Esattamente così. Prima del 2001, il corso romanista ha conosciuto anche un 17 giugno “maledetto”, a differenza di quanto sarebbe successo esattamente cinquant’anni dopo.
22 giugno, comunque. Dell’anno 1952. La Roma scende in campo a Verona, sul campo dell’Hellas, allo stadio Comunale. Basta un punto per riguadagnare la partecipazione al massimo campionato e per essere aritmeticamente certi del primo posto nel torneo cadetto.
Perché – magari la cosa sfugge ai più – la Roma nel suo trascorso ha vinto quattro campionati nazionali. Non solo quelli degli scudetti del 1942, 1983 e 2001 (del 17 giugno…). La squadra giallorossa, il 22 giugno 1952, si aggiudicò anche la Serie B dopo trentotto giornate lunghe e appassionanti. 53 punti contro i 52 del Brescia. Peraltro, la formazione lombarda è l’unica che la Roma di Giuseppe “Gipo” Viani non riesce a sconfiggere tra andata e ritorno.
22 vittorie, 9 pareggi e 7 sconfitte sono il computo finale delle sfide. La partita contro i gialloblù termina 0-0, senza particolari emozioni. Le emozioni, quelle vere, vengono provate subito dopo il fischio finale dell’arbitro Longagnani di Modena.
La Roma torna in Serie A. E, da quel momento, non abbandonerà più il palcoscenico più prestigioso del calcio nazionale.
Dal 1952, non si scenderà più di categoria. Solo l’Inter terrà la stessa costanza dei capitolini. E quella nerazzurra è l’unica società d’Italia ad aver sempre giocato in Serie A. Persino la Juventus – il club più titolato del paese – retrocederà nel 2006 in seguito allo scandalo “Calciopoli”. L’impresa della Roma del 1952 non è da sottovalutare.
Rialzare immediatamente la testa dopo un fallimento tecnico non fu operazione semplicissima, né scontata. Eppure, la Roma ci riuscì. Quel 22 giugno 1952, al seguito della squadra, a Verona, sono presenti oltre mille tifosi provenienti dalla Capitale. Per Vincenzo Biancone, il dirigente sportivo più influente dei giallorossi, “è una soddisfazione indescrivibile. Anche meglio di quando vincemmo il campionato dieci anni fa (nel 1942, ndr)”.
Il presidente Renato Sacerdoti viene sollevato sulle spalle dei calciatori in segno di trionfo. Il capitano del gruppo, Arcadio Venturi, a distanza di oltre cinquant’anni, nel 2015 racconterà sul match progam ufficiale le sensazioni di quel 22 giugno: “A Verona riportammo la Roma dove le competeva – le sue parole – In campo non fu una partita entusiasmante, finì in pareggio senza gol. Dopo i novanta minuti, ricordo una vera e propria liberazione. Tornare in Serie A era il minimo che potessimo fare dopo essere caduti così in basso l’anno prima. Nel viaggio di ritorno festeggiammo tanto”.
Nitidi anche i ricordi di Venturi di come fu vissuta la retrocessione nella città: “Fu una tragedia. Uno smacco difficile da cancellare. Venimmo criticati da tutti, qualcuno riportò anche uno scandalo sui giornali. Si scrisse di alcuni miei compagni di squadra “beccati” dopo alcune frequentazioni notturne non proprio ideali per un atleta. C’erano alcuni personaggi che giravano intorno alla squadra che favorivano incontri con donne dello spettacolo. Potete immagine che reazione ci fu quando questa storia venne fuori. Per fortuna io non diedi mai retta a questi signori poco raccomandabili”. Tutto in prescrizione, ormai. E cancellato da quel 22 giugno 1952.
Il Corriere dello Sport di lunedì 23 apre così: “La Roma ritorna tra le “elette”. L’incipit della cronaca a firma Giuseppe Sabelli Fioretti è eloquente e profetica anche per le stagioni successive: “Il purgatorio è finito”. Il purgatorio della Serie B.
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