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Di Francesco: “Abbiamo sempre creduto in questi ragazzi”


“È stata una gande vittoria, difficile: non è mai facile vincere in Champions. Sono davvero sodisfatto del primo posto. Non era facile, inizialmente nessuno ci dava come favoriti anzi ci davano quasi sicuramente come eliminati”

“È stata una grande vittoria, difficile: non è mai facile vincere in Champions. Sono davvero soddisfatto del primo posto. Non era facile, inizialmente nessuno ci dava come favoriti anzi ci davano quasi sicuramente come eliminati”.

È tanta la soddisfazione di Eusebio Di Francesco dopo la vittoria per 1-0 contro il Qarabag, arrivata grazie al gol di Diego Perotti. La Roma conquista tre punti che le permettono di qualificarsi agli ottavi di Champions da prima classificata nel gruppo C.

“Abbiamo sempre creduto nel lavoro e in questi ragazzi, fin dall’inizio, perché hanno subito giocato con grandissima determinazione a partire dalla gara contro l’Atletico in casa: lì non hanno espresso un gran gioco ma hanno saputo soffrire. Quello è stato l’inizio di un grande girone”

Qual è stato il motivo di quei 50 minuti di sofferenza?

“C’è stata differenza tra primo e secondo tempo. Io chiedevo ai ragazzi di sfruttare l’ampiezza che ci concedevano i nostri avversari e di buttarci dentro, ma noi ci muovevamo poco senza palla. In quel modo facevamo troppa fatica a creare le situazioni che avremmo voluto. Nel secondo tempo la squadra si è espressa meglio, poi magari nel finale un po’ di braccino corto è venuto: qui a Roma non è che si è abituati a vincere e andare avanti in Champions. Però fa tutto parte del nostro percorso di crescita. Ci deve servire da lezione: io dico alle mie squadre di cercare sempre un altro gol, non mi piace il palleggio fino a se stesso, voglio più verticalità”.

I meriti sono suoi o del gruppo?

“I meriti sono principalmente del gruppo, io cerco solo di trasmettere il mio pensiero. Come ho già detto, la cosa più importante era entrare nella testa dei calciatori. Credo di esserci riuscito, ma non mi accontento: dobbiamo lavorare ancora molto”.

Lei nella qualificazione agli ottavi ci ha creduto da subito o in corsa?

“Uno che fa in questo lavoro deve credere in quello che propone. Io per mentalità io sono sempre positivo e propositivo”.