Benvenuto a Roma, Sergio. Quali sono le tue sensazioni in questo primo giorno da giocatore giallorosso?
“È fantastico essere qui, in questo grande Club. Sono stato accolto nel migliore dei modi e per questo ringrazio già tutti. Le sensazioni sono spettacolari e spero di poter dare il mio contributo”.
Hai voluto fortemente la Roma, perché?
“Perché la Roma ha sempre dimostrato molto interesse nell’avermi qui, sia attraverso il mister sia attraverso Tiago Pinto. Credo di poter aiutare la Roma, così come i miei compagni potranno aiutare me a crescere. Per questo motivo, credo che la Roma sia il Club giusto per me”.
Cosa ti ha detto Tiago Pinto?
“Mi ha detto che, essendo un giocatore abituato a vincere, avrei dovuto portare e trasmettere a questo ambiente la mia mentalità vincente. Vengo da un club, il Porto, in cui perdere è proibito, è visto in maniera molto negativa. L’obiettivo è crescere come mentalità e come ambizione. Il mister e Tiago Pinto vogliono che io porti questo alla squadra, assieme alle mie qualità tecniche e tattiche”.
Quanto ha contribuito l'opportunità di lavorare con José Mourinho? Hai già parlato con lui?
“Ho già parlato con il mister, naturalmente qualsiasi calciatore vorrebbe essere allenato da lui. Questo ha ovviamente avuto il suo peso nella mia scelta”.
Arrivi a Roma a gennaio, appena superata la metà del campionato, ma ci sono ancora molte partite da giocare. Il tuo arrivo sarà importante per aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi di questa stagione?
“Arrivo qui per dare una mano a questo club, assieme agli altri grandi calciatori che compongono la rosa. Alla fine, l’obiettivo è di vincere e di contribuire a vincere, di raggiungere i traguardi come gruppo e come collettivo, per poi rallegrarci di questi successi e di esserne orgogliosi”.
Che tipo di centrocampista ti definiresti?
“Direi che sono un centrocampista intenso, box to box, al quale piace calciare in porta, con buone doti di finalizzazione in area di rigore, a cui piace anche tirare i calci piazzati. Sono un centrocampista che vuole sentirsi utile alla squadra”.
Hai girato l'Europa da professionista e adesso arriva la tua prima esperienza in Italia. Che cosa ti aspetti dal calcio italiano?
“Anzitutto vorrei dire che ho sempre desiderato di giocare in Serie A fin da quando ero bambino e questa è la realizzazione di un sogno. Mi aspetto sicuramente un campionato difficile, molto competitivo, con grandi squadre, molto tattico e intenso fisicamente, con tanti duelli, che richiedono molta concentrazione. Sarà un’esperienza difficile, ma molto bella e stimolante”.
Sei un calciatore con grande esperienza internazionale, questa sarà una caratteristica necessaria per aiutare la squadra anche quando si tornerà a giocare in Conference League?
“Dobbiamo procedere per gradi. Prima di tutto dobbiamo pensare alla partita di domenica, perché la prossima sfida è sempre quella più importante. Poi per quanto riguarda il campo, sono qui per aiutare e per condividere la mia esperienza, oltre che per imparare dai miei compagni. Una partita alla volta, un obiettivo alla volta, in maniera graduale”.
Quali sono i tuoi obiettivi a livello personale?
“Sempre aiutare la squadra e il gruppo: a livello personale deve essere lo stesso di quello collettivo, perché attraverso questo traguardo si possono raggiungere anche gli obiettivi personali”.
Questo è un momento particolare, con numerose restrizioni legate al contenimento della pandemia. L'augurio è di poterti vedere giocare in un Olimpico pieno come accaduto in questa prima parte di stagione: hai già avuto modo di vedere da lontano quanto sia forte il sostegno dei tifosi della Roma?
“Sì, ho già visto diversi video e ho potuto notare quanto sia fantastico questo ambiente e non vedo l’ora di poterlo vivere in prima persona”.
Cosa vuoi dire ai tifosi della Roma?
“Di continuare come fanno sempre, sostenere la squadra in ogni momento, nel bene e nel male, specialmente quando le cose vanno male, e credere fermamente che le cose andranno meglio”.
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