Ciao Roma, in questo momento ho il groppo in gola. Tra le emozioni contrastanti, ora prevale un sentimento di tristezza e commozione, perché finisce qui la mia avventura nel Club che ho amato e che amo follemente dal primo giorno in cui ho vestito la maglia giallorossa.
Vi ho scelti perché Roma è passione, Roma è una sfida, Roma ti fa diventare uomo. Perché Roma è Unica. Dopo sette anni, voglio dire grazie alla gente di Roma per come ha accolto me e la mia famiglia, ai nostri tifosi che mi hanno saputo apprezzare come calciatore prima e come dirigente dopo, ma soprattutto come persona innamorata della propria squadra. Anche chi non è romano può rappresentare Roma: sono nato a Torino, ma mi sento romano e romanista nel profondo.
Ci lega un momento magico, un gol magico, una corsa magica e quelle lacrime magiche: erano le lacrime di tutta roma giallorossa e la cosa più bella è sapere che in quel momento eravamo tutti una cosa sola.
Voglio ringraziare ogni mio compagno di squadra. A Roma ho dato la mia carriera di calciatore, grazie a ogni allenatore con il quale ho lavorato in questi sette anni: da Zeman a Claudio, grazie a tutti.
Grazie a tutte le persone che ho incrociato nel mio percorso a Trigoria: alle persone che lavorano nella quotidianità del Centro Sportivo e che rendono speciale questo posto. Se mi sono sentito a casa dal primo momento, il merito è anche vostro.
Un ringraziamento speciale va a ogni nostro ragazzo che ho seguito in questi quattro anni: vi voglio bene, spero che almeno un consiglio, una mia parola, vi sia rimasta dentro e ve la porterete con voi nel vostro radioso percorso. Io per voi ci sarò sempre.
Vedere ragazzi essere protagonisti nella nostra Roma - o altrove in campionati importanti in Italia e all'estero - mi fa rendere orgoglioso di voi e del percorso fatto insieme. In ogni gol, in ogni corsa, in ogni fatica, in ogni delusione, per ogni gioia: io sono con voi.
Un grazie anche a tutti i club e agli agenti di questi ragazzi con cui ci siamo confrontati: grazie per la vostra professionalità, disponibilità, collaborazione e fiducia reciproca.
Grazie a tutte le persone che mi hanno formato e mi hanno fatto crescere professionalmente, oltre ad avermi dato responsabilità importanti. Insieme abbiamo raggiunto traguardi storici e indimenticabili: penso al campionato del rilancio con mister Garcia, a quello del record di punti con Spalletti, piuttosto che alla notte in cui abbiamo ottenuto l’accesso alla semifinale di Champions League e inevitabilmente mi vengono in mente i dirigenti che hanno segnato questo percorso. Penso a Mauro, a Guido, a Walter, a Ricky e a Monchi, i direttori con i quali ho lavorato.
Un grazie speciale a Francesco Vallone e a Massimo Tarantino: quanti viaggi, quante sveglie alle cinque del mattino, quanti scali, quante giornate a parlare di calcio, a creare una struttura, a cercare di migliorare e di portare questo club sempre più in alto, sempre con l’onestà e la passione che contraddistingue le grandi persone che siete.
Grazie a tutti di cuore. Mi spiace non essere riuscito a salutarvi di persona. In questo momento vorrei che mi immaginaste lì, in mezzo al campo, da dove simbolicamente abbraccio ognuno di voi: dalla Mitica Sud, passando per tutti i settori dell’Olimpico.
Vorrei chiudere con un ringraziamento speciale: al mio Presidente dico grazie per avermi trattato come un figlio quando la pubalgia mi aveva preso e non voleva lasciarmi più. Grazie per non avermi mai abbandonato.
Non so ancora dove il futuro mi porterà, valuterò con la mia splendida famiglia quello che è il meglio innanzitutto per loro e poi per me: loro vengono e verranno sempre prima di tutto.
Una cosa è sicura: mi mancherete tutti, anzi mi mancate già.
Grazie Roma, forse un giorno ci rivedremo.
Con tutto l’amore che c’è,
Federico
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