Nel 1986 la Germania sulla strada della semifinale mondiale faticò molto per avere ragione del Messico, piegato solo ai calci di rigore. Diego Armando Maradona sollecitato sulla questione osservò: “I tedeschi hanno accusato l’assenza di Voeller”.
La popolarità di Rudi in quei giorni era così grande che il suo paese natale, Hanau, chiese ed ottenne il permesso di stampare francobolli con la figura del centravanti per risanare il proprio bilancio comunale. E proprio ad Hanau, ad otto anni, Voeller aveva iniziato a giocare al calcio nella squadra messa in piedi dal padre. Il primo contratto da professionista arriva quando il ragazzo ha 17 anni. A tesserarlo è il Kickers Offenbach che si trova a far crescere un calciatore che pesa solo 65 Kg e che i compagni di squadra ribattezzano “grissino”. Rudi, insomma, non è un corazziere ma brucia gli avversari con uno scatto irresistibile. Nell’estate del 1980 passa al Monaco 1860 che vive una stagione assai complicata che termina con la retrocessione. Nel campionato successivo però, Voeller esplode e sigla 37 reti, con le quali riporta la squadra, trionfalmente, nella massima serie.
Il suo nome è ormai sui taccuini dei club di mezza Europa, passa al Werder Brema dove vince (con 23 reti) un titolo di capocannoniere della Bundesliga. La serie A italiana inizia il suo canto delle sirene. Il Torino e la Fiorentina provano a tesserarlo, ma l’assalto più deciso è quello del Milan. Liedholm è convinto che il tedesco sia il centravanti adatto alla rifondazione rossonera e cerca di convincerlo al grande salto. Schnellinger viene spedito a tessere la tela della trattativa, ma quando tutto sembra fatto, Rudi decide che non se la sente ancora di lasciare il suo paese. Negli anni che lo separano dal mondiale messicano subisce due gravi infortuni: uno alla capsula legamentosa e l’altro agli adduttori della coscia destra. Recupera appena in tempo per disputare il suo primo mondiale. E’ incerottato, ma nonostante questo segna tre gol pesantissimi che fanno sfiorare il titolo alla Germania. Nel 1987 è ancora una volta sul punto di cambiare squadra. Lo cerca insistentemente il Bayern ma lui con onestà dichiara che per ragioni di rivalità sportiva può giocare con qualsiasi squadra al mondo ma non con i bavaresi. Il 7 giugno 1987 sbarca a Fiumicino, la Roma di Dino Viola è riuscita ad assicurarselo. Dopo un inizio difficile, legato ancora a guai fisici, il “Tedesco volante”, diviene il trascinatore della squadra. Un campionissimo in grado di fare reparto da solo e di accompagnare la squadra a una finale di Coppa UEFA e alla vittoria in Coppa Italia, mentre con la Nazionale tedesca vince, proprio a Roma, il Campionato del Mondo. Nel 1992 l’addio, per un campionissimo tutt’altro che finito. Prima di appendere gli scarpini al chiodo, il 26 maggio 1993, vince la Coppa dei Campioni. Rudi… Das meister!
Competizione | Presenze | Gol segnati |
Serie A | 143 | 45 |
Coppa Italia | 32 | 11 |
Coppe europee | 22 | 12 |
Supercoppa | 1 | 1 |
Totale | 198 | 68 |
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