Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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3 bei ricordi giallorossi nel giorno della Befana


Vincenzo Montella, Francesco Totti, Davide Astori. Protagonisti, momenti, gol, vittorie, tutti accomunati da un unico filo conduttore, il 6 gennaio.

27 le partite complessive disputate nel giorno dell’Epifania: 11 le vittorie ottenute, 7 i pareggi, 9 le sconfitte. Diverse gioie, pure qualche amarezza. Senza ombra di dubbio, uno dei giorni dell’anno in cui i giallorossi sono scesi di più in campo.

Ripercorriamo tre di queste partite che hanno lasciato un bel ricordo tra i tifosi giallorossi.


2000: la prima tripletta giallorossa di Vincenzo Montella

Il 6 gennaio 2000, la Roma di Fabio Capello affronta la prima partita degli anni Duemila: avversario, il Bari allo stadio Olimpico, nella quindicesima giornata. Sulla maglia è applicata una patch celebrativa del Giubileo. Qualche defezione da gestire per l’allenatore di Pieris. Assunçao a centrocampo e – soprattutto – Totti in avanti. Al posto del 10, gioca il sostituto naturale Dimitri Alenitchev.

Il fantasista russo che, di lì a poco, farà le valigie destinazione Perugia, città dalla quale farà il percorso inverso direzione Capitale il giapponese Hidetoshi Nakata. Uno di quelli – Hide – che diventerà tra gli attori non protagonisti dell’impresa tricolore del 2001. Il Bari è avversario complicato da affrontare. Fascetti in panchina, l’ex Garzya in difesa, il regista svedese Andersson, la baby coppia d’attacco Cassano-Ennynaya. Ma la Roma è di un altro livello e lo dimostra dai primi minuti.

Al 2’ va subito in vantaggio con Montella. Uno squillo a cui risponde al 4’ Cassano di testa, al secondo gol in Serie A dopo il capolavoro con l’Inter di qualche settimana prima. 1-1, dopo nemmeno 5 minuti di gioco. Ma è un sussulto, quello barese. Montella è in giornata di grazia, al 29’ segna il secondo di opportunismo e al 58’ fa tris su rigore mettendo in ghiaccio il risultato. È la prima tripletta di cinque con la maglia della Roma per il 9. Ne metterà a segno altre quattro. Giornata storica per l’aeroplanino.


2002: la perla di Totti e la coppa Scudetto

Il 6 gennaio 2002 è sempre la Roma di Fabio Capello, stavolta con lo scudetto sul petto. Si tratta di una data particolare non solo perché è la Befana. È l’ultima giornata del girone di andata, la diciassettesima. Vincendo, prendendo i tre punti, i giallorossi si aggiudicherebbero per il secondo anno di fila il titolo di campione d’inverno.

Succede nello stesso giorno in cui nell’intervallo verrà esibita e fatta sfilare la coppa scudetto alla presenza del presidente Franco Sensi, di Vincenzo Montella e Aldair. Festa sì, a patto di battere il Torino di Giancarlo Camolese, Tonino Asta, Cristiano Lucarelli in attacco e nella ripresa subentrerà anche l’ex giallorosso, Alessio Scarchilli.

La squadra di casa passa avanti al 24’ con un gol da antologia di Totti, del 10, del capitano. Passaggio in profondità di Candela, Totti – in posizione di galleggiamento con la difesa granata – riceve, supera il portiere Bucci accarezzando il pallone con la suola, mette a sedere Delli Carri e insacca a porta vuota. L’Olimpico applaude a scena aperta.

Capello fa un gesto di approvazione con la mano come a dire: “Mamma mia”. Nella serata lo stesso tecnico in diretta Rai alla Domenica Sportiva, commentando la prodezza del suo fuoriclasse, paragonerà Totti a Rivera. Il risultato non cambia più, nel finale Pelizzoli salva su un tiro di Galante sotto curva Nord.

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2015: il gol di Davide Astori

Il 6 gennaio 2015 si va a Udine per la diciassettesima giornata di campionato. La Roma di Rudi Garcia è seconda in classifica e, vincendo al Friuli (in ristrutturazione, è aperta solo la tribuna centrale), può avvicinare la capolista Juventus impegnata in casa contro l’Inter. Sulla carta potrebbe definirsi un turno favorevole, anche se “vincere in trasferta non è mai facile e scontato”, come ripete spesso l’allenatore francese.

La gara, infatti, si fa subito insidiosa, anche perché l’Udinese del romano Andrea Stramaccioni è squadra organizzata, a metà classifica, con in campo valori tecnici da non sottovalutare.

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I centrocampisti Koné e Allan, in attacco il sempre temibile Totò Di Natale. Serve un episodio, insomma, per sbloccarla. E l’episodio arriva al minuto 17. Punizione di Totti, irrompe il difensore Astori di testa, la palla tocca la traversa, scende, oltrepassa la linea di porta e infine finisce tra le braccia di Karnezis. Un attimo di esitazione della terna, poi l’arbitro Guida convalida la rete.

È l’ultima Serie A prima dell’introduzione della goal line tecnology, dunque la decisione è del direttore di gara, tuttavia le immagini televisive non danno adito a dubbi, nonostante qualcuno nei salotti nazionali scomodi discorsi legati alla parallasse e alla prospettiva.

Nel corso del match, la Roma legittima il vantaggio acquisito sfiorando più volte il raddoppio, una di queste anche con Urby Emanuelson, esterno olandese ex Milan, che in quel pomeriggio collezionerà la seconda e ultima apparizione nella sua fugace parentesi a Roma.

Per il numero 13, Davide Astori, invece è l’unico gol della sua esperienza nella Roma. Lo segna a Udine. La stessa Udine di quella maledetta mattina del 4 marzo 2018. Ciao, Davide, ovunque tu sia.