Si dice che all’inizio degli anni settanta Falcao meditasse di diventare psicologo visto che la carriera calcistica appariva ricca di difficoltà. A far cambiare idea al campioncino in erba, all’inizio del 1972, arrivò la convocazione per un torneo della nazionale juniores disputato a Cannes. Quel che è certo è che Falcao ha mantenuto la capacità di leggere la realtà sportiva alla luce del fattore psicologico. Sapeva quando parlare con un compagno e quali erano le parole giuste per motivare la squadra. Il suo capolavoro, da questo punto di vista, fu la presenza alla trasmissione televisiva Mixer, dopo la sconfitta contro la Juventus nel campionato 1982/83. Il brasiliano lesse lo sconforto della città e dei suoi compagni e capì che occorreva ‘parlare’, dare un messaggio che restituisse fiducia. La domenica seguente, il suo gol al Pisa completò l’opera, rimettendo la Roma sui binari giusti per concludere quella cavalcata fantastica.
Dato conto del Falcao uomo squadra, occorre toccare in maniera più articolata il discorso del Falcao giocatore. L’indimenticato Fulvio Stinchelli, tra i più grandi giornalisti romani di ogni tempo, era solito dire che la grandezza del ‘Divino’ era tutta in una particolare predisposizione: “Falcao sapeva con tre passaggi d’anticipo dove sarebbe finita la palla”. Non è poco, ma non basta. Per completare il ritratto di Falcao e spiegarlo a chi non lo ha mai visto giocare, occorre sottolineare l’impressionante tocco di palla di cui era dotato e che gli permetteva di mettere il pallone dove voleva. Era una capacità che saltava immediatamente agli occhi, che fece dire al giornalista Roberto Chiodi che lo vedeva per la prima volta: “Non è possibile che uno possa giocare come lui: al posto dei piedi ha due mani”. Per chiudere il cerchio manca ancora un tassello insostituibile, quello della capacità metafisica di Falcao di coprire il campo. Fulvio Bernardini a tale proposito ha scritto: “Falcao è veramente ovunque la squadra abbia necessità dei suoi piedi, delle sue ispirazioni, del suo cervello. Non è appariscente e solo in qualche momento è spettacolare. Nel tocco ha leve lunghe e non può esibirsi in scatti brucianti ma è sempre presente, sa fa vedere, si fa trovare dai compagni mentre sfugge spessissimo al controllo degli avversari”. Paolo Roberto Falcao, nella Hall of fame dal 2012, è uno dei personaggi che distilla in sé tutto il meglio della storia romanista. Onore eterno al Divino!
Competizione | Presenze | Gol segnati |
Serie A | 107 | 22 |
Coppa Italia | 22 | 1 |
Coppe europee | 23 | 4 |
Supercoppa | 0 | 0 |
Totale | 152 | 27 |
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