Nell’anno del secondo scudetto romanista e con la maglia di una delle società fondatrici, la Fortitudo. Inizia così, nel 1983, il percorso calcistico di Francesco Totti, che in ventotto anni da calciatore romanista, di cui 25 in Prima Squadra, frantumerà una valanga record in fatto di gol, presenze e longevità. Ma oltre i numeri, mai come in questo caso insufficienti a rendere giustizia al fuoriclasse, c’è la figura di un calciatore irripetibile per la storia romanista e quantomeno raro nella storia del calcio per la capacità di unire il genio e la visione di gioco, il livello tecnico e l’impatto atletico in campo, la prolificità e la longevità, la simbiosi viscerale con la squadra del cuore. La Roma.
Seguendo il fratello Riccardo, Totti dopo gli inizi nella Fortitudo approda alla SMIT Trastevere, dove trascorre la stagione 1985/1986 ottenendo la sua prima tessera federale. E’ in questa annata che, durante la primavera, Totti viene aggregato ai Giovanissimi affrontando la Roma di Lanfranco Barbanti a Trigoria. In campo sfida tre suoi futuri compagni di squadra – Fabio Petruzzi, Roberto Muzzi e Francesco Statuto, che hanno cinque anni più di lui – mentre a bordocampo lo osserva il vice-allenatore giallorosso Angelo Benedicto Sormani. Dopo il torneo intitolato al leggendario massaggiatore romanista Angelino Cerretti, Totti si trasferisce alla Lodigiani, dove resta tre anni. Il suo talento è chiarissimo e nei primi mesi del 1989 lo cercano Milan e Lazio, ma Francesco e la sua famiglia orientano con decisione il trasferimento verso una sola destinazione: l’unica possibile, la Roma. L’accordo viene trovato dopo una telefonata tra i presidenti Dino Viola e Giuseppe Malvicini e prevede l’approdo alla Lodigiani di Gianni Cavezzi, Stefano Placidi più un conguaglio di 300 milioni di lire.
La storia romanista del ragazzino di Porta Metronia inizia il 20 luglio 1989, giorno in cui l’AS Roma lo tessera. Poche settimane più tardi, al Tre Fontane, l’inizio degli allenamenti. Totti arriva al campo assieme al compagno di squadra Daniele Arelli e il dirigente Domenico Tortora gli consegna la prima maglia giallorossa della sua carriera.
Il giorno del debutto con i Giovanissimi Romani di mister Franco Superchi dovrebbe risalire al 15 ottobre 1989, contro l’Almas. L’avvio della sua incredibile esperienza romanista fa intuire a molti che la Roma sta allevando un autentico Fuoriclasse. Viene premiato come migliore giocatore nella categoria Giovanissimi con l’assegnazione del Trofeo “Adolfo Bastianelli” e passa in forza ai Giovanissimi Regionali di Mario Carnevali (stagione 1990/91). In questa annata, il 22 maggio 1991, è allo Stadio Olimpico in qualità di raccattapalle (sotto la Nord) durante la finale di ritorno della Coppa UEFA contro l’Inter.
Nel 1991/92 milita nella formazione Allievi allenata da Aldo Maldera per poi passare nella stagione successiva nella Primavera di Luciano Spinosi. Nelle prime fasi di questa stagione, il 3 settembre 1992, contro la Casertana nell’andata dei trentaduesimi di finale di Coppa Italia, segna quello che racconterà, quantomeno sino a metà degli anni novanta, come il gol più bello mai realizzato, un “sinistro al volo da fuori area e palla nel ‘sette’. Indimenticabile”.
Totti, come detto, è aggregato alla Primavera, ma viene sovente utilizzato sia nella Juniores che negli Allievi. A partire dall’inizio di febbraio, a dire il vero, anche la Prima Squadra inizia a schierarlo: il 18 febbraio 1993, allo Stadio Flaminio, disputa la sua prima partita con i ‘grandi’ nell’amichevole con l’Austria e poco più di un mese più tardi, il 28 marzo, allo Stadio Rigamonti di Brescia, arriva anche il debutto in Serie A e nelle gare ufficiali.
In chiusura di questo anno cruciale, il 27 giugno 1993, a Città di Castello, vince nella finale con il Milan il titolo di Campione d’Italia degli Allievi Nazionali con Ezio Sella allenatore.
