Il primo contatto con l’Italia Gabriel Omar Batistuta lo aveva avuto nel gennaio-febbraio 1989 partecipando, nelle file del Deportivo Italiano, al Torneo di Viareggio (con lo storico incontro con Maradona avvenuto all’Hotel Caribe dove la giovane selezione argentina alloggiava). Per sbarcare nel calcio professionistico del nostro paese, però, Gabriel deve attendere il 1991 quando Egisto Pandolfini, su mandato della Fiorentina, inizia a seguirlo e pone le basi per il suo trasferimento in maglia viola.
Nella città di Dante, Batistuta diventa presto un idolo guidando la squadra al terzo posto nel 1999 (risultato che in Toscana mancava da quindici anni).
Nel maggio 2000 Franco Sensi lo porta in giallorosso con un investimento astronomico che complessivamente supera i 140 miliardi.
Indimenticabile la presentazione dell’argentino andata in scena allo Stadio Olimpico il 6 giugno 2000 davanti a 13.000 tifosi e a più di cento giornalisti di tutte le testate del mondo.
Il quell’occasione il Presidente Sensi rivela: “’incontrammo sei anni fa in Argentina. Mi disse: ‘Pensi anche a me'. Questo voleva significare che già all'epoca c'era la volontà da parte di Gabriel di venire alla Roma. Oggi è qui ed è inserito in una Società e in una squadra come la Roma per portare grandi risultati. Batistuta è quella pedina tecnica che mancava”.
Il Re Leone, a sua volta, mette subito le carte in tavola: “E’ vero che non faremo la Champions League, ma sono convinto che vincere lo scudetto e' meglio che conquistare la competizione europea”.
Sei giorni più tardi arriva il debutto assoluto nell’amichevole contro il Celta Vigo, mentre per il primo gol occorrerà attendere la gara con il Palermo del 27 agosto (anch’essa amichevole). Inizia così un’annata strepitosa in cui Batistuta, con 20 reti (in 28 presenze), fornisce un contributo fondamentale per la conquista del terzo scudetto regalando gesti tecnici scolpiti nella leggenda del Club.
Nella stagione successiva, arriva la Supercoppa Italiana, ma “Batigol”, intralciato da alcuni infortuni non riesce a ripetersi. L’addio, nel gennaio 2003 (la sua ultima presenza in A contro il Chievo) lo vede passare all’Inter, senza però che il ricordo indelebile della sua avventura giallorossa possa essere mai scalfito permettendogli oggi d’entrare a vele spiegate nella Hall of fame giallorossa.
Competizione | Presenze | Gol segnati |
Serie A | 63 | 30 |
Coppa Italia | 2 | 1 |
Coppe europee | 21 | 2 |
Supercoppa | 1 | 0 |
Totale | 87 | 33 |
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