“Se avessi potuto scegliere, questa non mi sembra la miglior partita per uscire dal nostro momento. Ma può succedere. Visto il risultato di qualche giorno fa portare dei punti qui ci potrebbe dare uno slancio e ritrovare la fiducia per farci ricordare quanto eravamo forti tre mesi fa e che possiamo ritornare a esserlo”
Daniele De Rossi ha accompagnato Eusebio Di Francesco nella conferenza stampa della vigilia dell’esordio stagionale in Champions League. Ecco le sue parole.
Bisogna chiedere di più a questa squadra come nella scorsa stagione o accettare la Roma così com’è?
“Noi siamo i primi a chiedere di più a noi stessi, non è facilissimo paragonare due squadre: nella notte di Barcellona siamo arrivati ad aprile dopo sei o sette mesi di percorso e di conoscenze. Questa che è solo all’inizio di una stagione nuova. Bisogna chiedere di più ma io penso a quella Roma del Barcellona che veniva criticata qualche me prima per partite analoghe, delle battute di arresto che ci erano costate qualche critica. La stagione poi è finita in maniera soddisfacente, seppure senza titoli e posso essere solo fiducioso”.
Cosa pensi del mercato di quest’anno e di chi dice che a Roma si vende troppo? È vero che i calciatori si sentono di passaggio?
“Le stagioni saranno sempre figlie del mercato, sempre, in tutti gli sport. Si è sempre venduto e comprato giocatori. È sempre stato così, e la Roma si è sempre rigenerata, nonostante le cessioni fisiologiche. È inutile rivangare sempre questo dettaglio. Anche lo scorso anno avevamo ceduto giocator importanti, alcuni dei quali ci facevano pensare che non avremmo fatto una stagione migliore rispetto alla precedente, ma abbiamo raggiunto obiettivi mai visti prima”.
Ramos ha parlato del Real senza Ronaldo in conferenza. Secondo te cosa si prova a perdere un calciatore così?
“Il mercato lo fanno tutti, tutti comprano e cedono, non so cosa si possa provare a perdere un giocatore di quel livello. A volte un ciclo vincente ha bisogno di uno scossone, ma è una cosa che non mi riguarda. Da capitano dico che bisogna guardare la lista di giocatori che ci sono, io per la Roma, Ramos per il Madrid, e sostenerli fino alla fine, anche quando le cose vanno meno bene e lavorare. Come noi abbiamo sempre fatto l’anno scorso e nelle stagioni in cui siamo andati bene”.
Continuerai a giocare con la tua fascia da Capitano? Cosa ne pensi delle voci che ci sono in Italia su questo aspetto?
“Io ho parlato già con il mister di questo e con Alessandro Florenzi. La cosa che mi sta dando fastidio personalmente è che sono rimasto solo io insieme a quelli della Fiorentina e io devo anche rispettare delle motivazioni più importanti di quella mia su una questione che importante non è. Secondo me si è perso troppo tempo a parlare di questa cosa. Non c’era bisogno di prendere questo provvedimento, non c’era bisogno di uniformare il calcio con questa fascia. Ci sono problemi più importanti, ho sentito dire da tanta gente che questa è una regola sbagliata, persone di cui ho tanta stima. Non è che mi leva il sonno mettermi la mia fascia o quella della Lega. Devo però rispettare i colleghi della Fiorentina che hanno una motivazione più importante della mia. Dalla prossima mi metterò quella della Lega per rispetto della Fiorentina perché non mi va di mettermi al loro livello: hanno subito una perdita tremenda, la motivazione è più alta della mia”.
Tutti sono convinti che voi siate già abbattuti, che siete dispiaciuti per i giocatori venduti: puoi dirci la verità?
“Io qui ci ho messo le radici, i calciatori sono tutti di passaggio sono pochi quelli che restano per tanto tempo in una squadra. La Roma è un esempio di calciatori che rimangono tanti anni a giocare nella stessa squadra. È vero che sono giocatori nati e cresciuti qui, ma è possibile farlo come ha fatto Ramos al Madrid o andare via come ha fatto Ronaldo. Il calcio offre tante soluzioni e opportunità, ma l’abbattimento per non vedere più dei compagni si squadra può durare due, tre giorni una settimana, ma noi dobbiamo lavorare per portare a casa i risultati. C’è tempo per telefonarci, per vederci. Il calcio va avanti, ne ho lasciati tantissimi di compagni di squadra”.
Vuoi dire qualcosa sulle voci che ci sono su Eusebio Di Francesco?
“Io non cambio la mia opinione, non è il primo allenatore che viene toccato dalle critiche, da una parte è anche normale quando non si vince, le sentiamo anche noi calciatori e anche la società. A Roma vogliamo tutto subito, ma anche qui al Real Madrid mi sembra sia lo stesso. Il giudizio su Eusebio non cambia, al primo anno di calcio importante ha portato una squadra dove non era mai stata. È un allenatore con una filosofia di gioco precisa, che conosciamo e che ci ha portato risultati che conosciamo. Ora non sarà felice, come non lo siamo noi, ma mettere in discussione l’allenatore va oltre le qualità specifiche dell’allenatore stesso. È successo anche l’anno scorso, quando siamo arrivati terzi e in semifinale di Champions League”.
Che emozioni proverai a giocare qui al Bernabeu? Potrebbe essere l’ultima volta?
“Potrebbe essere l’ultima Champions e l’ultima volta che ci gioco. Ma c’è da fare una partita importante e fare risultato in questo tempio qui sarebbe importante ed emozionante. Giocare qui è un onore”.
Qui hai anche giocato una partita con l’Italia che è stata decisiva per la vostra estromissione dal Mondiale…
“Appena entrato negli spogliatoi poco fa ho preso una ventata di negatività che ho cercato subito di dimenticare. Quella sensazione non la porterò in campo, pensiamo alle volte in cui qui abbiamo vinto con la Roma agli ottavi di finale o quando vedevo la Roma da tifoso con Francesco in campo”.
Quale avversario vorresti togliere al Real Madrid? Senti un sollievo nel non vedere più Ronaldo?
“Ce ne sono talmente tanti di rivali forti, non come Ronaldo, ma non avrò sollievo o rivelazione nel non vedere Ronaldo. Se ne avessero venduti altri nove sì, ma non è andato così. Lui ci ha sempre segnato, ma loro sono giocatori forti in difesa, centrocampo, attacco, sono spaventosi da quel punto di vista, li guardo con grande ammirazione, senza sollievo però”.
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