volta che le sarebbe piaciuto venire alla Roma?
"Da portoghese ho seguito sempre il calcio e la Roma è una delle squadre che mi sono sempre piaiute. Quando ho sentito la voglia di diventare l'allenatore giallorosso è stato nella partita che ho fatto qui con lo Shakhtar, all’Olimpico. Ci sono stati un’atmosfera e degli tifosi fantastici. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto tanto allenare qui, con questo clima. La voglia di potermi sedere su questa panchina è nata lì”.
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