Mister Mourinho ha commentato così la partita dei giallorossi.
Perché Tammy è sempre stato intoccabile?
“C’è stato un breve periodo in questa stagione in cui mi ha creato qualche dubbio. Non sulle sue qualità, ma sul suo momento. Adesso, anche se non fa gol il suo contributo è molto importante.
Ha fatto tutto bene. Nel secondo tempo ha protetto la palla, è uscito dalla pressione, ha dato tempo alla squadra di ricompattarsi tra le linee, ha cercato la profondità. E nel primo tempo, ha avuto un’ottima sintonia con Paulo e con Lorenzo. Ha fatto una grande partita. La verità è che vive un momento positivo”.
Quali tasti ha toccato per vedere una Roma completamente diversa rispetto alla sfida con la Cremonese, per quanto riguarda l’approccio?
“Prima di tutto abbiamo giocato con la squadra che in teoria, in questo momento, è la più forte. Però, si sono visti trenta minuti con un piano di gioco perfettamente definito. Dopo, l’intensità si è abbassata e abbiamo giocato in modo diverso. Perché si è abbassata? Perché lo volevo io? No, perché questa è la nostra natura.
Paulo ha avuto qualche difficoltà; Lorenzo, dopo i 90 minuti con la Cremonese, ha fatto uno sforzo tremendo, Nemanja e i quinti hanno saltato l’uomo molto meno e la linea è stata più bassa nel secondo tempo.
Io sono contento perché noi giochiamo con le nostre limitazioni. Però è così, facciamo quello che possiamo fare. Oggi abbiamo fatto tre punti contro una squadra difficile. Anche a Paolo Zanetti dopo la partita ho detto che sono un’ottima squadra e che considero questa un’ottima vittoria, perché abbiamo giocato contro una squadra molto difficile”.
Quando vede che Dybala si tocca il fianco, cosa pensa?
“Penso che c’è gente allo stadio che non capisce – ovviamente c’è chi capisce – e c’è gente tra la stampa che avrebbe dovuto capire, perché è il loro lavoro, e che secondo me capisce ma fa finta di non capire, che questa è la nostra realtà.
Io penso che se contro la Cremonese gioca questa squadra, vinciamo e siamo in semifinale di Coppa Italia, ma poi oggi non avremmo vinto. Questa è la nostra realtà. Facciamo sempre il massimo, lavoriamo tanto.
Oggi, prima della partita, ho detto a giocatori che dobbiamo entrare in campo con uno zaino pieno della frustrazione e della tristezza dell’ultima partita, ma non possiamo aspettarci l’aiuto di qualcuno. Siamo solo noi. Per la prima volta sono entrato in campo assieme a loro nel riscaldamento e il nostro feeling era esattamente questo: siamo solo noi. La verità è che facciamo il massimo. E come dico sempre, quando dai il massimo non puoi dare di più. Noi diamo sempre il massimo".
Volevo soffermarmi su Belotti: cosa deve fare per avere più spazio? Anche perché quando la Roma dovrà giocare ogni tre giorni per gli impegni di Europa League, ci sarà bisogno del miglior Belotti.
“Ovviamente lo avrà. È un ragazzo arrivato tardi, ha avuto due infortuni e, quando sembrava che stesso migliorando, ha avuto quest’ultimo infortunio. Adesso è in una buona condizione fisica e per questo mi sembra che nell’ultima partita abbia fatto bene. Al di là del gol che non ha grande significato per me, ha fatto un ottimo lavoro, quasi paragonabile a quello di Tammy oggi, al netto della differenza di caratteristiche.
Lui cresce, cresce, cresce la sua fiducia e la mia con lui. Nel calcio possono giocare solo in undici e questa è una realtà che tutti noi conosciamo. Le altre squadre possono avere in panchina giocatori incredibili, però le domande a loro non arrivano spesso. Belotti non gioca una partita e tu mi fai subito questa domanda.
Se giochi con Tammy e con Belotti insieme, crei subito un problema: quali attaccanti hai in panchina?”.
Però, oggi Belotti ha giocato trenta secondi.
“Trenta secondi è meglio di zero. Trenta secondi aiutano la squadra a vincere. Magari tu come calciatore (a fargli la domanda è il talent di DAZN, Giaccherini, ndr) volevi giocare sempre, ovviamente, e non volevi fare trenta secondi, ma io voglio vincere le partite. E trenta secondi mi aiutano a vincere”.
Cosa fa Mourinho per convincere Smalling a rimanere e cosa deve fare Zaniolo per convincere Mourinho a tornare parte della famiglia.
“Zaniolo non deve fare assolutamente niente, è un problema della Società e lui deve risolverlo con la Società, non con me. Per Smalling, non posso fare niente per convincerlo.
Io penso giorno dopo giorno. Sarei potuto andare via a dicembre, e non sono andato via, sono rimasto qua. E questa è la mia vita. Qualche volta sembra che siamo in difficoltà, in zona retrocessione, invece siamo lì, siamo lì davanti, con tutte quelle squadre che sono fortissime. Ma va bene così”.
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