Cosa significa per te essere un giocatore della Roma?
“Essere un giocatore della Roma ed arrivare in una società così prestigiosa per me è un motivo di orgoglio e ripaga tutti i sacrifici che ho fatto da quando ho iniziato a giocare a calcio. Sono un uomo felice”.
Che trattativa è stata?
“E’ stata una trattativa lunga. A gennaio c’era stata una chiacchierata ma niente di concreto, poi da giugno i discorsi sono andati avanti. Io volevo venire, perché la Roma è una società importante e quindi la trattativa si è conclusa bene”.
Hai rinunciato anche a giocare la Champions League con l’Atalanta per venire qui…
“Più che una rinuncia per l’Atalanta, è che la Roma è una squadra di prestigio ed è difficile rifiutare una sua chiamata. A Bergamo ho passato due anni significativi, abbiamo conquistato anche la qualificazione in Champions però quello della Roma è un treno importante che non passa sempre e io sono voluto salirci su per iniziare questa nuova avventura”.
Hai parlato con Fonseca?
“Sì, mi ha detto un po’ di cose ma voglio tenermele per me. Sono rimasto colpito, perché non è da tutti i giorni ricevere una chiamata da un tecnico come lui. Quindi posso solo dire che non vedo l’ora di iniziare”.
L’anno scorso hai realizzato 6 gol: non pochi per un difensore…
“Quando un difensore segna dà una mano alla squadra. Anche se il mio ruolo è incentrato sul fatto di aiutare i compagni a non prendere reti. Se poi si riesce a farli, ben vengano…”.
Sei non solo molto forte negli stacchi aerei, ma anche nella esplosività e negli inserimenti: cosa conta di più nel tuo ruolo?
“Esplosività e inserimento sono caratteristiche che possiedo. Magari sono state evidenziate di più anche del gioco dell’Atalanta di Gasperini, dove si andava a prendere l’uomo alto. Devo comunque migliorare ancora in questi come in tanti altri aspetti delle fasi di gioco”.
Mister Fonseca chiede sempre molta intensità in campo: ti senti un giocatore adatto per questa caratteristica?
“Per il mio modo di vedere il calcio questa caratteristica è importante, perché permette di aggredire l’avversario e di farlo ragionare con poco tempo a disposizione. Io mi sento di essere adatto a questo stile di gioco, anche perché a Bergamo l’intensità era una delle nostre caratteristiche principali. Quindi non vedo l’ora di lavorare con il Mister e capire bene cosa vuole in campo”.
L’ultimo anno a Bergamo ti ha consentito anche di arrivare ad essere chiamato dall’Italia del CT Roberto Mancini...
“Sicuramente l’ultima stagione è stata bellissima sotto tutti gli aspetti. Ogni ragazzo italiano sogna di giocare in Nazionale. Io ho avuto la fortuna di essere convocato e di scendere in campo. Essere convocato di nuovo in azzurro sarà uno stimolo in più per fare bene con la maglia della Roma”.
Peccato per l’Europeo Under 21 di giugno che non è andato come tutti speravano…
“Non è andato come volevamo, eravamo una squadra forte. Abbiamo battuto la Spagna, peccato aver fatto male con la Polonia. Ma è andata così e ora non bisogna guardarsi indietro ma guardare al futuro per migliorare sempre di più”.
Raccontaci un po’ la tua carriera…
“Ho iniziato con la Fiorentina dove ho fatto tutto il settore giovanile, dai 9 ai 19 anni. Sono stato anche in Prima Squadra ma senza mai esordire, poi sono stato due anni a Perugia dove ho fatto l’esordio tra i professionisti in B. Poi i due anni a Bergamo, dove sono migliorato in tutto: sia mentalmente, a livello di concentrazione e di approccio alle partite, sia a livello fisico-atletico. Ringrazio per tutto questo mister Gasperini”.
Hai un messaggio per i tifosi della Roma?
“A loro dico che darò il massimo impegno, con concentrazione e umiltà. Tutte le volte che andrò in campo suderò per la maglia per cercare di far gioire tifosi, società e compagni”.
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