Il difensore ha parlato del suo adattamento al gioco del tecnico giallorosso e dell’impatto degli infortuni sulla squadra.
Come valuti il tuo percorso in giallorosso finora?
“Il mio percorso è iniziato un po’ lentamente, dovevo e devo ancora capire le cose che mi chiede il Mister, abituarmi a giocare con i miei compagni, ma sono contento di far parte di questa squadra e imparare tante cose nuove dal tecnico”.
Come state vivendo all’interno dello spogliatoio la situazione infortuni? Vi condiziona nei contrasti?
“No, non ci condiziona perché scendiamo in campo per giocare le partite e dare il massimo, come ha detto il Mister siamo molto sfortunati, alcuni di questi infortuni derivano da botte e contrasti che fanno parte del calcio. Speriamo che questa fase passi velocemente”.
Quindi non vi capita di tirarvi indietro nel contrasto per paura?
“No, parlo anche per i miei compagni: ci alleniamo ad alta intensità, facciamo i contrasti giusti in allenamento per non farci male tra di noi, ma giochiamo sempre liberi. Se prendiamo delle botte e capitano delle fratture non ci possiamo far niente, c’è stata sfortuna e speriamo che giri al meglio”.
L’eventuale passaggio alla difesa a tre potrebbe valorizzarti, data la tua esperienza con l’Atalanta?
“Ho giocato per due anni a tre e ho imparato tanti concetti. Qua con il mister sto imparando tante cose nuove a quattro e mi trovo molto bene. L’importante è dare il massimo, metterci tutto l’impegno per provare a vincere questa partita”.
In difesa sembrate più accorti rispetto al precampionato. È tutto legato al lavoro tattico oppure state crescendo come reparto e anche in termini di fiducia?
“All’inizio c’erano tanti giocatori nuovi, il mister ci passava dei concetti a cui non eravamo abituati e andavamo in difficoltà. Guardando i video e lavorando siamo migliorati. Però non dipende solo dai difensori, ma da tutta la squadra, siamo in undici a ripiegare, stando stretti, la fase difensiva non è solo legata al nostro reparto. Lo stesso vale per gli attaccanti, se si segna tanto vuol dire che siamo stati anche bravi a partire da dietro”.
Che differenze ci sono tra Gasperini e Fonseca?
“Il gioco di Gasperini è un gioco che fanno in pochi in Italia, è particolare. È a uomo, ci sono delle scalate ben precise e ti focalizzavi solo su certi avversari. Con mister Fonseca ho imparato la zona, ma lui vuole essere molto aggressivo, prima avevo intenzione di vincere ogni duello anche andando fuori tempo, ma è una cosa sbagliata, non si può fare uomo su uomo per tutti i novanta minuti. Sono migliorato su questo aspetto anche sull’uno contro uno e nell’aspettare l’avversario. Se continuo a fare quello che mi dice il mister e proseguirò ad apprendere dai compagni più esperti in difesa potrò migliorare ulteriormente”.
Sembri parlare molto in campo, ti è stato data un’indicazione dallo staff è o solo un tuo modo di giocare?
“Ho sempre avuto quest’abitudine di parlare in campo e rompere un po’ ai compagni. Anche il mister in questo mi aiuta: mi ha fatto capire che un difensore da dietro deve aiutare i compagni parlando, perché dalla nostra posizione si vede tutto il campo. Me lo ha chiesto, voglio farlo perché mi aiuta a migliorare e do anche una mano alla squadra in tal senso”.
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