Serie A, Domenica, 24 NOV, 18:00 CET
Stadio Diego Armando Maradona
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giannini
"Il Principe, è stato il mio idolo, il mio modello quand’ero piccolo. Ho sempre seguito le sue orme pur avendo due ruoli differenti. Lo identificavo come capitano, come tutto. L’ho conosciuto, ci ho giocato insieme, ci ho dormito insieme nella stessa stanza. Mi ha insegnato tanto"
-Francesco Totti

Giuseppe Giannini muove i primi passi nell’Almas, scoperto da Naim Krieziu, con Amos Cardarelli allenatore. Affronta un provino con il Milan alla presenza di Galbiati, storico vice di Fabio Capello, e di Gianni Rivera, che alla fine della gara gli dona una maglia rossonera numero dieci. Quando tutto sembra definito per un suo trasferimento al Nord, però, arriva il richiamo della Roma e dopo una prova a Trigoria, Peppe si veste per sempre di giallorosso. Già nei primi mesi della milizia romanista le sue caratteristiche e l’innata eleganza gli guadagnano il soprannome di “Principe” (coniato da Odoacre Chierico), che gli rimarrà cucito addosso come una seconda pelle. Dopo un lungo apprendistato all’ombra di Paolo Roberto Falcao, il passaggio di testimone avviene, simbolicamente, alla vigilia della gara Juventus – Roma del 28 ottobre 1984. 

Sull’aereo che porta la squadra a Torino il brasiliano anticipa a Giuseppe che non riuscirà a scendere in campo e che quindi contro i campioni d’Italia toccherà a lui scendere in campo e prendere per mano la squadra. Il match si mette subito in salita, la Roma subisce prima la rete del vantaggio dei padroni di casa e quindi rimane in dieci per l’espulsione di Dario Bonetti.

A riequilibrare il risultato è proprio una rete strepitosa di Giannini. Sull’out di sinistra Chierico intuisce un corridoio libero e lancia in profondità, “Il Principe” arriva in corsa e appena in possesso di palla, cogliendo in controtempo l’estremo difensore bianconero, mette in rete, firmando un gol capolavoro. E’ forse in quel preciso momento che Giannini capì di essere diventato un campione che da lì a breve avrebbe conquistato la Nazionale Under 21 e in seguito la rappresentativa maggiore.

In maglia azzurra Giannini vive un ciclo esaltante culminato con un grandissimo mondiale, quello che nel 1990 lo vede perdere, solamente ai rigori, la possibilità di disputare la finale dell’Olimpico.

I momenti importanti della sua cavalcata romanista sono infiniti, forse, quello emotivamente più caro, rimane il ricordo della gioia dopo il gol siglato al Foggia il 20 marzo 1994. Un esterno sinistro violento che va a scheggiare il palo e quindi termina in rete levando la Lupa da una situazione divenuta assai complicata. L’esultanza di Giannini dopo quel gol così importante è rimasta nel cuore di tutti i romanisti.

"È un riconoscimento che mi lusinga e che accetto con grande entusiasmo. Sono davvero orgoglioso. Desidero ringraziare chi mi ha votato e considerato, questa è una delle cose più belle che mi siano successe. Con la Roma ho vissuto sempre tutto a cento all’ora. I momenti belli e quelli meno positivi, il gol al Foggia come il rigore sbagliato nel derby: momenti attraversati innanzitutto da tifoso, non soltanto da calciatore. Per me la Roma è sempre stata più una questione di cuore che di professione"
-Giuseppe Giannini
Competizione Presenze Gol segnati
Serie A 319 49
Coppa Italia 79 19
Coppe europee 38 7
Supercoppa 1 0
Totale 437 75