In attesa dell’apertura del mercato invernale, l’anno giallorosso è iniziato con un’intervista a Monchi che ai microfoni di Sky Sport ha toccato diversi argomenti, dalla trattativa che ha portato Zaniolo alla Roma al suo rapporto con i tifosi giallorossi.
Ecco le sue parole.
“Quando arriva il mercato il mondo gira intorno al DS e tutti si aspettano che prenderà giocatori importanti. Per me il mercato di gennaio non cambia tanto una squadra. Serve per fare piccole cose. Se devi fare quattro o cinque acquisti è perché hai sbagliato tanto nel mercato estivo”.
“Non prendo mai un giocatore che io voglio e l’allenatore no o viceversa. Nessuno dei due deve imporre, tutto deve essere condiviso. Ho 16 scout che lavorano con me, viaggiano tanto, guardano tanto. Non sono solo io”.
Quante volte visionate un giocatore prima di acquistarlo?
“A inizio anno facciamo un punto in generale. Poi segnaliamo i giocatori e iniziamo a girare. Li vediamo tra le 6 e le 12 volte, sia dal vivo che dalla tv. Ma sempre anche dal vivo. Sono un difensore del vedere i giocatori in video, la prima volta deve essere così. Dopo, quando inizi a capire che ha qualcosa di interessante, va visto dal vivo”.
“Non sono venuto a Roma per vendere Rudiger, Salah, Paredes ma per sostenere i numeri. Questa estate ho fatto cessioni normali, quelle che ho ritenuto giuste per la società. Non ho la bacchetta magica, lavoro sempre con i giovani e con i meno giovani. Penso che piano piano i tifosi e i giornalisti potranno iniziare a capire la mia idea. So che a volte il tempo non arriva mai nel calcio, ma sono convinto che io e i miei collaboratori abbiamo ragione, perché so come lavoriamo”.
Che differenze ci sono tra fare mercato qui e in Spagna?
“Qui si lavora come in vetrina, tutto esce come notizia. Questo per me è stato il cambio importante. In Spagna non è una notizia continua, soprattutto durante l’anno. Non cambia molto ma è vero che qualche squadra che non era sveglia magari si sveglia su un giocatore che stai cercando”.
Come è successo per Malcom?
“Non voglio pensare che se il Barcellona ha speso 42 milioni per un giocatore lo abbia fatto perché lo stavamo facendo noi. Sono dei professionisti”.
“I tifosi? Hanno sempre ragione e quelli della Roma di più. Quando uno tifa una squadra come la Roma, grande non solo in Italia, bisogna vincere qualcosa. Al di là dei media, per la strada sempre ho avuto la sensazione che i tifosi sono con me. Ma è vero che bisogna dar loro qualcosa, sono tanti anni che non si vince”.
Sei autocritico?
“Tanto. Sono il più esigente di tutti con me stesso. Se mi ascoltate parlare sempre dico che un DS deve avere diverse caratteristiche, una è capire gli errori commessi e imparare da questi. Ho potuto vincere tanto ma il giorno dopo una vittoria sono già preoccupato, non mi fermo al successo. Io ogni giorno mi dico ‘Monchi, dove hai sbagliato?’. Metto sempre la faccia, ho la fortuna di lavorare con autonomia. Se sbaglio, sbaglio io. Pallotta mi ha detto questa è la tua squadra.
Ha fatto più cose giuste o sbagliate da quando è alla Roma?
“Troppo presto per dirlo. Dani Alves sei mesi dopo che era arrivato mi dicevano “ma perché lo hai preso?”. Nel primo anno dovevamo fare delle plusvalenze importante e siamo arrivati terzi e in semifinale di Champions, un risultato ottimo. Quest’anno sarà difficile da dire, siamo ancora vivi in tutte le competizioni. il bilancio si fa alla fine. Qualcosa ho sbagliato, è vero”.
Zaniolo: come è nata l’idea?
“Stavano facendo una trattativa. Volevamo dei nomi e abbiamo fatto due richieste: Zaniolo e Radu che però era un affare già chiuso col Genoa. Piero Ausilio è bravo e non voleva venderlo, ma al tempo stesso volevano Radja Nainggolan. Non ho mai detto o Zaniolo o non si fa. Sapevamo che ognuno doveva cedere qualcosa. Non pensavo potesse essere da subito così determinante”.
Su Totti
“Piano piano sta imparando tanto. È bravo, è sveglio. Non so se diventerà un DS ma gli piace e si inserisce di più. Quello che dice ha sempre un senso”.
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