Nella stagione 1993/94, consolida il suo inserimento nell’orbita della prima squadra ma fa ancora in tempo, il 30 marzo 1994, a Trezzano sul Naviglio, a battere l’Inter (con una sua rete), aggiudicandosi la Coppa Italia Primavera. La parentesi nel settore giovanile è definitivamente conclusa: a luglio del 1994 Francesco prende parte al ritiro della Prima Squadra, mentre il 4 settembre, contro il Foggia, realizza il primo gol in serie A. Parallelamente s’impone in tutte le rappresentative azzurre con cui conquista il titolo di Campione Europeo Under 21 (il 31 maggio 1996 a Barcellona, contro la Spagna) e i Giochi del Mediterraneo (il 25 giugno 1997 a Bari, battendo la Turchia). Proprio nella parte finale della stagione 1996/97, Nils Liedholm prende la guida della Roma e dice la sua: “Sono convinto che Totti sarà un giocatore molto importante per la Roma del futuro, almeno per i prossimi 10 anni”. Alla previsione, per essere perfetta, difettavano dieci anni.
Il 22 agosto 1997, intanto, i tifosi dell’Olimpico nell’amichevole contro l’Inter possono ammirarlo per la prima volta con la maglia numero 10. Passa ancora poco più di un anno e nell’ottobre del 1998 la fascia di capitano, che eredita da Aldair, finisce al suo braccio. La crescita tecnica, ormai irrefrenabile, lo fa riconoscere come uno dei più grandi giocatori del mondo. Il 2 luglio 2000, con la Nazionale maggiore guidata da Dino Zoff, disputa a Rotterdam la finale del Campionato Europeo. Di lì a breve inizia la trionfale marcia del torneo 2000/2001, nel quale coglie il titolo di Campione d’Italia, sbloccando con un suo gol, l’ultimo e decisivo match contro il Parma, il 17 giugno 2001. Il 19 agosto dello stesso anno, battendo la Fiorentina conquista la Supercoppa di Lega, mentre il suo rendimento continua a lievitare e il 3 ottobre 2004, contro l’Inter, mette a segno la sua centesima marcatura in Serie A, a poco più di dieci anni dal suo primo sigillo.
E’ il preludio alla giornata del 19 dicembre 2004 quando, siglando il gol numero 107, diventa il bomber più prolifico della storia romanista sopravanzando Roberto Pruzzo.
Il 19 febbraio 2006 un grave infortunio subito nel corso di Roma–Empoli arresta la marcia decisa della Roma verso il titolo. Il Capitano riesce però, grazie a un recupero che ha del portentoso, a rispondere alla convocazione per i mondiali di Germania. E’ una sua rete a spalancare la strada agli azzurri negli ottavi di finale e il 9 luglio 2006, a Berlino, Totti si laurea Campione del Mondo superando in finale la Francia insieme ad altri due romanisti, Daniele De Rossi e Simone Perrotta. Il 2007 non sarà meno prodigo di soddisfazioni. A livello individuale, si aggiudica il titolo di Capocannoniere del Campionato italiano e la Scarpa d’oro, mentre il 17 maggio arriva la Coppa Italia (vinta contro l’Inter) e il 19 agosto la seconda Supercoppa, vinta sempre superando i nerazzurri.
Totti è ormai più che un fuoriclasse e simbolo di un Club, è un’icona. Il 27 febbraio 2008 stabilisce il nuovo record di gare disputate in Serie A da un giallorosso: è a quota 387, davanti a Giacomo Losi.
I successi proseguono ininterrotti e il 24 maggio 2008 contro l’Inter arriva la sua seconda Coppa Italia (che Totti alza da capitano pur non avendo disputato la finalissima per infortunio), quindi il 21 gennaio 2012, siglando una doppietta contro il Cesena, raggiunge quota 211, superando Gunnar Nordahl alla testa della graduatoria degli atleti più prolifici con una sola maglia.
L’11 gennaio 2015, firmando una doppietta contro la Lazio, s’impone come marcatore principe nei derby ufficiali (11 centri, come Dino Da Costa), per poi divenire il 20 aprile 2016 (a 39 anni e 7 mesi), il calciatore più longevo ad aver siglato una doppietta nel massimo campionato in un’indimenticabile finale di gara con il Torino. Il 28 maggio 2017, disputando l’ultima gara ufficiale con la maglia della Roma contro il Genoa, Totti ha definito il record di maggior tempo trascorso tra la prima e l’ultima casacca vestita in giallorosso: 8827 giorni di storia tra Brescia–Roma del 28 marzo 1993 e la gara contro i grifoni per forgiare una leggenda che non conoscerà tramonto.