Quando al 54° minuto di Udinese-Roma Javier Pastore ha inventato l'assist per il gol di Justin Kluivert, abbiamo finalmente rivisto uno dei lampi del miglior Flaco. Quel talento puro che avevamo ammirato al Palermo, un giocatore che sapeva trovare linee di passaggio impossibili per chi non è dotato di un’intelligenza calcistica fuori dal comune.
Ci eravamo quasi abituati a stare senza l'argentino a causa dei tanti infortuni che hanno condizionato la sua prima stagione alla Roma e ora che lo stiamo vedendo con regolarità pensiamo a cosa ci siamo persi per tutto questo tempo.
Ieri sera, Pastore ha giocato la quarta partita in dieci giorni, la terza consecutiva partendo titolare: non gli succedeva da un po’. Nella scorsa stagione lo avevamo visto in campo solo 838 minuti in partite ufficiali: quest’anno siamo già a 507.
L'argentino ha dato continuità alle prove contro Borussia Mönchengladbach e Milan e con l’Udinese ha dimostrato ancora una volta di poter essere un riferimento su cui contare soprattutto adesso che l'emergenza legata gli infortuni non è ancora passata. La sua lezione di rifinitura ha strappato applausi al pubblico di Udine ed è stata un’ulteriore conferma delle sensazioni positive.
Contro il Milan era stato tra i più positivi e a Udine Pastore ha alzato ancora di più il livello della sua prestazione. È partito trequartista centrale per poi arretrare il raggio d’azione di qualche metro dopo l'espulsione di Fazio e il conseguente ritorno di Mancini al fianco di Smalling. Sta bene il Flaco e nei 69 minuti nei quali è rimasto in campo ha fatto vedere le qualità. Lo abbiamo visto esprimere la sua visione di gioco, provare colpi sorprendenti e modulare i tempi della squadra gestendo pause e accelerazioni, una caratteristica che lo rende prezioso per Fonseca.
Si è mosso tanto, ma questa comincia a non essere una sorpresa. Domenica, all'Olimpico, era stato il giocatore con più chilometri percorsi (11,72 in totale, dato ufficiale della Lega Serie A) e ieri si sarebbe piazzato sicuramente tra i primi se non fosse uscito in anticipo. Il suo è stato un contributo importante, di qualità e sostanza perché Pastore non si è risparmiato anche nel lavoro difensivo per aiutare la squadra in una partita non certo facile, giocata per un'ora in dieci.
I numeri aiutano a farci un'idea più chiara. Pastore ha chiuso Udinese-Roma con sette duelli difensivi vinti su sette tentati, meglio del suo compagno di reparto Jordan Veretout (un contrasto riuscito e un duello difensivo su tre) ma anche di Chris Smalling (quattro duelli riusciti su nove) e Gianluca Mancini (quattro su otto). Ha intercettato due palloni e ne ha recuperati quattro, tutti nella metà campo avversaria.
Pastore si è ritrovato spesso nella stessa zona di campo di De Paul, per una sfida tra argentini che ha vinto nettamente: cinque duelli a zero in favore del romanista.
In questo caso, per esempio, il Flaco è intervenuto per sventare il tentativo di azione personale del connazionale dell'Udinese.
Questo invece è il momento dell'ammonizione di De Paul, al 68', proprio per un fallo sul giallorosso.
Da un pallone rubato dal Flaco è nata una delle azioni potenzialmente più pericolose della Roma nel primo tempo, quella nel quale l'argentino è stato “murato” al momento della conclusione.
Lo abbiamo visto incollarsi a Jajalo sulla trequarti difensiva della Roma, portargli via il pallone con scaltrezza, poi dare supporto a Dzeko insieme con Kluivert per un rapido contropiede tre contro due. Una situazione che però Pastore non è riuscito a sfruttare, anche a causa del buon lavoro dei centrali dell'Udinese. Alla fine, anziché allargare per Dzeko o Kluivert, che erano in posizione più favorevole, ha perso l'attimo e ha cercato un tiro di destro quando ormai era chiuso.
Pastore si è riscattato nel secondo tempo, con quella azione che è diventata il simbolo della serata romanista a Udine. La serie di scambi che al 54' ha portato la Roma sul 3-0 consentendole di chiudere la partita con largo anticipo.
L'azione è cominciata da un intervento in area di Mancini (la sua è stata un'altra grande prestazione) e si è sviluppata sulla fascia sinistra della Roma con una combinazione tra lo stesso Mancini, Kolarov e Dzeko, andato a ricevere in posizione molto defilata. Il numero nove ha subito servito Pastore, rimasto libero poco prima del centrocampo.
Il Flaco ha visto l'Udinese completamente sbilanciata in avanti e squilibrata sul suo lato destro ed è partito veloce in conduzione, poi si è accentrato mentre alle sue spalle poteva contare sull'arrivo di Kolarov a dare supporto. Intanto ha notato il taglio da destra verso sinistra di Kluivert, alle spalle di Jajalo, e a destra l'arrivo di Zaniolo con un'autostrada libera davanti a sé.
Quando tutti ci aspettavamo un comodo passaggio a Zaniolo, difensori dell'Udinese compresi, Pastore, con una giocata completamente controintuitiva, ha trovato un corridoio verso Kluivert obbligando tre difensori su quattro a doversi girare in corsa e cambiare direzione.
A quel punto Kluivert si è preso il rischio di rientrare sul destro anziché calciare subito con il sinistro, ma è riuscito comunque a fare gol.
Da questa prospettiva la complessità della giocata del Flaco è più evidente.
È probabile che a molti di noi siano tornate in mente le parole di Walter Sabatini, ex dirigente della Roma, che conosce molto bene il Flaco. "Pastore divora il campo palla al piede con grande armonia e facilità di conduzione di palla e individua le linee oscure di passaggio che altri giocatori non vedono", disse un anno e mezzo fa in un’intervista a Sky.
È mancato solo il gol a Pastore. Ci è andato vicino dopo undici minuti, con un destro di controbalzo dal limite dell'area fuori di poco. Una giocata molto simile a quella tentata contro il Milan pochi giorni fa.
Arriverà presto, continuando a giocare con questa continuità e qualità: Pastore sembra determinato più che mai a liberarsi dell'etichetta del talento fragile e a prendersi la sua rivincita in Serie A.
Fonseca ha creduto in lui e ora può contare su un regista offensivo maturo che alza la qualità del palleggio e del gioco nello stretto soprattutto contro difese molto chiuse. La crescita di Pastore ha anche ripercussioni positive sulle prestazioni di Kluivert e di Zaniolo e, in generale, ha aiutato la Roma a ritrovare quella incisività in attacco che ha smarrito per alcune partite a causa dei tanti infortuni. A Udine Fonseca ha preferito non schierare Cengiz Ünder, appena rientrato, e non aveva a disposizione Mkhitaryan e Pellegrini: considerando la quantità di occasioni create, anche in dieci contro undici, lo avreste detto?
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